martedì 27 agosto 2024

Orzate di sopra - Marrakech

Oggi andiamo a vedere un’altra kasbah, o meglio una collina dove ci sono ancora molte kasbah, di cui sette abitate. È un luogo famoso per il cinema, vi sono stati girati e vengono ancora girati molti film come: il Gladiatore, Game of Thrones, Lawrence d’Arabia, Indiana Jones 4, Prince of Persia, il Gladiatore due, e molti altri.

Sfortunatamente non siamo riusciti a trovare la guida che volevamo, ci tocca pescare nel mare dei locali sperando bene.

Gira la ruota ed esce il doppio zero... Non ci è andata bene, non tanto perché il tizio non parlava italiano, in qualche modo si faceva capire... Il problema era che come guida era molto improvvisata.

Inizia raccontandoci di aver fatto la comparsa in almeno dieci dei film girati qui, e a parte la storia delle riprese non sembra molto ferrato sulla vera storia del luogo che stiamo visitando.

Il cielo è cupo. Il sole, anche se non si vede, c’è e si sente. Fa caldo. Chissà che sudata avremmo fatto se ci fosse stato pure il sole e fossimo venuti nelle ore più calde come quando siamo andati a Volubilis. Non oso immaginare...

In ogni caso il luogo è molto bello, sebbene inquinato dai troppi venditori per turisti, compresa la guida stessa che nella salita fa un pit stop presso la sua attività per venderci il suo artigianato. Le stradine si arrampicano tra le case e tra le kasbah fino a raggiungere le mura che circondano la cima. Oltre non c'è praticamente nulla se non una piccola torre di guardia, ormai inaccessibile dopo l’ultimo terremoto.


Gli scorci però sono molto belli e fotogenici, per cui nonostante avessimo capito poco del tour, ci accontentiamo.

Oggi finalmente si va a Marrakech, questa fantomatica e decantata città. 

Attraversiamo per l'ultima volta i monti dell'Atlante, la famosa catena montuosa marocchina. Mentre lo facciamo ci viene naturale pensare alla bandiera marocchina i cui colori sono il rosso e il verde. La terra delle montagne è proprio di un rosso intenso, a volte più scuro a volte meno, quasi come la bandiera quando si muove nel vento e le parti in ombra sembrano più scure. Per di più queste montagne sono in parte colorate anche del verde dei rari cespugli d’erba, dei pini quasi solitari e degli alberi che popolano il fondovalle. Rosso e verde.

Bello il Marocco.

Ci fermiamo per un pranzo veloce poco dopo un passo di circa 2000 metri, in pieno alto Atlante. Spira un venticello che farebbe decollare senza problemi un deltaplano…

Altre tre ore e siamo a Marrakech.

Un viaggio lungo e da “Avventure”, ma che qui in Marocco scopriamo non essere molto affine alle leggi locali. Poco prima del nostro arrivo infatti veniamo fermati dalla polizia per un semplice controllo di routine.

Io non ho assistito al fatto, ma pare che Yussef in quell’occasione abbia lasciato una piccola mancia per non farsi “contestare” le troppe ore di lavoro/guida. In pratica con noi ci sarebbero dovuti essere due autisti per darsi il cambio nelle tante ore consecutive di guida. Non che Yussef abbia mai manifestato problemi, anzi è sempre stato bravissimo, ma questo è altro un risvolto per cui non mi piace la modalità “express” del viaggio.

Arriviamo nel tardo pomeriggio. Si sente subito il clima completamente differente, molto più caldo.

Prendiamo possesso delle camere, non senza problemi perché la maggior parte sono ancora da pulire e mancano di lenzuola e asciugamani, quindi andiamo verso la famosa Piazza degli impiccati.

Il caldo è ancora ben presente, mettendosi all’ombra non si sta male.

Purtroppo per arrivare alla piazza passiamo attraverso strade trafficate colme di smog e odori sgradevoli.

Anche la piazza, rinomata per le sue bancarelle di cibo da strada non è proprio questo esempio di pulizia, diciamo che ricorda l’aggettivo per definire una signora dell'Anatolia...

Il gruppo sta cercando una terrazza dove ci si possa sedere a godere il tramonto. Io e Cassandra li accompagniamo, manca ancora più di un'ora e non abbiamo intenzione di perdere troppo tempo. Decidiamo di andare a farci un giro. Salutiamo tutti e ci infiliamo alla cieca nella medina.

Dire che è caotico sarebbe un eufemismo simile al dire ad un tarantolato che lo vedo tranquillo.

Se però non contiamo lo smog dei motorini che passano tra la gente, doverli evitare all'ultimo secondo, le migliaia di turisti che camminano con il naso all'insù senza guardare dove mettono i piedi, se non si conta quello che c'è da evitare per terra per non portare a casa un souvernir gratuito e poco gradito... Allora la medina ha il suo fascino.

Effettivamente ci sono centinaia di negozietti colorati che vendono di tutto. Personalmente non ho visto nulla che attirasse la mia attenzione, a parte qualche pasticceria.

Negozi di scarpe, vestiti, borse, generi alimentari di qualunque tipo... Un po' me lo ero immaginato così, un caleidoscopio commerciale che continua a girare all'infinito, per cui continuiamo a girare a caso, seguendo l'istinto del turista che prima o poi si imbatte nell'affare della vita e quasi sicuramente si ritrova vittima della fregatura del secolo.

Quando ne abbiamo abbastanza torniamo indietro e andiamo in piazza dove ci sono moltissimi venditori ambulanti di Olio di Argan. Cassandra è tentata di strappare un bottiglione ad un ottimo prezzo. Nella contrattazione il prezzo si abbassa troppo velocemente… La profezia sembra manifestarsi, molla il colpo. C'è sotto qualcosa... Meglio aspettare domani e chiedere alla guida se ne vale la pena.

Ci infiliamo in un altro ramo della medina. Stavolta finiamo in una zona di artigiani di un altro tipo. Oltre a tutto il resto già visto, c'è anche una zona buia dove lavorano il metallo e creano oggetti con martelli e fiamma ossidrica.

Si potrebbe girare per ore, ma non vorremmo rischiare di ritrovarci venduti come schiavi in qualche mercato illegale.

No, qui non succede. Appena manifestiamo sul volto un accenno di incertezza, la gente del luogo capisce subito e senza aspettare la nostra domanda ci indica la direzione per tornare alla piazza.

E noi seguiamo il consiglio. Ritroviamo il gruppo che si era stancato di aspettare il tramonto ed è sceso a perlustrare le bancarelle di succhi di frutta e gli incantatori di serpenti. È quasi ora di cena e si apprestano a cercare un ristorante.

I pessimi odori della piazza sembrano accentuarsi con la sera, o forse sono io che inizio a non tollerarli più...

Ovviamente non parlo delle bancarelle... dell'eau de turcà emanato da tutto il selciato della piazza...

Mai stato più felice di essere vegetariano e dover rifiutare l'invito a cena.

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