Come
tutti sanno nell'antica Roma c'era l'anfiteatro Flavio, meglio
conosciuto al giorno d'oggi come Colosseo. Usato per le esecuzioni,
per gli scontri con animali feroci e soprattutto le battaglie dei
gladiatori. Poi c'era il circo massimo, dove correvano le Formula uno
dell'epoca: le bighe e le quadriglie. Divertimenti per il popolo che
era letteralmente assetato di spettacolo, e anche un po' di sangue.
L'imperatore
Domiziano, della famiglia dei Flavi, però cercò di dare qualcosa di
diverso alla gente: le olimpiadi.
Fece
infatti costruire uno stadio sopra l'allora campo marzio, uno spazio
usato dall'esercito per le esercitazioni.
Anche
se non è più visibile come il Colosseo o il circo massimo, lo
stadio in un certo senso esiste ancora oggi, ma è rimasto ben poco
del suo aspetto originale. Solo qualche muro e un paio di accenni di
scale che portavano ai piani superiori. Ciò che possiamo vedere oggi
è piazza Navona. Se la si osserva dall'alto infatti si riconosce
facilmente la forma dello stadio, sui cui spalti sono state costruite
le case che circondano la piazza. Al centro è rimasto il campo dove
gli atleti si sfidavano. Era della lunghezza di uno stadio, ovvero
l'unità di misura greca da cui la struttura prende il nome, circa
180 metri.
Il
complesso era molto grande, largo poco più di cento metri, alto
trenta, era lungo quasi 280 metri.
Qui
venivano disputati ogni quattro o cinque anni le gare classiche delle
olimpiadi greche, allo stile greco, ovvero nudi.
Non
erano dei giochi molto popolari tra i romani che preferivano le
lotte, di fatto la disciplina più popolare era proprio la lotta.
Domiziano
fu tra i primi a capire che per avere il popolo dalla propria parte
gli si doveva dare il divertimento, difatti fu lui che, oltre allo
stadio, terminò di costruire il Colosseo ricostruì il circo
massimo, andato in parte distrutto da un incendio.
Domiziano,
nonostante cercasse di ingraziarsi il popolo, non si fidava di
nessuno e gli bastava un semplice sospetto per mandare a morte
chiunque. Istituì perfino una rete di spie in tutta Roma, così
fitta che nessun cittadino poteva dormire sonni tranquilli per la
paura di essere denunciato.
Dopo
la sua morte, avvenuta per causa violenta, gli imperatori divennero,
non più ereditari per diritto di nascita, ma chi stava al potere si
sceglieva il proprio successore. Fu così che ebbe inizio il periodo
di massimo splendore dell'impero.
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