Anche
oggi fa abbastanza caldo, sebbene meno di ieri. Siamo carichi dopo una notte
ristoratrice in un hotel vicino agli scavi archeologici, scelto anche per il
parcheggio interno dove lasciare l’auto.
Prima
di addentrarci nelle strade di Herculaneum, andiamo a cercare qualcosa da
mangiare per pranzo. Sappiamo entrambi che una volta entrati negli scavi ci
dovranno sbattere fuori con la forza e all'orario di chiusura.
Attraversiamo
Corso Resina, che Cassandra mi dice essere “famosa” per un mercato del tarocco,
quindi troviamo un bel mercato rionale tra palazzi sgarrupati dove giriamo in
cerca della giusta bancarella. Prendiamo frutta, pomodori e mozzarella di
bufala.
Ovviamente
veniamo riconosciuti subito come turisti e il fruttarolo ci dice:
-
Anche io me ne voglio andare in vacanza, ma quando muoio!
Tra
una risata e l'altra lo saluto così:
-
Allora speriamo che non vai in vacanza.
Ci
giriamo e ce ne andiamo tranquilli, non sapendo se mi sono preso qualche
gestaccio.
Pochi
metri e siamo agli scavi. Alla biglietteria ci aspetta puntuale come un
esattore delle tasse, una figura immancabile che sarà un topos di queste
vacanze campane: la guida turistica. Figura (vera o presunta?), i cui servizi
non sono chiaramente descritti da nessuna parte in loco. L’unica cosa chiara è
che sono carissimi e indipendenti dalla struttura in cui operano.
Ci
mostriamo ben disposti ad ingaggiare il ragazzo, ma quando appunto spara la
cifra per la sua visita di circa 1 ora e mezza (120euro)... un po’ meno.
Il
fatto è che il suo prezzo può essere diviso anche con un gruppo di massimo otto
persone. Se si è in otto si divide per otto, se si è in due, si divide in due.
Non ci sono vie di mezzo.
Dato
che non vogliamo pagare il triplo del prezzo del biglietto solo per la guida,
lasciamo il nostro numero al ragazzo dicendogli che se arriva qualcuno con cui
dividere i suoi servigi allora ci potrà chiamare. Intanto iniziamo ad entrare.
Il
sito è praticamente una grande buca aperta in mezzo alle case di Ercolano
moderna. Dall’alto ci si affaccia di fronte agli scavi, proprio dove un tempo
ci doveva essere il mare.
Giusto
il tempo di fare qualche foto panoramica e la guida ci richiama. Purtroppo si
tratta solo di una famiglia, genitori e due bambini, ma si dividerebbe in 4
perché i bambini non pagano, giustamente. Il prezzo è sempre altissimo e alla
guida non interessa che sia lunedì e probabilmente non arriveranno molti altri
turisti, il suo prezzo è quello. Per me è no. Per Cassandra è no. Grazie e
arrivederci.
Mentre
scendiamo nel tunnel che attraversa i quasi venti metri di cenere che hanno
ricoperto la città, scarico una piccola audioguida sul telefono, prezzo 4 euro
circa. Non è certo qualcosa che si può paragonare ad una guida che risponde
alle tue eventuali domande, ma è meglio che niente e costa quindici volte di meno.
Da
qui in poi ci perdiamo tra le strade e le case della città. Il livello di
conservazione è davvero eccezionale, considerando i duemila anni di età.
Purtroppo alcune case sono chiuse per restauro, altre non si sa per cosa, ma
considerando la sua totalità sono davvero poche. Inoltre, con quello che c'è da
vedere quasi non ne siamo stati infastiditi (quasi). Questo però è un aspetto
che avevamo messo in conto e che valuteremo alla fine del giro.
Passeggiamo
liberamente per le strade, le domus, le botteghe. Dove possiamo entrare lo
facciamo senza saltare niente. Le pareti affrescate delle case sono tantissime.
Oltre a ciò si possono vedere molto spesso scritte sui muri, campagne
elettorali di quei tempi, grate di metallo alle finestre, porte di legno e
finestre di legno ancora integre.
Non so cosa troverò nella tanto decantata
Pompei, che non vedo l'ora di visitare, ma già qui non riesco a non saltare da
una domus all'altra, manco fossi un bambino che visita per la prima volta Disneyland.
Dell'antica
Herculaneum è stato riportato alla luce è solo un quarto, forse un
quinto. Il resto giace ancora sotto la cenere e le case moderne sorte negli
ultimi duemila anni. Il poco che riusciamo vedere è davvero uno spettacolo
eccezionale.
Solo
verso le due e mezza ci rendiamo conto che non abbiamo ancora mangiato. Ci
dirigiamo allora di sopra, dove ci accomodiamo ai tavolini del bar
(temporaneamente chiuso), e mangiamo mozzarelle e pomodori presi al mercato:
strabuoni.
Rifocillati
a dovere, si torna negli scavi per completare la nostra visita a cui mancano
almeno la metà delle domus. Il viaggio nel passato continua trascinandoci in un
mondo ormai perduto ma sempre affascinante e che mi fa sognare come quando da
bambino fantasticavo di fare l'archeologo.
Il
sole è davvero forte oggi, ma non ci scoraggia, anche perché siamo tra i
pochissimi visitatori. Quando ne vedo qualcuno nuovo, mi accorgo che nel giro
di un'ora è già uscito, letteralmente esausto sia che abbia concluso una visita
guidata o in solitaria.
A
pomeriggio inoltrato il sole smette di tormentarci un pochino e un piccolo
acquazzone ci coglie di sorpresa. Cerchiamo riparo sotto una parte di portico
superstite. Ci rendiamo conto che ormai abbiamo visto tutto quello che c'era da
vedere, tranne la villa dei Papiri.
Il gioiello di Ercolano si trova in una
zona esterna a questi scavi. Incontriamo delle guide a cui chiediamo
indicazioni per raggiungerla. Purtroppo ci danno la brutta notizia: la villa è
chiusa.
Non
la prendiamo molto bene, ma ce lo aspettavamo, considerando l'inizio della
stagione e soprattutto il Covid... Ci consoliamo con il museo che, detto tra
noi, forse era più giusto tenere chiuso per questione Covid rispetto alla villa
dei Papiri…
Meno
male che il museo, anche se piccolo, conserva dei reperti eccezionali.
Siamo solo all'inizio di questo viaggio, ci aspetta
ancora moltissimo da vedere.
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