La terza
e ultima prova che ci aspetta in questa giornata intensa è la
resistenza. Con passo sostenuto ci incamminiamo verso la galleria
borghese, passando da piazza Barberini. Dopo di che percorriamo tutta
via Veneto in quella leggera salita. Mentre ci arrampichiamo prego
perché la maratona non passi da li, non in salita almeno.
Arriviamo
a destinazione in tempo, alle cinque c'è l'ingresso e potremo stare
dentro per le prossime due ore. La galleria è suddivisa in due: al
primo piano ci sono le magnifiche statue di Bernini: il David, Enea,
Apollo e Daphne ed altre. Davvero superbe sculture, tra l'altro fatte
tra i suoi venti e trent'anni.
C'è
anche una scultura del Canova, il soggetto è una donna ma io non
riesco a guardarla troppo, non tanto perché pudico, quanto perché
il divano su cui è stata scolpita, anch'esso in marmo, è talmente
bello che sembra vero. Attraversando le varie sale ricche di statue,
anche romane ed egizie, si arriva alla grande sala con splendidi
mosaici a terra e statue e busti, o anche solo teste, talmente grandi
che sarebbe difficile anche solo pensare di spostarle. Su tutto
questo però domina la volta, realizzata da Mariano Rossi.
L’affresco
celebra la civiltà romana e l’eroica virtù dell’onore.
In una
delle sale di questo primo piano ci sono i quadri del Caravaggio.
Sono sei. Dopo una giornata trascorsa alla ricerca dei suoi quadri
questo è il degno finale che la completa. Ci sono Il fanciullo con
canestro di frutta, Bacchino malato (di cui il soggetto è un suo
autoritratto da giovane), la Madonna dei palafrenieri, San Giovanni
Battista, San Girolamo scrivente e l'ultimo, il mio preferito, David
con la testa di Golia.
Anche in
questo c'è del suo, la testa di Golia infatti è il suo
autoritratto, fatto poco prima della sua morte. Cassandra e Tancredi
mi avevano raccontato che Caravaggio è morto giovane, a circa 37
anni. In seguito alla sua fuga da Roma per aver ucciso un uomo in una
rissa, si rifugia prima a Napoli e poi a Malta per cercare di
ottenere l'ordine dei cavalieri di Malta che gli avrebbe dato
l'immunità. Con questa avrebbe ottenuto la possibilità di tornare a
Roma. Purtroppo viene scoperto il suo passato cruento e non lo
ottiene. Contrattando però con un cardinale di Roma per un certo
numero di suoi quadri ottiene il perdono. Parte da Malta diretto a
Roma, i quadri che gli salverebbero la vita però sbagliano strada e
finiscono in Toscana. Caravaggio è costretto a inseguirli perché
senza di essi rischierebbe la vita a tornare a Roma. Finisce così in
Toscana dove si ammala di febbre e muore. Il David con la testa di
Golia è proprio uno dei quadri smarriti che doveva salvarlo, e che
invece lo hanno condannato.
Oltre a
questo piano però ce ne è un altro in cui sono esposti opere del
Bronzino, Raffaello, Rubens, Tiziano, Botticelli, Antonello da
Messina, Carracci, Dosso Dossi e Guido Reni.
Il museo
è molto affollato ma riusciamo a vedere tutto senza problemi, alla
fine nell'ultima mezzora ci godremo ancora tutte le sale praticamente
vuote ed in silenzio.
Ricordo
che qualche anno fa a Mediolanum avevo visto due mostre su
Caravaggio. Entrambe però non avevano più di quattro quadri a
testa. Oggi in una sola giornata ne abbiamo visti quattordici, direi
che anche la prova di resistenza è stata superata.
Usciamo
sulle nostre gambe, che ancora incredibilmente stabili ci porteranno
nuovamente dall'altra parte della città per andare a goderci la
Pinsa che, ora posso confessarlo, ho sognato per tutto il giorno.
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