Sfortunatamente non siamo riusciti a trovare la guida che volevamo, ci tocca pescare nel mare dei locali sperando bene.
Gira la ruota ed esce il doppio zero... Non ci è andata bene, non tanto perché il tizio non parlava italiano, in qualche modo si faceva capire... Il problema era che come guida era molto improvvisata.
Il cielo è cupo. Il sole, anche se non si vede, c’è e si sente. Fa caldo. Chissà che sudata avremmo fatto se ci fosse stato pure il sole e fossimo venuti nelle ore più calde come quando siamo andati a Volubilis. Non oso immaginare...
Oggi finalmente si va a Marrakech, questa fantomatica e decantata città.
Bello il Marocco.
Altre tre ore e siamo a Marrakech.
Un viaggio lungo e da “Avventure”, ma che
qui in Marocco scopriamo non essere molto affine alle leggi locali. Poco prima
del nostro arrivo infatti veniamo fermati dalla polizia per un semplice
controllo di routine.
Io non ho assistito al fatto, ma pare che
Yussef in quell’occasione abbia lasciato una piccola mancia per non farsi
“contestare” le troppe ore di lavoro/guida. In pratica con noi ci sarebbero
dovuti essere due autisti per darsi il cambio nelle tante ore consecutive di
guida. Non che Yussef abbia mai manifestato problemi, anzi è sempre stato
bravissimo, ma questo è altro un risvolto per cui non mi piace la modalità
“express” del viaggio.
Arriviamo nel tardo pomeriggio. Si sente
subito il clima completamente differente, molto più caldo.
Prendiamo possesso delle camere, non
senza problemi perché la maggior parte sono ancora da pulire e mancano di
lenzuola e asciugamani, quindi andiamo verso la famosa Piazza degli impiccati.
Il caldo è ancora ben presente,
mettendosi all’ombra non si sta male.
Purtroppo per arrivare alla piazza passiamo attraverso strade trafficate colme di smog e odori sgradevoli.
Il gruppo sta cercando una terrazza dove
ci si possa sedere a godere il tramonto. Io e Cassandra li accompagniamo, manca
ancora più di un'ora e non abbiamo intenzione di perdere troppo tempo.
Decidiamo di andare a farci un giro. Salutiamo tutti e ci infiliamo alla cieca
nella medina.
Dire che è caotico sarebbe un eufemismo
simile al dire ad un tarantolato che lo vedo tranquillo.
Se però non contiamo lo smog dei motorini
che passano tra la gente, doverli evitare all'ultimo secondo, le migliaia di
turisti che camminano con il naso all'insù senza guardare dove mettono i piedi,
se non si conta quello che c'è da evitare per terra per non portare a casa un
souvernir gratuito e poco gradito... Allora la medina ha il suo fascino.
Effettivamente ci sono centinaia di
negozietti colorati che vendono di tutto. Personalmente non ho visto nulla che
attirasse la mia attenzione, a parte qualche pasticceria.
Negozi di scarpe, vestiti, borse, generi
alimentari di qualunque tipo... Un po' me lo ero immaginato così, un
caleidoscopio commerciale che continua a girare all'infinito, per cui
continuiamo a girare a caso, seguendo l'istinto del turista che prima o poi si
imbatte nell'affare della vita e quasi sicuramente si ritrova vittima della
fregatura del secolo.
Quando ne abbiamo abbastanza torniamo
indietro e andiamo in piazza dove ci sono moltissimi venditori ambulanti di
Olio di Argan. Cassandra è tentata di strappare un bottiglione ad un ottimo
prezzo. Nella contrattazione il prezzo si abbassa troppo velocemente… La
profezia sembra manifestarsi, molla il colpo. C'è sotto qualcosa... Meglio
aspettare domani e chiedere alla guida se ne vale la pena.
Ci infiliamo in un altro ramo della
medina. Stavolta finiamo in una zona di artigiani di un altro tipo. Oltre a
tutto il resto già visto, c'è anche una zona buia dove lavorano il metallo e
creano oggetti con martelli e fiamma ossidrica.
Si potrebbe girare per ore, ma non
vorremmo rischiare di ritrovarci venduti come schiavi in qualche mercato
illegale.
No, qui non succede. Appena manifestiamo sul volto un accenno di incertezza, la gente del luogo capisce subito e senza aspettare la nostra domanda ci indica la direzione per tornare alla piazza.
I pessimi odori della piazza sembrano
accentuarsi con la sera, o forse sono io che inizio a non tollerarli più...
Ovviamente non parlo delle bancarelle...
dell'eau de turcà emanato da tutto il selciato della piazza...
Mai stato più felice di essere
vegetariano e dover rifiutare l'invito a cena.
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