venerdì 18 maggio 2012

Settimo giorno Odissea del rientro – storia della scalatrice





E’ arrivato l’ultimo giorno. Senza più il sole a salutarci non ci dispiace nemmeno tanto dover abbandonare le vette della val Gardena.
Partiamo verso le nove di mattina ma non è troppo presto, sembra che tutti abbiano rinviato di una settimana il loro rientro, forse per tenerci compagnia lungo l’autostrada e non lasciarci soli...
Fatto sta che la partenza intelligente di massa riesce in pieno e ci troviamo tutti fermi in coda per un paio d’ore a festeggiare un rave party esclusivo sull’asfalto dell’autostrada.
La festa va avanti per un paio d’ore e poi il tempo la rovina guastandosi e rovesciandoci addosso un violento acquazzone. Solo allora la coda inizia a muoversi e ci viene il dubbio che si fosse formata solo per farci una sorpresa e festeggiare il nostro rientro...
Il movimento del serpentone continua ad essere fin troppo lento e così tra un rallentamento e l’altro arriviamo ad un area di servizio dove come diversivo assistiamo ad un litigio internazionale tra italiani, inglesi e tedeschi, sembra quasi una barzelletta, che si contendono un posteggio, non in prima, non in seconda, non in terza ma bensì in quarta fila!!!
Ripartiamo e la fila è ancora la, ad aspettarci. Appena dopo Bolzano ritroviamo un simpatico animatore tedesco che intrattiene gli automobilisti parlando dal sedile posteriore del suo furgone con un megafono, in un italiano un pò stentato, ma comunque molto divertente.
La fila procede e prima ancora di arrivare a Trento esce il sole e dato che la strada è ancora bloccata ci viene l’idea di scrivere una storia.
Io però sono impegnato alla guida, e poi non sono bravo e poetico come Lucetta, così lei prende il computer e comincia a scriverne l’Incipit.
Ecco che cosa è scaturito dalla sua fervida immaginazione:



ASIA

Asia è una giovane ragazza di venticinque anni. I suoi mossi capelli rossicci cercavano di liberarsi dalla morsa del nastro con cui erano stati legati. Non c'erano alternative.
Asia si stava arrampicando per arrivare in tempo al Rifugio Bolzano. Era partita dai laghetti di Fiè, dove il pullman l'aveva scaricata, e purtroppo aveva ancora molta strada da fare. Fortunatamente era una splendida giornata di sole.
Erano passate ormai tre settimana da quando Asia era partita dal Rifugio Firenze, ed ora continuava a vagare di rifugio in rifugio, cercando di non pensare a quello che aveva lasciato a casa.
Perché continuava a camminare verso l'alto?
Si era presa una pausa dalla vita.
Le sue tante amiche le avevano sconsigliato di mollare tutto e partire, ma le sue tre migliori amiche, Teresa, Viviana e Stefania, l'avevano incoraggiata da subito.
Non era la prima volta che si perdeva in pensieri sulle cime delle Dolomiti. Fin da piccola aveva trascorso molte vacanza in montagna e ultimamente ci era tornata sola, a volte con il fratello più piccolo di due anni, ma solo per delle toccate e fughe.
Doveva fare in fretta se voleva vedere il tramonto.
Quanto mancava?
A occhio rimaneva molta strada, mentre a giudicare dall'angolazione del sole erano già passate le quattro.
La sua famiglia l'aspettava a Monzambano, in provincia di Mantova, ma non le aveva messo nessuna pressiona. Lei era libera di tornare a Milano per finire l'università quando voleva.
Sapevano meglio di lei quanto potesse servirle ed esserle utile quel viaggio.
Lo sapeva anche la nonna, che l'ultima sera prima di partire le aveva preparato il suo piatto preferito, i caponsei.
Quando ci pensava sentiva sempre una fitta di nostalgia che la trafiggeva.
Anche quella notte aveva fatto un sogno e come spesso le accadeva se lo era ricordato perfettamente.
Doveva chiedere alle sue amiche che cosa significava ricordare i sogni.
Quanto manca ancora?

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