Dove
inizia la via Appia antica?
Da
quando Cassandra mi ha portato sull'antico selciato per la prima
volta, questa domanda mi tormenta come il fantasma di mezzanotte.
Ovviamente
non c'è un cartello che lo indica, però forse oggi ne ho intravisto
la primissima parte nei pressi di porta San Sebastiano, all'interno
delle mura, probabilmente un po' prima delle terme di Caracalla.
È
una mattina fredda, ma molto soleggiata, quando Cassandra mi conduce
fino al museo delle mura. Si trova all'interno della porta San
Sebastiano. Il museo oggi è gratuito, per fortuna. Non c'è molto da
vedere se non il fatto di poter visitare gli alti bastioni delle
vecchie mura della città e leggere alcune bacheche, corredate anche
da dei modellini su cui è documentata la storia delle mura. La cosa
veramente interessante è il camminamento che si può percorrere
lungo le mura per qualche centinaio di metri. Il tragitto mostra come
le mura siano state più volte ristrutturate, ampliate e infine
restaurate. Nonostante gli anni rendono ancora bene l'idea di come
potevano essere popolate dai soldati, con torrette a distanze ben
precise. Oggi sono un monumento, ma si capisce ancora che un tempo
dovevano essere un ostacolo quasi insormontabile da valicare.
Scesi
dalle mura ci incamminiamo sulla Appia antica, verso quello che un
tempo era l'esterno della città ed oggi ne è completamente
inglobato. Tuttavia l'atmosfera che si respira è ancora piuttosto
mistica. Rispetto alla Roma caotica, qui sembra di stare in una
tranquilla provincia. Non ci sono molte macchine, anche se sono
comunque troppe e il sole e il sole brillantissimo rimbalza sui san
pietrini accecandoci. Seguendo la via Appia dovremmo incontrare
diverse catacombe da visitare, la prima delle quali pare abbia
accesso dalla chiesa del Quo vadis, dove la storia dice che pietro
abbia incontrato Gesu' e gli abbia appunto rivolto la domanda:
Quo
vadis Domine?
Signore
dove vai?
La
chiesa la troviamo, ma è chiusa. Ci sono comunque le indicazioni per
le catacombe di San Callisto e San Sebastiano. Seguendole saliamo su
una collinetta verde e la percorriamo per almeno un km. Quando
arriviamo alle catacombe di San Callisto però è tardi. Sono chiuse
e riapriranno nel pomeriggio. Ci dirigiamo allora verso quelle di San
Sebastiano. Rientrando sulla Appia scorgiamo le fosse Ardeatine.
Troppo triste da visitare, poi se ci avanzasse del tempo nel
pomeriggio le potremmo vedere, ma non ora.
Proseguiamo
verso San Sebastiano e girato l'angolo le vediamo. La visita guidata
inizierà di lì a trenta minuti, così facciamo i biglietti e
andiamo a vedere quanto è distante il circo di Massenzio. Dopo
nemmeno cento metri lo troviamo, facciamo i biglietti, anche qui
gratuiti, e diamo un rapido sguardo. Massenzio era l'imperatore
precedente di Costantino, sconfitto da questi alla battaglia di monte
Milvio. È stato l'ultimo imperatore inviso ai cristiani.
Dopo
una veloce occhiata torniamo di corsa alle catacombe di San
Sebastiano e con la guida ci addentriamo nelle gallerie. Bene o male
lo spettacolo è lo stesso di quelle di ieri, forse per questo che
non ne rimango così impressionato. Alla fine del giro saliamo e
quasi all'uscita ci imbattiamo in tre tombe, forse pagane, molto ben
conservate, che sono state scoperte e rese visibile da poco; pare non
siano ancora state esplorate per intero nella loro profondità
essendo su tre livelli. Le possiamo vedere solo dall'esterno ma sono
molto belle. Saliamo gli ultimi scalini e ci ritroviamo nella grande
chiesa di San Sebastiano. Qui ci sono alcune reliquie tra cui un
pezzo di colonna ed una freccia del martirio del santo e le impronte
originali lasciate da Gesù nei pressi della chiesa del Quo vadis
durante l'incontro con San Pietro.
E
qui mi vien da dire: ma che che?
E
soprattutto: ma chi ce crede?
Le
impronte sono un evidente falso, ma probabilmente la gente che ci
crede non ha bisogno di verifiche, ci crede e basta. Contenti loro.
Da
notare invece l'ultima imponente statua scolpita dal Bernini, ad
oltre ottanta anni.
Usciti
dalla chiesa consumiamo un rapido e frugale pasto, accanto ad un auto
che ospita una coppia di innamorati chiaramente clandestini. Quindi
torniamo al circo di Massenzio e percorriamo la pista per tutta la
sua lunghezza, sperando di rivivere almeno un pochino le sensazioni
delle corse delle Bighe di Ben Hur. Rispetto al circo massimo credo
sia più piccolo, ma molto meglio conservato: tutto il perimetro
della pista è delimitato dai resti degli spalti e alla curva opposta
c'è ancora l'arco da cui entravano, o uscivano, le bighe. Anche al
centro è rimasta la base dell'isola mentre la curva vicino
all'ingresso del sito ha conservato solo qualche basamento.
In
questo complesso Massenzio aveva la sua grande villa dove viveva con
la famiglia e, quando voleva, poteva disporre del circo. Oltre ai
resti della grande villa c'è anche il mausoleo di famiglia, sopra il
quale fu costruita una casa nei secoli scorsi dalla famiglia
Torlonia.
Dopo
esserci persi per il grande sito archeologico, da cui si scorge a
circa cento metri il mausoleo di Cecilia Metella, torniamo indietro
sulla via Appia antica per visitare le catacombe di San Callisto. La
guida, invece che portarci subito all'interno delle gallerie ci fa
sedere in una sala dove spiega quello che vedremo, praticamente
espone le stesse cose che abbiamo sentito nelle altre catacombe. Una
volta finita la spiegazione, scendiamo all'interno e notiamo subito
che queste sembrano essere le più grandi e maggiormente sfruttate: i
corridoi scendono in pareti scavate dalle fosse per circa una decina
di metri. In pratica quando il corridoio era finito i fossori
iniziarono a scavare verso il basso per aumentare le superfici in cui
seppellire i morti. Sono catacombe più grandi rispetto alle altre,
ma forse meno affascinanti e conservate rispetto a quelle di San
Marcellino e Pietro.
Tornati
in superficie tentiamo la visita alle fosse Ardeatine, ma le troviamo
chiuse, così ci avviamo verso il centro per tornare a casa.
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