La
mia prima piramide, e fin'ora l'unica, la vidi proprio qui a Roma.
Era il 1982 e nonna mi disse che gli antichi romani l'avevano presa
dall'Egitto e portata, pezzo per pezzo, a Roma, dove la ricomposero.
Purtroppo non è così, ma la sua storia non è meno affascinante di
quella effettiva.
Risale
infatti al primo secolo a c, durante la fase di passaggio tra la
repubblica e l'impero, ovvero gli anni in cui Ottaviano diventa
Augusto, il primo imperatore.
La
piramide sorge vicino alla porta ostiense, la cui omonima via conduce
tutt'ora ad Ostia, il collegamento diretto con il porto cittadino.
Le
mura che circondano la porta e la piramide stessa sono le mura
aureliane, erette in solo quattro anni, tra il 271 e il 275 d c, per
circondare e difendere la città dall'ansia provocata dalla minaccia
delle forti popolazioni del nord Europa.
Durante
la costruzione di queste mura sono stati inglobati alcuni monumenti,
uno di questi era proprio la piramide, altri per esempio erano degli
acquedotti.
La
via ostiense, come la via Appia, era una via consolare, lungo le
quali venivano utilizzati i terreni per creare luoghi di sepoltura.
La piramide difatti è un luogo di sepoltura, all'epoca era al di
fuori della città.
Caio
Cestio fa quindi erigere una piramide come suo luogo di sepoltura, ma
non fu l'unico. Pare ce ne fosse un'altra in via della conciliazione,
ma venne distrutta dal Papa Alessandro VI Borgia per fare spazio ai
pellegrini che sarebbero giunti a Roma in occasione del giubileo del
1500.
Ce
ne erano pure altre due, che si trovavano dove oggi sorgono le
cosiddette chiese gemelle in piazza del popolo. Forse ce ne erano
altre ancora, ma se così fosse non sono sopravvissute fino ai giorni
nostri.
Anche
questa piramide in realtà sopravvive solo perché inglobata nelle
mura aureliane.
Conquistato
l'Egitto, a Roma si venne a verificare lo stesso fenomeno che già
avvenne con la Grecia: una sorta di moda nel ricercare e nell'emulare
la cultura egiziana. Simbolo di tale nazione erano le piramidi, come
gli obelischi, ed ecco che a Roma iniziano a comparire obelischi e
piramidi.
Sappiamo
molto della costruzione in stile egiziano: venne costruita tra il 15
e il 18 a c. Caio Cestio inoltre si presenta con l'iscrizione che fa
scolpire sulla parete della piramide: console, tribuno della plebe e
membro del collegio degli epuloni.
Gli
epuloni erano un collegio sacerdotale che aveva a che fare con
l'epulo, ovvero il banchetto che si organizzava in onore delle varie
divinità. Il banchetto annuale più importante era quello in onore
di Giove, il padre di tutti gli Dei.
Inizialmente
Caio Cestio voleva farsi seppellire nella piramide con i suoi oggetti
più preziosi, ovvero degli arazzi di Attalica, derivanti da Attalo
primo, re di Pergamo. Erano arazzi pregiatissimi e preziosissimi
perché interamente intessuti con filamenti d'oro.
Purtroppo
Augusto vietò proprio nel 18 a c il lusso nelle celebrazioni
pubbliche, quindi anche nelle sepolture. Caio Cestio non poté
portarsi nella tomba le sue copertine dorate. Il figlio allora
vendette questi arazzi e con il ricavato riuscì a fare realizzare
due grandissime statue di bronzo dorato che avrebbero decorato i lati
della piramide, vicino all'ingresso.
Tutto
questo lo sappiamo grazie al dettagliato testamento che Caio Cestio
scrisse alla base di queste statue, le cui basi stanno oggi ai musei
capitolini.
Nel
testamento Caio Cestio comanda che la piramide, che misura alla
base 30 metri e in altezza 37, venga realizzata in 330 giorni. Il
figlio, che dovette occuparsi di terminare i lavori in tempo, che lo
accontentò. Nel testamento Caio menziona anche i suoi eredi e tra
questi c'è Agrippa, il genero di Augusto, futuro imperatore.
La
piramide non era un monumento isolato come oggi, attorno ad essa
c'era un grande recinto costituito da un muraglione di tufo, di cui
rimangono pochi blocchi della base.
Nel
recinto venivano celebrate le pratiche funerarie, come i banchetti
nei giorni di festa.
La
piramide è giunta a noi dopo duemila anni, ma venne ristrutturata
nel 1600 da Papa Alessandro VI Chigi. Fu lui che scavò il cunicolo
che oggi ci permette di accedere all'interno. Al contrario delle
piramidi egizie questa è rivestita di marmo e cemento, ma
all'interno per costruirla vennero usati i mattoni.
Come
dicevo si conoscono tante cose di Caio Cestio, ma non si sa se fu
cremato o meno, questo perché nella piramide non è stato trovato
nulla.
Venne
costruita partendo dalla stanza di sepoltura, che una volta chiusa
non doveva più avere contatti con l'esterno. Dopo di che la Piramide
venne eretta sopra la stanza.
All'interno
si notano però, oltre al corridoio scavato dal Papa, delle aperture
fatte dai tombaroli alla ricerca di stanze segrete e tesori.
C'è
perfino un altro cunicolo in cui furono scavati degli scalini, in
previsione dei grandi tesori che si sarebbero dovuti trasportare.
Chissà come ci sono rimasti male i ladri quando non hanno trovato
nulla a causa di quella legge che impediva di farsi seppellire con
beni preziosi.
Quello
che vediamo ancora oggi però sono dei magnifici affreschi, trai più
intatti che si possano ammirare, anche se minimali. Su sfondo bianco,
si vedono in ogni parete dei riquadri con elementi decorativi,
all'interno delle figure femminili, raffigurate nell'atto di fare
offerte, come bruciare incenso.
Sulla
volta ci sono quattro Nike, le dee della vittoria, che in questo caso
celebrano la vittoria della vita sulla morte.
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