Ci
svegliamo presto.
Oggi
è il momento di Lucetta.
Dopo
aver cercato di temprare il fisico nei primi giorni è arrivata l'ora
di superare l'ultima prova, il vero motivo per cui è venuta in
montagna:
Il
Cristo pensante!
Partiamo
in auto abbastanza di buon ora, anche forse avremmo dovuto muoverci
prima per evitare tutto il traffico che potremmo trovare lungo la
strada. Dovremo fare circa settanta chilometri, che non sono molti,
il problema è che per arrivare a destinazione passeremo nella val di
Fassa, conosciuta da tutti come il buco nero del traffico alto
atesino. Se si rimane invischiati l'infinita coda che da Canazei
attraversa tutta la Valle per l'unica strada esistente, si rischia di
perdere l'occasione di arrivare a destinazione ad un orario decente.
Inoltre prima si deve attraversare il passo Sella e scendere fino a
Canazei.
Come
dicevo partiamo preso e arriviamo senza problemi a Canazei. Dopo solo
quindici minuti ne usciamo e senza dire una parola scaramantica
proseguiamo. Nel senso di marcia opposto lo spettacolo che
incontriamo ci fa ghiacciare il sangue nelle vene: chilometri e
chilometri di code che si muovono quasi a passo d'uomo.
Il
nostro percorso invece incontra solo in un paio di occasioni qualche
rallentamento, finché, sempre silenziosamente per non attirare
l'attenzione, usciamo dalla valle e passata Moena, iniziamo a salire
verso passo Rolle.
Quasi
giunti a destinazione ci ritroviamo a passare nella splendida foresta
del Paneveggio in cui crescono alberi altissimi e dritti come dei
pali della luce. Proprio per questo per secoli sono stati presi qui
gli alberi che hanno fatto da fondamenta per le case della laguna di
Venezia.
Ma
il legno di questa foresta forse è più conosciuto per altre sue
pregiate qualità, infatti veniva utilizzato per la costruzione dei
violini Stradivari.
Finalmente,
dopo solo un'ora e mezza di auto, arriviamo a passo rolle. Qui c'è
una navetta che porta le persone fino alla Baita Segantini, punto di
partenza per la scalata del Monte Castellazzo, in cima al quale è
stata portata la statua del Cristo Pensante.
Io
non ce la faccio.
Infilo
lo zaino e parto verso la Baita Segantini, lasciando Lucetta ed i
miei genitori in attesa della prossima navetta.
E'
una bella passeggiata in salita con un dislivello di nemmeno trecento
metri. In circa venti minuti/mezzora sono già seduto sulle panche
della Baita con una birra in mano e il panorama mozzafiato delle Pale
di San Martino proprio davanti.
Finisco
la birra e sto per ordinarne un'altra quando arrivano Lucetta ed i
miei genitori con la navetta.
Passiamo
dunque all'azione e ci incamminiamo verso il Monte Castellazzo.
Il
sentiero è molto scorrevole e arriviamo alla base della salita in
mezzora circa, forse quarantacinque minuti. Lucetta non vuole ancora
forzare.
Quando
ci troviamo di fronte il susseguirsi di tornanti che si arrampicano a
zig zag sul fianco della montagna è proprio un bello spettacolo. Con
calma ci apprestiamo a salire, Lucetta, anche se lentamente viene su
che è un piacere, mio padre pure, mia mamma un pò meno. Con calma
però arriva pian piano anche lei. Lei arriva ovunque.
Ci
mettiamo un'oretta per scalare il Monte Castellazzo ma poi siamo
sulla cima, tra le trince della prima guerra mondiale, a testimoniare
qualcosa che per fortuna oggi in quei luoghi è solo un lontano
ricordo.
Sulla
grande vetta ci sono tantissime persone e tutte vogliono farsi
fotografare con la grande croce e la statua del Cristo pensante.
Lucetta
non è da meno.
Si
mette in posa per mio padre che con macchina fotografica alla mano
aspetta, e aspetta, e aspetta. Ma il momento e il turno di Lucetta
sembra non arrivare mai così spazientito si mette a dirigere il
traffico fotografico dicendo.
"Eh
no! Adesso tocca a lei!"
Messo
in riga tutti con l'autorità di un austriaco, scatta circa
centocinquanta foto con la sola Lucetta e la Statua del Cristo senza
nessun'altro che ne rovini la cornice.
Quando
se ne va un ragazzino lo insegue con la fotocamera alla mano dicendo:
"Insegnami,
Maestro!"
E
gli acciacchi di Lucetta?
Svaniti
nel nulla.
Possibile
che il Cristo pensante abbia fatto il miracolo?
Comunque
Lucetta è raggiante e così dopo aver mangiato e fatto un pò di
foto ci riposiamo al sole.
Anche
qui la giornata è fantanstica ed il panorama bellissimo. Per
immortalarlo meglio salgo su una piccola cima che sta ancora più in
alto rispetto al Cristo pensante.
Sono
solo tre o quattro metri quadrati di spazio per cui attendo che non
ci sia nessuno, salgo, mi siedo e comincio a scattare con l'ipod le
fotopanoramiche che poi verranno messe assieme per creare un unica
sontuosa fotografia.
Quando
sto per scendere incrocio un signore che mi dice:
"Bello
fare le foto col telefono?"
Mi
sta chiaramente prendendo in giro e lo capisco quando estrae dallo
zaino un cavalletto da un metro ed una macchina fotografica con un
grand'angolo grosso quanto la sua testa.
Finite
le foto iniziamo la lunga discesa, anzi lunghissima. Infatti Lucetta
riesce ad andare incredibilmente più lenta in discesa che in salita.
Arriviamo
a metà strada con la macchina ed incrociamo un'altro rifugio...
E
l'ora della Merenda!
Per
me è una birra è sempre sufficiente.
Il
rientro a casa in auto è ancora tranquillo, per fortuna. Sempre
nell'altro senso di marcia incrociamo le stesse macchine che avevamo
visto in mattinata, chissà per quanto tempo sono riusciti a scendere
da esse prima di risalirvi...