venerdì 13 novembre 2015

Le case del Celio



Già duemila anni fa, Roma era soffocata dai palazzi, dai templi, ma soprattutto dalle insulae, dei grandi complessi di case popolari alte fino a cinque o sei piani.
Al giorno d'oggi, specialmente in centro, è difficile pensare che ci siano ancora delle Insulae visibili, invece non è così, solo che nessuno sa dove cercarle.
Un esempio molto evidente, ma che passa inosservato, sono quelle dell'Ara Coeli, alla destra dell'altare della patria. Un altro invece sono le case sotto il colle Celio, di fronte al Palatino.

Salendo il clivo di scauro, una strada antichissima che doveva collegare il circo massimo con il Colosseo, si arriva alla basilica dei santissimi Giovanni e Paolo. Questi non erano gli apostoli, ma due ufficiali dell'esercito di Costantino, martirizzati proprio in questo luogo per ordine dell'imperatore Giuliano l'apostata.
Sotto la basilica infatti, intorno al secondo secolo dopo cristo c'era un insulae con le sue botteghe. Accanto ad essa sorgeva una piccola domus. Successivamente tutto il complesso fu acquistato da un unico proprietario che lo unificò in una sola struttura, facendoci pervenire fino ai giorni nostri delle stanze affrescate in maniera spettacolare.

Ciò fu possibile proprio perché sopra di essa venne costruita la basilica, interrando così la insulae e la domus. Ma perché la costruirono?
Per via di Giovanni e Paolo: i due ufficiali dell'esercito di Costantino, che vivevano proprio in questa domus quando Giuliano divenne imperatore. Esso cercò di eliminare alla radice il problema dei cristiani e, dato che si conosceva l'orientamento religioso dei due ufficiali, questi vennero prima arrestati, poi incarcerati e quindi uccisi. 
 

Essendo stati assassinati in questa casa, i cristiani iniziarono a venire qui in pellegrinaggio per pregare sulle tombe dei martiri. Col passare del tempo fu eretta una basilica a loro dedicata.
Uscendo dal museo abbiamo giusto il tempo di ammirare uno dei pochi campanili medievali sopravvissuti di Roma, con i suoi piatti colorati incastonati tra i mattoni. Sotto di esso si possono vedere chiaramente le enormi pietre di travertino che un tempo componevano la base del tempio di Claudio. Chissà che un giorno non lo si possa visitare, per il momento non ci rimane che aspettare, e sognare ad occhi aperti.
Che male c'è a sognare?
Da quando ho iniziato a visitare Roma in compagnia di Cassandra io lo faccio tutti i giorni, ad occhi aperti, vivendo in due dimensioni parallele.
Ammirando dall'alto il Clivo di Scauro, ci addentriamo in un parco, altro angolo segreto, fiscalmente custodito da questa città, questa diva, tanto orgogliosa del suo passato, quanto gelosa dei suoi tesori ancora da scoprire. Tesori che neanche a dirlo, per il momento possiamo solo sognare.

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