lunedì 23 febbraio 2015

IL MUSEO DELLE MURA, LE CATACOMBE E IL CIRCO DI MASSENZIO



Dove inizia la via Appia antica?
Da quando Cassandra mi ha portato sull'antico selciato per la prima volta, questa domanda mi tormenta come il fantasma di mezzanotte.
Ovviamente non c'è un cartello che lo indica, però forse oggi ne ho intravisto la primissima parte nei pressi di porta San Sebastiano, all'interno delle mura, probabilmente un po' prima delle terme di Caracalla.
È una mattina fredda, ma molto soleggiata, quando Cassandra mi conduce fino al museo delle mura. Si trova all'interno della porta San Sebastiano. Il museo oggi è gratuito, per fortuna. Non c'è molto da vedere se non il fatto di poter visitare gli alti bastioni delle vecchie mura della città e leggere alcune bacheche, corredate anche da dei modellini su cui è documentata la storia delle mura. La cosa veramente interessante è il camminamento che si può percorrere lungo le mura per qualche centinaio di metri. Il tragitto mostra come le mura siano state più volte ristrutturate, ampliate e infine restaurate. Nonostante gli anni rendono ancora bene l'idea di come potevano essere popolate dai soldati, con torrette a distanze ben precise. Oggi sono un monumento, ma si capisce ancora che un tempo dovevano essere un ostacolo quasi insormontabile da valicare.

Scesi dalle mura ci incamminiamo sulla Appia antica, verso quello che un tempo era l'esterno della città ed oggi ne è completamente inglobato. Tuttavia l'atmosfera che si respira è ancora piuttosto mistica. Rispetto alla Roma caotica, qui sembra di stare in una tranquilla provincia. Non ci sono molte macchine, anche se sono comunque troppe e il sole e il sole brillantissimo rimbalza sui san pietrini accecandoci. Seguendo la via Appia dovremmo incontrare diverse catacombe da visitare, la prima delle quali pare abbia accesso dalla chiesa del Quo vadis, dove la storia dice che pietro abbia incontrato Gesu' e gli abbia appunto rivolto la domanda:
Quo vadis Domine?
Signore dove vai?
La chiesa la troviamo, ma è chiusa. Ci sono comunque le indicazioni per le catacombe di San Callisto e San Sebastiano. Seguendole saliamo su una collinetta verde e la percorriamo per almeno un km. Quando arriviamo alle catacombe di San Callisto però è tardi. Sono chiuse e riapriranno nel pomeriggio. Ci dirigiamo allora verso quelle di San Sebastiano. Rientrando sulla Appia scorgiamo le fosse Ardeatine. Troppo triste da visitare, poi se ci avanzasse del tempo nel pomeriggio le potremmo vedere, ma non ora.
Proseguiamo verso San Sebastiano e girato l'angolo le vediamo. La visita guidata inizierà di lì a trenta minuti, così facciamo i biglietti e andiamo a vedere quanto è distante il circo di Massenzio. Dopo nemmeno cento metri lo troviamo, facciamo i biglietti, anche qui gratuiti, e diamo un rapido sguardo. Massenzio era l'imperatore precedente di Costantino, sconfitto da questi alla battaglia di monte Milvio. È stato l'ultimo imperatore inviso ai cristiani.
Dopo una veloce occhiata torniamo di corsa alle catacombe di San Sebastiano e con la guida ci addentriamo nelle gallerie. Bene o male lo spettacolo è lo stesso di quelle di ieri, forse per questo che non ne rimango così impressionato. Alla fine del giro saliamo e quasi all'uscita ci imbattiamo in tre tombe, forse pagane, molto ben conservate, che sono state scoperte e rese visibile da poco; pare non siano ancora state esplorate per intero nella loro profondità essendo su tre livelli. Le possiamo vedere solo dall'esterno ma sono molto belle. Saliamo gli ultimi scalini e ci ritroviamo nella grande chiesa di San Sebastiano. Qui ci sono alcune reliquie tra cui un pezzo di colonna ed una freccia del martirio del santo e le impronte originali lasciate da Gesù nei pressi della chiesa del Quo vadis durante l'incontro con San Pietro.
E qui mi vien da dire: ma che che?
E soprattutto: ma chi ce crede?
Le impronte sono un evidente falso, ma probabilmente la gente che ci crede non ha bisogno di verifiche, ci crede e basta. Contenti loro.
Da notare invece l'ultima imponente statua scolpita dal Bernini, ad oltre ottanta anni.


Usciti dalla chiesa consumiamo un rapido e frugale pasto, accanto ad un auto che ospita una coppia di innamorati chiaramente clandestini. Quindi torniamo al circo di Massenzio e percorriamo la pista per tutta la sua lunghezza, sperando di rivivere almeno un pochino le sensazioni delle corse delle Bighe di Ben Hur. Rispetto al circo massimo credo sia più piccolo, ma molto meglio conservato: tutto il perimetro della pista è delimitato dai resti degli spalti e alla curva opposta c'è ancora l'arco da cui entravano, o uscivano, le bighe. Anche al centro è rimasta la base dell'isola mentre la curva vicino all'ingresso del sito ha conservato solo qualche basamento.
In questo complesso Massenzio aveva la sua grande villa dove viveva con la famiglia e, quando voleva, poteva disporre del circo. Oltre ai resti della grande villa c'è anche il mausoleo di famiglia, sopra il quale fu costruita una casa nei secoli scorsi dalla famiglia Torlonia.
Dopo esserci persi per il grande sito archeologico, da cui si scorge a circa cento metri il mausoleo di Cecilia Metella, torniamo indietro sulla via Appia antica per visitare le catacombe di San Callisto. La guida, invece che portarci subito all'interno delle gallerie ci fa sedere in una sala dove spiega quello che vedremo, praticamente espone le stesse cose che abbiamo sentito nelle altre catacombe. Una volta finita la spiegazione, scendiamo all'interno e notiamo subito che queste sembrano essere le più grandi e maggiormente sfruttate: i corridoi scendono in pareti scavate dalle fosse per circa una decina di metri. In pratica quando il corridoio era finito i fossori iniziarono a scavare verso il basso per aumentare le superfici in cui seppellire i morti. Sono catacombe più grandi rispetto alle altre, ma forse meno affascinanti e conservate rispetto a quelle di San Marcellino e Pietro.
Tornati in superficie tentiamo la visita alle fosse Ardeatine, ma le troviamo chiuse, così ci avviamo verso il centro per tornare a casa.

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