giovedì 10 maggio 2012

Terzo giorno Passo Rolle – Baita Segantini – Monte Castellazzo – Cristo pensante





Ci svegliamo presto.
Oggi è il momento di Lucetta.
Dopo aver cercato di temprare il fisico nei primi giorni è arrivata l'ora di superare l'ultima prova, il vero motivo per cui è venuta in montagna:
Il Cristo pensante!
Partiamo in auto abbastanza di buon ora, anche forse avremmo dovuto muoverci prima per evitare tutto il traffico che potremmo trovare lungo la strada. Dovremo fare circa settanta chilometri, che non sono molti, il problema è che per arrivare a destinazione passeremo nella val di Fassa, conosciuta da tutti come il buco nero del traffico alto atesino. Se si rimane invischiati l'infinita coda che da Canazei attraversa tutta la Valle per l'unica strada esistente, si rischia di perdere l'occasione di arrivare a destinazione ad un orario decente. Inoltre prima si deve attraversare il passo Sella e scendere fino a Canazei.
Come dicevo partiamo preso e arriviamo senza problemi a Canazei. Dopo solo quindici minuti ne usciamo e senza dire una parola scaramantica proseguiamo. Nel senso di marcia opposto lo spettacolo che incontriamo ci fa ghiacciare il sangue nelle vene: chilometri e chilometri di code che si muovono quasi a passo d'uomo.
Il nostro percorso invece incontra solo in un paio di occasioni qualche rallentamento, finché, sempre silenziosamente per non attirare l'attenzione, usciamo dalla valle e passata Moena, iniziamo a salire verso passo Rolle.
Quasi giunti a destinazione ci ritroviamo a passare nella splendida foresta del Paneveggio in cui crescono alberi altissimi e dritti come dei pali della luce. Proprio per questo per secoli sono stati presi qui gli alberi che hanno fatto da fondamenta per le case della laguna di Venezia.
Ma il legno di questa foresta forse è più conosciuto per altre sue pregiate qualità, infatti veniva utilizzato per la costruzione dei violini Stradivari.
Finalmente, dopo solo un'ora e mezza di auto, arriviamo a passo rolle. Qui c'è una navetta che porta le persone fino alla Baita Segantini, punto di partenza per la scalata del Monte Castellazzo, in cima al quale è stata portata la statua del Cristo Pensante.
Io non ce la faccio.
Infilo lo zaino e parto verso la Baita Segantini, lasciando Lucetta ed i miei genitori in attesa della prossima navetta.
E' una bella passeggiata in salita con un dislivello di nemmeno trecento metri. In circa venti minuti/mezzora sono già seduto sulle panche della Baita con una birra in mano e il panorama mozzafiato delle Pale di San Martino proprio davanti.
Finisco la birra e sto per ordinarne un'altra quando arrivano Lucetta ed i miei genitori con la navetta.
Passiamo dunque all'azione e ci incamminiamo verso il Monte Castellazzo.
Il sentiero è molto scorrevole e arriviamo alla base della salita in mezzora circa, forse quarantacinque minuti. Lucetta non vuole ancora forzare.
Quando ci troviamo di fronte il susseguirsi di tornanti che si arrampicano a zig zag sul fianco della montagna è proprio un bello spettacolo. Con calma ci apprestiamo a salire, Lucetta, anche se lentamente viene su che è un piacere, mio padre pure, mia mamma un pò meno. Con calma però arriva pian piano anche lei. Lei arriva ovunque.
Ci mettiamo un'oretta per scalare il Monte Castellazzo ma poi siamo sulla cima, tra le trince della prima guerra mondiale, a testimoniare qualcosa che per fortuna oggi in quei luoghi è solo un lontano ricordo.
Sulla grande vetta ci sono tantissime persone e tutte vogliono farsi fotografare con la grande croce e la statua del Cristo pensante.
Lucetta non è da meno.
Si mette in posa per mio padre che con macchina fotografica alla mano aspetta, e aspetta, e aspetta. Ma il momento e il turno di Lucetta sembra non arrivare mai così spazientito si mette a dirigere il traffico fotografico dicendo.
"Eh no! Adesso tocca a lei!"
Messo in riga tutti con l'autorità di un austriaco, scatta circa centocinquanta foto con la sola Lucetta e la Statua del Cristo senza nessun'altro che ne rovini la cornice.
Quando se ne va un ragazzino lo insegue con la fotocamera alla mano dicendo:
"Insegnami, Maestro!"
E gli acciacchi di Lucetta?
Svaniti nel nulla.
Possibile che il Cristo pensante abbia fatto il miracolo?
Comunque Lucetta è raggiante e così dopo aver mangiato e fatto un pò di foto ci riposiamo al sole.
Anche qui la giornata è fantanstica ed il panorama bellissimo. Per immortalarlo meglio salgo su una piccola cima che sta ancora più in alto rispetto al Cristo pensante.
Sono solo tre o quattro metri quadrati di spazio per cui attendo che non ci sia nessuno, salgo, mi siedo e comincio a scattare con l'ipod le fotopanoramiche che poi verranno messe assieme per creare un unica sontuosa fotografia.
Quando sto per scendere incrocio un signore che mi dice:
"Bello fare le foto col telefono?"
Mi sta chiaramente prendendo in giro e lo capisco quando estrae dallo zaino un cavalletto da un metro ed una macchina fotografica con un grand'angolo grosso quanto la sua testa.
Finite le foto iniziamo la lunga discesa, anzi lunghissima. Infatti Lucetta riesce ad andare incredibilmente più lenta in discesa che in salita.
Arriviamo a metà strada con la macchina ed incrociamo un'altro rifugio...
E l'ora della Merenda!
Per me è una birra è sempre sufficiente.
Il rientro a casa in auto è ancora tranquillo, per fortuna. Sempre nell'altro senso di marcia incrociamo le stesse macchine che avevamo visto in mattinata, chissà per quanto tempo sono riusciti a scendere da esse prima di risalirvi...

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