mercoledì 23 marzo 2016

SAN PAOLO ALLA REGOLA

Oggi intraprendiamo un viaggio alla scoperta di quella che era l'antica Roma, scomparsa, ma ancora presente nelle abitazioni moderne. Un viaggio all'interno di uno dei tanti palazzi che al suo interno nasconde più duemila di storia, di vita, di ristrutturazioni e di trasformazioni.
Ci troviamo sotto palazzo Specchi, a due passi dal teatro Marcello e dall'Ara coeli, ove ancora resistono i resti di un complesso della Roma imperiale chiamato Insulae. Come già detto in più occasioni, le Insulae erano dei palazzoni che avevano al pian terreno degli esercizi commerciali e, salendo fino a cinque o sei piani in altezza, contenevano gli appartamenti dei privati cittadini. All'epoca questa era una zona importante detta campo marzio. Nel periodo di Agrippa, ci viene costruito un primo Pantheon, più piccolo di quello di Adriano, e un grande impianto termale che arriva fino alla zona di largo Argentina. E in questo periodo che il campo marzio, fino ad allora usato dai militari per le esercitazioni, inizia a cambiare: vengono costruiti vari edifici, Augusto fa costruire l'orologio solare, il proprio Mausoleo, l'altare della pace, e poi, essendo vicina al Tevere, diventa importante commercialmente e quindi vi fioriscono i magazzini.

Scendiamo le scale del palazzo per ritrovarci proprio in uno di questi magazzini, detti horrea. Questi erano adibiti alla conservazione di grano, frumento e cereali. Gli horrea erano fatti a rastrelliera, una serie di ambienti uno parallelo all'altro e non comunicanti tra loro. Il livello più basso in cui siamo scesi, quello dei primi horrea risale ai tempi di Vespasiano e Domiziano.
Nel secolo successivo alla costruzione degli horrea, la zona si sviluppa commercialmente e nascono templi e altri horrea, che continuano a funzionare come magazzini.
Col passare degli anni, la zona si sviluppa sempre più e questi magazzini vengono inglobati in un Insulae. Questa in particolare si chiama di San Paolo alla regola perché si pensa che vi abbia vissuto per qualche tempo l'apostolo Paolo, che si dice vivesse in un luogo di magazzini e si occupasse di conciare le pelli, attività di cui si sono trovate molte tracce.
Saliamo nel secondo vano usato in epoca successiva come livello più basso dei magazzini e confinante con il cortile dell'insulae. Nel retro bottega del magazzino si intravedono delle lastre a terra che facevano parte della pavimentazione del cortile, poi si scorge una porta che era l'ingresso all'insulae, mentre poco più sopra, anche la finestra del primo piano. Anche questa insulae nei secoli successivi sparisce e tutte queste aperture vengono chiuse per poter costruirvi sopra. Col passare del tempo infatti, intorno al quarto secolo, il primo livello dei magazzini scompare a causa delle inondazioni del Tevere che li seppellisce e sopra questa insulae, viene costruita una chiesa dal nome San Paolo alla regola.
Siamo solo all'inizio del viaggio così spostandoci in un altro ambiente, intravediamo degli affreschi sulle pareti e mosaici ancora ben conservati a terra. Va da sé che queste stanze probabilmente furono utilizzate per diventare qualcosa di ben più accogliente rispetto agli horrea. Forse erano ambienti di rappresentanza, oppure uffici legati all'attività commerciale dei magazzini.
Già in queste stanze sono bene visibili i segni lasciati dalle diverse vite che la struttura ha vissuto nei secoli per arrivare fino a noi: ci sono tracce di un'altra piattabanda, aperture richiuse e tamponate. Si scorgono anche rivestimenti sui muri in tufo e mattoncini, tipici dell'epoca medievale.
Anche se non era un palazzo imperiale, la sua storia è stata molto ricca: sembra che in questa stanza sia stata trasformata in una fullonica, ovvero una lavanderia, ma vi sono stati recuperati anche tantissimi reperti di ceramica, mentre salendo un pochino nei livelli di scavo, sono emersi moltissimi denti e ossa di maiale. Probabilmente dovuti al nuovo cambiamento di pelle, questa volta una macelleria.

Nel medio evo, intorno al 1200, viene interrato tutto e sopra viene costruita la casa torretta, che in seguito verrà inglobata nel palazzo seicentesco che possiamo ancora vedere all'esterno, diviso poi negli attuali appartamenti di epoca moderna.
Anche se a raccontarla così potrebbe volerci parecchia immaginazione, i segni delle trasformazioni edilizi di questi ultimi duemila anni sono ancora ben visibili, ma il bello è provare ad immaginare a cosa la aspetta per il futuro.

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