mercoledì 18 marzo 2015

LA RESISTENZA, GALLERIA BORGHESE


La terza e ultima prova che ci aspetta in questa giornata intensa è la resistenza. Con passo sostenuto ci incamminiamo verso la galleria borghese, passando da piazza Barberini. Dopo di che percorriamo tutta via Veneto in quella leggera salita. Mentre ci arrampichiamo prego perché la maratona non passi da li, non in salita almeno.


Arriviamo a destinazione in tempo, alle cinque c'è l'ingresso e potremo stare dentro per le prossime due ore. La galleria è suddivisa in due: al primo piano ci sono le magnifiche statue di Bernini: il David, Enea, Apollo e Daphne ed altre. Davvero superbe sculture, tra l'altro fatte tra i suoi venti e trent'anni.


C'è anche una scultura del Canova, il soggetto è una donna ma io non riesco a guardarla troppo, non tanto perché pudico, quanto perché il divano su cui è stata scolpita, anch'esso in marmo, è talmente bello che sembra vero. Attraversando le varie sale ricche di statue, anche romane ed egizie, si arriva alla grande sala con splendidi mosaici a terra e statue e busti, o anche solo teste, talmente grandi che sarebbe difficile anche solo pensare di spostarle. Su tutto questo però domina la volta, realizzata da Mariano Rossi. L’affresco celebra la civiltà romana e l’eroica virtù dell’onore.

In una delle sale di questo primo piano ci sono i quadri del Caravaggio. Sono sei. Dopo una giornata trascorsa alla ricerca dei suoi quadri questo è il degno finale che la completa. Ci sono Il fanciullo con canestro di frutta, Bacchino malato (di cui il soggetto è un suo autoritratto da giovane), la Madonna dei palafrenieri, San Giovanni Battista, San Girolamo scrivente e l'ultimo, il mio preferito, David con la testa di Golia.
Anche in questo c'è del suo, la testa di Golia infatti è il suo autoritratto, fatto poco prima della sua morte. Cassandra e Tancredi mi avevano raccontato che Caravaggio è morto giovane, a circa 37 anni. In seguito alla sua fuga da Roma per aver ucciso un uomo in una rissa, si rifugia prima a Napoli e poi a Malta per cercare di ottenere l'ordine dei cavalieri di Malta che gli avrebbe dato l'immunità. Con questa avrebbe ottenuto la possibilità di tornare a Roma. Purtroppo viene scoperto il suo passato cruento e non lo ottiene. Contrattando però con un cardinale di Roma per un certo numero di suoi quadri ottiene il perdono. Parte da Malta diretto a Roma, i quadri che gli salverebbero la vita però sbagliano strada e finiscono in Toscana. Caravaggio è costretto a inseguirli perché senza di essi rischierebbe la vita a tornare a Roma. Finisce così in Toscana dove si ammala di febbre e muore. Il David con la testa di Golia è proprio uno dei quadri smarriti che doveva salvarlo, e che invece lo hanno condannato.
Oltre a questo piano però ce ne è un altro in cui sono esposti opere del Bronzino, Raffaello, Rubens, Tiziano, Botticelli, Antonello da Messina, Carracci, Dosso Dossi e Guido Reni.
Il museo è molto affollato ma riusciamo a vedere tutto senza problemi, alla fine nell'ultima mezzora ci godremo ancora tutte le sale praticamente vuote ed in silenzio.
Ricordo che qualche anno fa a Mediolanum avevo visto due mostre su Caravaggio. Entrambe però non avevano più di quattro quadri a testa. Oggi in una sola giornata ne abbiamo visti quattordici, direi che anche la prova di resistenza è stata superata.
Usciamo sulle nostre gambe, che ancora incredibilmente stabili ci porteranno nuovamente dall'altra parte della città per andare a goderci la Pinsa che, ora posso confessarlo, ho sognato per tutto il giorno.

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