sabato 24 agosto 2024

Chefchauen-Fes

Questa mattina lasciamo la città blu, abbiamo molti chilometri da percorrere per arrivare a Fes.

Prima, subito dopo colazione, andiamo a perderci per un’oretta nei vicoli della città, questa volta deserti.

Come a Meknes incontriamo solo pochissime persone che si stanno svegliando e vanno ad aprire bottega o a fare la spesa.

Non abbiamo molto tempo ma la città è talmente piccola da riuscire a perlustrarla in gran parte oltre che a perderci nei suoi vicoli. Ogni angolo è una finestra che fa sognare di intravedere un mondo blu, con porte disegnate da un artista che portano verso chissà quale cielo.

Purtroppo dobbiamo tornare al pulmino ben prima che mi stanchi di scattare foto. Sono comunque soddisfatto e credo che nel mio museo personale ne appenderò molte fatte oggi.


Il viaggio di oggi è molto lungo, alla fine mi è sembrato meno traumatico di quello ieri. Per lo meno sembra fare meno caldo.

Arriviamo a Fes intorno alle 15 e iniziamo subito il giro della medina saltando a piè pari il pranzo. Per fortuna io e Cassandra avevamo pensato a tutto e ci siamo premuniti con la piadina preparata la sera prima mentre eravamo in hotel. San Cassandra ha avuto un’ottima intuizione, altrimenti non so sarei uscito vivo dalla medina.

Prima tappa la conceria di pelli, cosa che non mi interessa molto, salgo solo per vedere dall’alto dove immergono le pelli per ammorbidirle e imprimere loro il colore.

Di questa visita ricordo solo la terribile puzza che non proveniva dalle pelli, come temevo, bensì dal guano di piccione usato per ammorbidire la pelle. Il rametto di menta che ci hanno dato come rimedio purtroppo non serve a nulla.

Usciti dal negozio, dove credo solo Giorgio abbia comprato qualcosa, un piccolo cappello stile cowboy, ci inoltriamo in un dedalo di viuzze e vicoli che in confronto a quelli visti a Meknes sono trafficati come un’autostrada ad inizio agosto.


Tutta la città sembra un unico immenso bazar in cui si può trovare di tutto.

Passiamo davanti all’Università di al-Qarawiyyin, quella che dovrebbe essere la più antica università del mondo: 

fondata nell’859 d.C., è tutt’oggi funzionante. Non si può entrare perché ci sono gli studenti di teologia, ne vediamo da fuori un paio di ingressi.

Andiamo a vedere un’antica madrasa del 1300. La scuola coranica oggi è stata restaurata e musealizzata per essere aperta al pubblico, non ci sono studenti qui, studiano in un’altra struttura più moderna.

Le stanze che si aprono sul cortile interno sono minuscole e non si capisce bene se per ogni persona fosse adibita una delle stanzette, purtroppo non ci sono spiegazioni e la guida non ne fornisce.



Salendo ai piani superiori abbiamo delle vedute sulle vie della medina davvero spettacolari, una in particolare sui tetti verdi di quella che dovrebbe essere parte dell’università vista prima, davvero bellissima sebbene si vedano solo tetti. 

Continuiamo ad esplorare, ci perdiamo con i sensi e le emozioni nel mercato finché la guida sterza bruscamente a sinistra in un vicolo e sbuchiamo dopo qualche anfratto in una piccola piazza con una moschea.

Ci guardiamo intorno per ritrovarci e scopriamo effettivamente che Alessandra si è fatta prendere la mano dalle emozioni del mercato ed ha tirato dritto.

Che si fa? Tagliamo la testa al toro, torno indietro e con un paio di messaggi e una chiamata su whatsapp la ritrovo riconducendola al gruppo, anche se credo si stesse comunque divertendo.

Gatti, gatti e gatti, ovunque.

Mentre si cammina nella medina non c’è da fare attenzione solo alle persone, soprattutto ai gatti che sbucano ad ogni anfratto e a volte si mettono a dormire proprio in mezzo al vicolo. SPQG, sono pazzi questi gatti.

Rispetto a Chefchaouen sono un po’ più sofferenti e magri. Niente cani qui, per fortuna loro.

Proseguiamo la visita immersi nei felini. Usciamo per andare a vedere una fabbrica di ceramica dove creano anche tavoli e altro con mosaici, quindi vista panoramica sulla città e finalmente hotel.

In teoria qui si potrebbe usare anche la piscina, ma siamo arrivati troppo tardi ed è già chiusa… Mi consolo con una birra e una pizza, ordinate al bar dell’hotel assieme agli altri prima che vadano a cena.

Purtroppo il bar farà musica ad alto volume per buona parte della notte e non riuscirò a dormire molto… Peccato, era l’hotel migliore finora.

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