Oggi
intraprendiamo un viaggio alla scoperta di quella che era l'antica
Roma, scomparsa, ma ancora presente nelle abitazioni moderne. Un
viaggio all'interno di uno dei tanti palazzi che al suo interno
nasconde più duemila di storia, di vita, di ristrutturazioni e di
trasformazioni.
Ci
troviamo sotto palazzo Specchi, a due passi dal teatro Marcello e
dall'Ara coeli, ove ancora resistono i resti di un complesso della
Roma imperiale chiamato Insulae. Come già detto in più occasioni,
le Insulae erano dei palazzoni che avevano al pian terreno degli
esercizi commerciali e, salendo fino a cinque o sei piani in altezza,
contenevano gli appartamenti dei privati cittadini. All'epoca questa
era una zona importante detta campo marzio. Nel periodo di Agrippa,
ci viene costruito un primo Pantheon, più piccolo di quello di
Adriano, e un grande impianto termale che arriva fino alla zona di
largo Argentina. E in questo periodo che il campo marzio, fino ad
allora usato dai militari per le esercitazioni, inizia a cambiare:
vengono costruiti vari edifici, Augusto fa costruire l'orologio
solare, il proprio Mausoleo, l'altare della pace, e poi, essendo
vicina al Tevere, diventa importante commercialmente e quindi vi
fioriscono i magazzini.
Scendiamo
le scale del palazzo per ritrovarci proprio in uno di questi
magazzini, detti horrea. Questi erano adibiti alla conservazione di
grano, frumento e cereali. Gli horrea erano fatti a rastrelliera, una
serie di ambienti uno parallelo all'altro e non comunicanti tra loro.
Il livello più basso in cui siamo scesi, quello dei primi horrea
risale ai tempi di Vespasiano e Domiziano.
Nel
secolo successivo alla costruzione degli horrea, la zona si sviluppa
commercialmente e nascono templi e altri horrea, che continuano a
funzionare come magazzini.
Col
passare degli anni, la zona si sviluppa sempre più e questi
magazzini vengono inglobati in un Insulae. Questa in particolare si
chiama di San Paolo alla regola perché si pensa che vi abbia vissuto
per qualche tempo l'apostolo Paolo, che si dice vivesse in un luogo
di magazzini e si occupasse di conciare le pelli, attività di cui si
sono trovate molte tracce.
Saliamo
nel secondo vano usato in epoca successiva come livello più basso
dei magazzini e confinante con il cortile dell'insulae. Nel retro
bottega del magazzino si intravedono delle lastre a terra che
facevano parte della pavimentazione del cortile, poi si scorge una
porta che era l'ingresso all'insulae, mentre poco più sopra, anche
la finestra del primo piano. Anche questa insulae nei secoli
successivi sparisce e tutte queste aperture vengono chiuse per poter
costruirvi sopra. Col passare del tempo infatti, intorno al quarto
secolo, il primo livello dei magazzini scompare a causa delle
inondazioni del Tevere che li seppellisce e sopra questa insulae,
viene costruita una chiesa dal nome San Paolo alla regola.
Siamo
solo all'inizio del viaggio così spostandoci in un altro ambiente,
intravediamo degli affreschi sulle pareti e mosaici ancora ben
conservati a terra. Va da sé che queste stanze probabilmente furono
utilizzate per diventare qualcosa di ben più accogliente rispetto
agli horrea. Forse erano ambienti di rappresentanza, oppure uffici
legati all'attività commerciale dei magazzini.
Già
in queste stanze sono bene visibili i segni lasciati dalle diverse
vite che la struttura ha vissuto nei secoli per arrivare fino a noi:
ci sono tracce di un'altra piattabanda, aperture richiuse e
tamponate. Si scorgono anche rivestimenti sui muri in tufo e
mattoncini, tipici dell'epoca medievale.
Anche
se non era un palazzo imperiale, la sua storia è stata molto ricca:
sembra che in questa stanza sia stata trasformata in una fullonica,
ovvero una lavanderia, ma vi sono stati recuperati anche tantissimi
reperti di ceramica, mentre salendo un pochino nei livelli di scavo,
sono emersi moltissimi denti e ossa di maiale. Probabilmente dovuti
al nuovo cambiamento di pelle, questa volta una macelleria.
Nel
medio evo, intorno al 1200, viene interrato tutto e sopra viene
costruita la casa torretta, che in seguito verrà inglobata nel
palazzo seicentesco che possiamo ancora vedere all'esterno, diviso
poi negli attuali appartamenti di epoca moderna.
Anche
se a raccontarla così potrebbe volerci parecchia immaginazione, i
segni delle trasformazioni edilizi di questi ultimi duemila anni sono
ancora ben visibili, ma il bello è provare ad immaginare a cosa la
aspetta per il futuro.
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