mercoledì 11 novembre 2015

Lo Stadio di Domiziano




Come tutti sanno nell'antica Roma c'era l'anfiteatro Flavio, meglio conosciuto al giorno d'oggi come Colosseo. Usato per le esecuzioni, per gli scontri con animali feroci e soprattutto le battaglie dei gladiatori. Poi c'era il circo massimo, dove correvano le Formula uno dell'epoca: le bighe e le quadriglie. Divertimenti per il popolo che era letteralmente assetato di spettacolo, e anche un po' di sangue.
L'imperatore Domiziano, della famiglia dei Flavi, però cercò di dare qualcosa di diverso alla gente: le olimpiadi.
Fece infatti costruire uno stadio sopra l'allora campo marzio, uno spazio usato dall'esercito per le esercitazioni.


Anche se non è più visibile come il Colosseo o il circo massimo, lo stadio in un certo senso esiste ancora oggi, ma è rimasto ben poco del suo aspetto originale. Solo qualche muro e un paio di accenni di scale che portavano ai piani superiori. Ciò che possiamo vedere oggi è piazza Navona. Se la si osserva dall'alto infatti si riconosce facilmente la forma dello stadio, sui cui spalti sono state costruite le case che circondano la piazza. Al centro è rimasto il campo dove gli atleti si sfidavano. Era della lunghezza di uno stadio, ovvero l'unità di misura greca da cui la struttura prende il nome, circa 180 metri.
Il complesso era molto grande, largo poco più di cento metri, alto trenta, era lungo quasi 280 metri.
Qui venivano disputati ogni quattro o cinque anni le gare classiche delle olimpiadi greche, allo stile greco, ovvero nudi.
Non erano dei giochi molto popolari tra i romani che preferivano le lotte, di fatto la disciplina più popolare era proprio la lotta.
Domiziano fu tra i primi a capire che per avere il popolo dalla propria parte gli si doveva dare il divertimento, difatti fu lui che, oltre allo stadio, terminò di costruire il Colosseo ricostruì il circo massimo, andato in parte distrutto da un incendio.
Domiziano, nonostante cercasse di ingraziarsi il popolo, non si fidava di nessuno e gli bastava un semplice sospetto per mandare a morte chiunque. Istituì perfino una rete di spie in tutta Roma, così fitta che nessun cittadino poteva dormire sonni tranquilli per la paura di essere denunciato.
Dopo la sua morte, avvenuta per causa violenta, gli imperatori divennero, non più ereditari per diritto di nascita, ma chi stava al potere si sceglieva il proprio successore. Fu così che ebbe inizio il periodo di massimo splendore dell'impero.

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