giovedì 27 luglio 2017

Va a ciapà i Rand! - Giorno 2

Cape Town - Signal Hill - Hout bay - Cape Good Hope - Cape Point - Boulders Beach - Cape Town


La sveglia è incredibilmente dura. Nonostante la sera prima la finale di champions della Juve sia finita bene e mi sia addormentato subito, ci svegliamo distrutti.
Il primo giorno in terra sudafricana sarà ricco di cose da fare e dopo colazione partiamo subito per Signal Hill. Si tratta di una collina in mezzo alla città su cui i giovani, nelle serate estive si ritrovano per ammirare il tramonto, sorseggiando un bicchiere di vino.
Alle 8:30 di mattina sulla collina non c'è nessuno a parte noi. Possiamo ammirare il panorama e il tramonto tranquillamente.
Un momento! È mattina, quindi è l'alba! Qui il sole sorge dalla parte sbagliata? Per come è disposta la città sembra quasi che il sole sorga ad Ovest, ma dopo aver controllato la bussola ci rendiamo conto dell'errore.
Oltre al panorama ammiriamo anche la “testa di leone”, un'altra collina che assomiglia al profilo del Re degli animali. Finalmente oggi la Table Mountain è libera dalle nuvole. Dopo una prima raffica di foto ci muoviamo verso Hout Bay, dove veniamo imbarcati alla volta dell'isola delle foche.
Nessuno ha fatto colazione e fino a quando siamo saliti sul battello, io e Cassandra ci sentivamo dei privilegiati per averla fatta in camera con le nostre scorte. Poi le onde hanno iniziato a farci ondeggiare e la paura di essere invece condannati è cresciuta.
Per fortuna il viaggio dura poco.
La colonia di foche è comodamente adagiata su un grosso scoglio in mezzo al mare sporco e schiumoso. Sembrano in attesa del sole quindi non si spostano dal .
Pochi minuti per le foto e si ritorna indietro.
L'escursione dura davvero poco, ma le foche sono simpatiche e poi il biglietto non è costato molto.
Ci dirigiamo ora verso il Capo di Buona Speranza che assieme a Cape Point, fa parte di un parco naturale protetto.

Cobus ci scarica in riva al mare, dove possiamo fare un po' di trekking assaporando qualche salita e una bellissima vista sull'oceano.
Ci sono diversi punti panoramici che cadono a strapiombo sul mare e una grande spiaggia bianca su cui la forza dell'oceano scarica i suoi ultimi respiri.
Tra una gola e l'altra incontriamo il Dacie, un piccolo mammifero che ricorda un po' una marmotta, insomma un grosso topo. In realtà, anche se risulta difficile crederlo, è un cugino dell'elefante. Un topofante. Ce ne sono molti e non sembra abbiano paura dell'uomo, anzi sono abbastanza disinteressati.

Il percorso sale fino a una stazioncina da cui parte una cremagliera per la cima, dove c'è il faro di Cape Point.
In cima dovrebbero esserci anche i temuti babbuini. Temuti perché contrariamente a quanto sembrano simpatici nei documentari, pare siano molto aggressivi e attratti dal cibo. Saliamo a piedi, ma con circospezione, stando attenti a scorgere ogni minimo segno di movimento. Quando arriviamo alla fine della salita invece dei babbuini nemmeno l'ombra. Forse c'era troppa gente.

Ci sono però dei piccoli uccelli coloratissimi e un bellissimo panorama. Pier ci spiega che questo, contrariamente a quanto pensavo, non è il punto più a sud dell'Africa: non è qui dove gli oceani si incontrano, bensì a quattrocento chilometri più in là, a Capo Agulhas. In ogni caso, complice la prospettiva, lo trovo ugualmente suggestivo.
Riprendiamo la strada e andiamo a vedere i pinguini. In realtà saremmo dovuti andare a Boulders Beach, dove si paga il biglietto d'ingresso per vedere una colonia di questi animaletti, ma Cobus ci accompagna in un'altra spiaggia libera, in cui secondo lui a volte si possono vedere liberamente.

Difatti c'è una piccola colonia transennata all'interno della quale i pinguini hanno fatto il nido e a volte nuotano e passeggiano sulla spiaggia oltre le transenne. Hai capito l'autista che dritta ha estratto dal cilindro?
In un primo momento mi fanno uno strano effetto. Sarà che sono troppo vicini, ma finché stanno fermi a prendere il sole non sono così simpatici come uno potrebbe pensare. Poi però basta che si alzino, sbattano le ali e provino goffamente a camminare, oppure a saltare da un sasso all'altro, ed ecco che viene restituita loro giustizia.
Chiedo venia.
In serata torniamo al Waterfront, tutti assieme stavolta, per fare shopping e poi cenare.
Per venire incontro a me e Cassandra si sceglie un ristorante che possa fare anche dei piatti vegetariani. Ne troviamo uno e ordiniamo entrambi penne primavera, ma senza formaggio.
I piatti arrivano in modo abbastanza rapido e tutti sono soddisfatti. Io un po' meno: il formaggio non c'era, ma in compenso il cuoco ha ben pensato di immergere le penne in un lago di panna.
La fame è una brutta bestia, e poi domani saremo ancora a città del capo, così rischio e mangio. Buona, per essere in Sudafrica, ma a me sembra buona.
Per fortuna l'indomani non ci sono state conseguenze, che fosse panna di soia?

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