lunedì 16 marzo 2015

LE SECONDE TANCREDIADI




Per questa seconda edizione delle Tancrediadi sono state scelte tre discipline, la ricerca, il salto nel buio e infine la resistenza.
La prima è una vera e propria caccia ai tesori di Caravaggio sparsi nelle varie chiese della città. Roma infatti ha il primato di opere del Caravaggio esposte liberamente, che non siano custodite all'interno in un museo.
Partiamo presto, anche se la giornata è lunga Cassandra ha profetizzato che ci sarebbe voluto molto tempo per fare tutto. Ha pure previsto che una sciagura si sarebbe abbattuta su di me, mandando in frantumi una mia appendice.
Speriamo bene.
La prima tappa di oggi è piazza del popolo, dove ci sono le chiese gemelle, una delle quali famosa per ospitare i funerali degli artisti.
Il nostro anfitrione, che però si chiama Tancredi, ci aspetta alle porte della piazza per condurci alla prima chiesa, la basilica di santa maria del popolo. A vederla da fuori non sembra granché, ma una volta all'interno si cambia subito idea.


Qui si trovano diverse statue scolpite in marmo dal Bernini, che tra l'altro completò la basilica con diverse altre statue sparse sopra le navate, anche se di stucco.
La basilica, che fu ristrutturata anche dal Bramante, conserva un vero e proprio tesoro: opere di Raffaello, Pinturicchio, Mazzoni, Sansovino, Salviati e Bregno.
Il culmine si raggiunge con la cappella Cerasi, dove c'è un magnifico Carracci e ben due, dico, due, dipinti del Caravaggio.
Ora io non sono un esperto d'arte, anzi, anche se mi piace, sono un profano tra i più infimi in materia di arte.
Per fortuna sono in compagnia di Tancredi e Cassandra che mi rivelano aspetti, dettagli e aneddoti in grado di rendere la visione delle opere d'arte qualcosa di più bello e comprensibile, per me almeno.
I due dipinti di Caravaggio sono la conversione di San Paolo e la crocifissione di San Pietro. Tancredi ci racconta che questi dovrebbero essere i primi due lavori che gli furono commissionati a Roma, dove era giunto su invito di alcuni cardinali suoi amici.
La prima versione della conversione fu rifiutata. Ufficialmente non se ne conosce il motivo, si può solo intuire che il tema fosse ancora più estremo di quello che fu poi accettato, già molto fuori dai soliti canoni. Infatti il soggetto principale qui è il cavallo da cui San Paolo è caduto. Caravaggio oltre ad essere un maestro della luce, voleva raggiungere un certo realismo e questo non a tutti andava bene.
La crocifissione di San Pietro ne è un altro esempio: il santo è quasi in secondo piano, nel dipinto risaltano particolari talmente realistici che anche in questo caso la prima versione fu rifiutata. Sono rimasti però ben visibili il piede nero e il fondo schiena dell'aguzzino con la corda in tensione. San Pietro è lì, che fa quasi da spettatore di questo capolavoro.
Dopo aver ammirato le statue del Bernini, usciamo e ci dirigiamo verso la chiesa di Sant'Agostino in campo Marzio.
Prima di entrare Tancredi ci indica una porticina sul lato destro della scalinata e ci racconta che quella è la prima biblioteca pubblica del mondo. Tra l'altro qui ci hanno girato “Angeli e demoni” perché il vaticano non ha dato il permesso di filmare la biblioteca vaticana.
Entriamo nella chiesa la cui facciata in travertino è stata costruita usando le pietre del Colosseo. Aridanghete! Ecco dov'era finito!
Qui troviamo un lavoro del Guercino, chiamato così per il suo strabismo, il famoso affresco del profeta Isaia di Raffaello, che Cassandra in quanto profetessa vede un po' come un quadro di famiglia, e poi c'è il Caravaggio. La madonna dei pellegrini che pare sia stato dipinto quando il pittore si rifugiò nella chiesa per sfuggire alla legge. Tancredi e Cassandra mi raccontano che, al contrario dei soggetti dei suoi quadri, non era per niente un santo.


La fuga nella chiesa avvenne in seguito all'assassinio di un uomo durante una rissa. A Cassandra piace sempre ricordarmi che Caravaggio era un tipo fumantino.
Stiamo per andarcene quando appena prima di imboccare l'uscita ci troviamo davanti alla statua della madonna del parto di Sansovino. Mi soffermo a studiarla e subito affiora in me l'ignoranza del profano. La madonna ha un collo lunghissimo o sbaglio?

Torniamo alla luce del sole e ci spostiamo di poche decine di metri per arrivare alla chiesa di san Luigi dei francesi.
Esaltazione dell'arte e dei santi francesi. Uffa, come direbbe la Mondaini: che noi e che barba, che barba e che noia, questi francesi. Eh si non mi stanno molto simpatici quelli che si credono meglio degli altri.
Comunque qui ci sono anche dei capolavori italiani, ma che dico, dei capolavori e basta.
Guido Reni e soprattutto tre, dico, ben tre quadri del Caravaggio.
Il martirio di san Matteo, san Matteo e l'angelo, la vocazione di san Matteo.
San Matteo e l'angelo fu oggetto di discussione per secoli perché secondo altri pittori contemporanei fu rifiutato ben tre volte perché troppo realistico e perché sminuiva la figura del santo rendendolo troppo umile ed umano. In realtà queste cronache pare fossero scaturite solo per invidia ed antipatia nei confronti di Caravaggio, non solo perché era bravo, ma anche un personaggio "antipatico" che, oltre ad essere un noto donnaiolo, rissaiolo e quant'altro, dipingeva con un realismo che probabilmente spaventava. Rappresentando gli episodi dei santi come se avvenissero ai suoi tempi, il Caravaggio sembra che se ne sentisse parte, tant'è che a volte vi si auto ritraeva come a testimoniare questo aspetto.


Da quando ho conosciuto Cassandra, ovvero settembre, il mio amico Lucio, detto Cornelio Scipione Scapula Barbato, compagno di squadra a pallone, mi ha raccomandato di andare a bere il caffè in piazza Sant'Eustachio. Finalmente oggi ne ho avuto l'occasione perché il ristoro delle seconde Tancrediadi è stato piazzato proprio qui.
Ci fermiamo a gustare il caffè più buono di Roma, ma che dico di Roma, forse il migliore che abbia mai bevuto. E' anche caratteristico perché se non gli si dice nulla al barista quello vi dà il caffè già zuccherato con una cremina che dicono sia squisita. Io però non assumo latte e quindi gli ho dovuto specificare di non metterla. In ogni caso era buonissimo ugualmente.
All'esterno c'è la piazza di Sant'Eustachio con il simbolo del santo sopra la chiesa: delle corna di cervo sormontate da una croce. La storia infatti narra del cacciatore che al momento di sparare ad un cervo vede una croce sopra la sua testa e invece di sparare interpreta il segno, e si converte.


Proseguiamo la ricerca verso la Basilica di Santa Maria sopra Minerva, detta così perché costruita dove una volta c'era il tempio della dea Minerva. La facciata è per me piuttosto anonima e non mi aspettavo di trovare tutto quello che c'è dentro: E' infatti considerato l'unico esempio di gotico romano della città, molto differente quindi da tutte le altre chiese di Roma. Sotto le arcate a tutto sesto troviamo opere di Giulio Romano, Barocci, Filippino Lippi, Carafa, Raffaellino del Garbo e la lastra funeraria di Beato Angelico, ma non so se si trovi qui davvero.
Ci sono inoltre sculture del Bernini e il Cristo portacroce, di un certo Michelangelo.
All'uscita non si può non notare la scultura di un elefantino che trasporta un vero obelisco egizio. La scultura è del Bernini ed è rivolta in modo che rivolga le terga dove un tempo c'era un convento di benedettini. Questo perché il Bernini aveva litigato con i frati.
Simpatico, oltre che bravo, il Bernini.

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