Stamattina si va a Valparaiso, ma per farlo dobbiamo
andare alla stazione degli autobus. Vicino all’hotel c’è giusto una fermata
della metro che ci porta lì vicino. Purtroppo non avevamo fatto i conti con il
sistema anti evasione dei mezzi cileno: non esistono biglietti, solo tessere
magnetiche. Proviamo ad informarci su come funziona, ma proprio in quel momento
agli sportelli si verifica un tentativo di furto sotto i nostri occhi. Una
ragazza in coda sta parlando allo sportello e dietro di lei un ragazzo tenta di
scipparle il portafoglio o il cellulare, non si capisce.
Per evitare complicazioni con la polizia che sta
sopraggiungendo, usciamo dalla stazione e decidiamo di andare a piedi. Che vuoi
che siano tre o quattro stazioni della metro?
Camminiamo e camminiamo. A nostre spese scopriamo che la
stazione degli autobus è più lontana di quello che pensavamo. Altro che tre o
quattro fermate, saranno almeno una decina, tutte molto più distanti tra loro
rispetto a quelle italiane.
Dopo quasi due ore arriviamo finalmente a destinazione.
Inutile dire che Norina e Giuliana sono stremate. Saliamo sul pullman quasi al
volo e dopo nemmeno altre due ore siamo a Valparaiso.
Stavolta prendiamo un taxi per andare nella zona più
caratteristica della città dove ci sono dei grandi ascensori colorati
dall'aspetto di vecchie funivie. Potremmo anche fare la salita a piedi, ma
considerando il costo, circa venti centesimi, e le condizioni di Norina e
Giuliana, optiamo per gli ascensori. Ricchissimo di particolari ostelli e case
e palazzi, tutti coloratissimi di centinaia di murales, siamo in un quartiere
molto carino, artistico è dire poco.
Il clima è piacevole, primaverile, e in giro troviamo
pochi turisti e alcune scolaresche.
Ci sono così tanti murales che temo di aver fatto più
foto oggi che durante tutto il soggiorno all’isola di Pasqua. Ad ogni angolo
che giriamo tutte le case e le vie del quartiere sono dipinte. Inevitabilmente
si scatena la caccia ai murales, come se stessimo visitando un enorme museo a
cielo aperto.
Dopo aver mappato tutte le strade del quartiere meglio di
Google Maps, scendiamo verso il porto, facciamo un rapido spuntino e ci
dirigiamo verso la metro, destinazione Viña del Mar.
Anche qui serve una tessera magnetica, ma se ne può
acquistare una per tutti e caricarla con le sole corse di cui abbiamo bisogno.
Dopo solo dieci minuti di viaggio panoramico, la metro
corre sul mare, arriviamo a destinazione. Da lì al mare però ci manca ancora un
bel pezzo, per la gioia delle signore genovesi.
Lentamente, ma costantemente, il nostro passo ci porta in
riva al mare, dove nella bella stagione si affollano migliaia di persone sulle
spiagge. Il lungo mare da dove siamo noi mi ricorda molto quello di Napoli, ma
senza Castel dell'Ovo.
Dopo una breve pausa al sole, si sta bene ma non fa
caldo, riprendiamo la strada per la metro e la stazione dell'autobus.
Il ritorno verso Santiago è un pochino più problematico e
a causa del traffico ci metteremo un po' di più rispetto all'andata.
Stavolta però prendiamo un taxi per rientrare in hotel.
Tutti tranne Pier che decide di rifare la strada a piedi per godersi la città e
scoprire qualche paninaro volante lungo la strada.
Al mio
arrivo, finalmente, mi aspetta un po' di corsa nel parco. Sono stanco morto e
le gambe non sono al meglio, ma poterle sciogliere ad un certo ritmo mi ridà
energia poco a poco. Inoltre c'è un sacco di gente che corre e va in
bicicletta, oltre a quelli che camminano o stanno anche solo sulle panchine a
fumare. Sono stato fortunato a trovare questo angolo di verde, non sembra
proprio di essere nel centro città.
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