Giornata
insolita per la capitale, piove, il cielo e coperto e la luce che
avvolge il foro boario è tenue.
Il
foro boario era il mercato dove si vendeva la carne, vicino al porto
tiberino, Zona mercantile importante con insediamenti greci e
orientali, sotto il patronato del dio greco ercole, dio dei commerci.
Oggi
ci troviamo davanti alla chiesa della bocca della verità, un
edificio molto vecchio, restaurato in più occasioni ma che conserva
ancora parti originali come affreschi e soprattutto il pavimento
cosmatesco.
Sotto
il portico esterno, una fila di turisti asiatici e russi attendono il
loro turno per infilare la mano nella bocca della verità e venire
immortalati, magari con una smorfia di finto dolore o stupore sul
volto.
Mentre
aspettiamo che il custode ci raggiunga Federica, l'archeologa che ci
farà da guida, ci racconta che in realtà la bocca della verità
altro non era se non un grande tombino per la fognatura.
Raggiunti
dal custode ci infiliamo in un vicolo accanto alla chiesa e dopo una
cinquantina di metri arriviamo al portone di un palazzo, il sito si
trova al di sotto delle cantine.
Scoperto
il mitreo nel 1931, l'Edificio in laterizio che va dal foro boario al
circo massimo, pare risalga all'anno 100 d c.
Probabilmente
veniva utilizzato come segreteria amministrativa dei giochi del circo
massimo, una macchina da spettacolo che poteva ospitare fino a 280000
persone solo di spettatori. Possiamo solo tentare di immaginare la
complessità dell'organizzazione che stava dietro
all'intrattenimentoa cui partecipavano di tutti gli esercizi
commerciali che l'immensa struttura poteva offrire. Insomma
l'indotto.
Nel
200 d c venne costruito un mitreo nel livello inferiore di questo
palazzo, e funzionò fino agli inizi del 300 d c, quando l'edificio
venne abbandonato. Il mitreo altro non era che la Chiesa del dio
Mitra, culto proveniente dalla Persia. A Roma arrivo nel primo secolo
a c, probabilmente portato dai soldati.
Si
diffuse molto tra schiavi liberti e soldati, solo uomini però, pare
che le donne non partecipassero alle cerimonie. Probabilmente in
origine il culto era differente, col tempo a Roma la religione si
trasformò un po'. In città sono stati trovati per ora quaranta
mitrei, mentre ad Ostia ce ne sono diciotto. Considerando che molti
mitrei furono distrutti dai cristiani quando la loro divenne la
religione ufficiale dell'impero, grazie all'editto di Milano
dell'imperatore Costantino, si potrebbe facilmente ipotizzare che
questo doveva essere un culto molto diffuso.
Entrando
nel sito faremo lo stesso percorso che facevano i religiosi di Mitra,
detto anche Dio della salus, ovvero della salute fisica e della
salvezza ultra terrena.
Il
primo ambiente sotterraneo era l'atrio. Sotterraneo perché
probabilmente si doveva tenere segreto il culto, o per lo meno vi
potevano accedere solo gli iniziati.
Venendo
praticati i riti di notte, c'era poca luce, questo per ricreare
l'idea di essere in una grotta. Mitra infatti nacque in una grotta.
Man
mano che si avanza negli ambienti, la ricchezza e la bellezza delle
stanze aumenta, lo notiamo soprattutto dal pavimento che diventa più
pregiato. Nel primo, il più povero, calpestiamo una semplice opera
spicata.
Il
culto di mitra aveva Sette gradi di iniziazione, il primo era il
corvo, l'ultimo il padre. Purtroppo non si hanno molte informazioni
su questa religione, gli unici documenti trovati furono scritti da
dei cristiani, che non avevano interesse a descriverlo come una vera
religione, ma la consideravano alla stregua di una setta.
Accediamo
al secondo ambiente, una piccola stanza, un vano di servizio, o
sagrestia. Forse c'erano delle mensole con i paramenti sacri, ma sono
solo supposizioni. L'unica cosa che rimane è una sola mensola che
avrebbe potuto ospitare un'immagine sacra e delle candele.
Il
pavimento nel terzo ambiente è costituito da dei mattoni bipidali.
Alle pareti vediamo due nicchie con mensole, probabilmente per le due
statue dei Daudofori:
Cautes
e Cautopates. Il primo era raffigurato nell'atto di tenere una torcia
puntata verso l'alto, l'altro la torcia la puntava in basso.
Indicavano il tragitto del sole. Queste due figure, assieme a quella
di Mitra formavano una triade.
Nel
prossimo ambiente troviamo una panca dove si accomodavano le persone
per il culmine del rito: il banchetto.
Questo
era l'ultimo ambiente a cui potevano accedere gli iniziati di grado
minore. Non tutti potevano arrivare al settimo grado, gli ultimi tre
in particolare erano riservati solo ai consacrati, praticamente i
sacerdoti.
Proseguiamo
e notiamo che il pavimento cambia ancora diventando sempre più
pregiato. Altre due nicchie con alla base una giara in terracotta.
Questa probabilmente doveva contenere dell'acqua per il sacrificio e
per la purificazione.
Nell'ultimo
grande ambiente, molto più raffinato e con un pavimento di marmo e
alabastro, ai lati aveva due banchine per sedersi, mentre il fulcro
della sala era una grande nicchia, a rappresentare una grotta, con la
statua di Mitra. A suoi fianchi ci sono due altarini, forse per le
statue di Cautes e Cautopates.
Sempre
nello stesso ambiente c'è una lastra di marmo che racconta la storia
di Mitra:
Il
mito di Mitra diceva che nacque da una roccia già adulto e nudo.
Indossava un cappello frigio in testa e in mano teneva una fiaccola
da una parte ed una spada dall'altra. La fiaccola simboleggiava il
portatore di luce nel mondo. Al momento della sua nascita scaglia una
freccia a terra da cui iniziò a zampillare l'acqua, simbolo della
creazione della vita. Dopo di che Mitra incontra il Dio sole, Sol
Invictus, colui che non può essere sconfitto.
Sulla
spalla di Mitra c'è un corvo, il quale gli dice che deve andare a
prendere un toro nella grotta, ventre della madre terra. Il toro,
simbolo del male, viene ucciso da Mitra con il suo pugnale,
riportando così l'ordine nella terra.
Il
toro muore ma la sua coda si trasforma in spiga di grano, dando
fertilità alla terra.
Sotto
il toro c'è uno scorpione che attacca i testicoli del toro, ma non
se ne conosce il significato. Ci sono anche un serpente ed un cane
che bevono il sangue del toro, ma anche qui le ipotesi si sprecano.
Il
mitraismo era una religione astrologica, ed infatti vediamo
raffigurate la dea luna e le stelle.
Infine,
ai lati, ci sono ancora Cautes e Cautopates.
Alla
fine del rito Mitra si concede un banchetto con il Dio Sole e poi
prende il carretto per salire in un mondo ultrastellare, dove
incontra il Leontocefalo, un essere dalla faccia da leone e ali di
aquila. Di costui si sa solo che, circondato da un serpente, poggiava
i piedi su un globo, la terra.
Dunque
nei mitrei per celebrare i riti consumavano un banchetto,
probabilmente non uccidevano un toro, ma mangiavano semplicemente
pane e acqua.
Ma
come si passava da un grado di iniziazione ad un altro?
Sembra
che i passaggi fossero cruenti.
Delle
poche cose che conosciamo del mitraismo una era che si poteva credere
contemporaneamente a Mitra e anche ad altre religioni. In particolare
si poteva credere nel culto dell'imperatore.
Curioso
scoprire che Mitra nacque il 25 dicembre, nel solstizio inverno,
ovvero quando le giornate si allungano. Inoltre anche Gesù nasce
come Mitra in una grotta.
Il
mitraismo era molto diffuso, ma forse a causa di un suo aspetto venne
soppiantato dal cristianesimo: ovvero quest'ultimo era aperto anche
alle donne, mentre il mitraismo era un culto solo maschile.
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