Salutiamo
Tancredi che per pranzo ci lascia e andiamo alla ricerca di un
posticino tranquillo dove mangiare. Troviamo Universo Vegano, un
fastfood vegano niente male. Io prendo uno spezzatino di soia con
patate e delle polpettine di soia, Cassandra invece prova una piadina
completamente vegana. Certo non è un ristorante, ma per chi come noi
è in giro tutto il giorno è davvero una salvezza dai soliti panini.
Siamo ad
appena un terzo della giornata e già si avvera la prima profezia di
Cassandra: il telefono sguscia dalla mia tasca e cadendo il vetro va
in frantumi. Ecco disintegrata ciò che ormai è diventata una mia
appendice Cassandra è proprio in giornata profetica.
Dopo
esserci rifocillati per bene partiamo per la seconda disciplina della
giornata: il salto nel buio.
Non
contenti delle solite tappe fuori dai classici itinerari del turismo
di massa, ci azzardiamo a provare qualcosa di ancora più estremo: un
museo d'arte privato. La scelta cade sul Doria Panphilj.
Come
contenuti è molto ricco di opere d'arte, essendo stata la galleria
privata di un Papa lo deve essere per forza. Ciò che lo caratterizza
rispetto agli altri musei è che i quadri sono esposti così come lo
furono dagli antichi proprietari che li commissionarono. Insolito e
inizialmente divertente, diventa dispersivo e troppo aleatorio. I
quadri infatti non hanno quasi indicazioni, solo l'autore. Il palazzo
Doria Panphilj poi è talmente ricco di tavoli, sedie, e arredamenti
d'epoca che nonostante la ricchezza dopo pochi minuti quasi non si
notano più.
La
galleria è molto bella, ma anche con l'ausilio della audio guida se
ne assorbe un pò poco. Forse ci siamo abituati troppo bene della
sapiente presenza di Tancredi? Non so, ma ho la netta impressione che
questo sia un luogo da cultori dell'arte, molto più esperti di noi e
che non hanno bisogno di alcuna guida, indicazione o cartellino
esplicativo. Insomma la galleria non è tutta per tutti. Soprattutto
le diverse stanze colme di quadri che ritraggono solo paesaggi.
Una cosa
interessante che scopro sui papi era che i nipoti di questo avevano
l'usanza di spendere e spandere ricchezze costruendo palazzi sontuosi
per tutta Roma. Da qui nasce il termine nepotismo.
L'ironia
della sorte voleva però che dopo la morte del Papa che proteggeva
tutte le proprietà di famiglia, se saliva al potere una famiglia
nemica, questa la costringeva a vendergli tutte le loro proprietà e
a volte perfino ad abbandonare la città.
Qualcosa
di simile succedeva anche agli artisti preferiti da un Papa che
venivano messi da parte dal successivo, nonostante fossero dei
maestri, come il Bernini.
In ogni
caso ci sono dei capolavori indiscussi di Tiziano, Guercino, Diego
Velazquez (il ritratto di Innocenzo X è spettacolare tanto è
reale), Filippo Lippi, Domenichino, Carracci, Tintoretto e Guido
Reni.
Nota
biografica su Filippo Lippi rivelataci da Tancredi: era un frate che
si è innamorato di una suora, scappò con lei ed ebbe un figlio,
Filippino Lippi, anche lui pittore.
Di
Caravaggio invece troviamo la Maddalena penitente ed il Riposo
durante la fuga in Egitto. Pare che Caravaggio abbia usato la stessa
modella per i due quadri. Il problema era che forse, come spesso gli
capitava, era una donna comune, se non peggio, una prostituta. Il
pittore era un noto frequentatore di bordelli e in alcuni quadri i
suoi contemporanei riconobbero le vesti delle prostitute di Roma nei
soggetti femminili dei suoi quadri.
Un po'
delusi, ma ancora tutti interi dopo il salto nel buio, ci ripuliamo i
vestiti dalla sabbia e ci dirigiamo verso l'ultima tappa.
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