mercoledì 6 gennaio 2016

La Piramide Cestia


La mia prima piramide, e fin'ora l'unica, la vidi proprio qui a Roma. Era il 1982 e nonna mi disse che gli antichi romani l'avevano presa dall'Egitto e portata, pezzo per pezzo, a Roma, dove la ricomposero. Purtroppo non è così, ma la sua storia non è meno affascinante di quella effettiva.
Risale infatti al primo secolo a c, durante la fase di passaggio tra la repubblica e l'impero, ovvero gli anni in cui Ottaviano diventa Augusto, il primo imperatore.
La piramide sorge vicino alla porta ostiense, la cui omonima via conduce tutt'ora ad Ostia, il collegamento diretto con il porto cittadino.
Le mura che circondano la porta e la piramide stessa sono le mura aureliane, erette in solo quattro anni, tra il 271 e il 275 d c, per circondare e difendere la città dall'ansia provocata dalla minaccia delle forti popolazioni del nord Europa.


Durante la costruzione di queste mura sono stati inglobati alcuni monumenti, uno di questi era proprio la piramide, altri per esempio erano degli acquedotti.
La via ostiense, come la via Appia, era una via consolare, lungo le quali venivano utilizzati i terreni per creare luoghi di sepoltura. La piramide difatti è un luogo di sepoltura, all'epoca era al di fuori della città.
Caio Cestio fa quindi erigere una piramide come suo luogo di sepoltura, ma non fu l'unico. Pare ce ne fosse un'altra in via della conciliazione, ma venne distrutta dal Papa Alessandro VI Borgia per fare spazio ai pellegrini che sarebbero giunti a Roma in occasione del giubileo del 1500.
Ce ne erano pure altre due, che si trovavano dove oggi sorgono le cosiddette chiese gemelle in piazza del popolo. Forse ce ne erano altre ancora, ma se così fosse non sono sopravvissute fino ai giorni nostri.
Anche questa piramide in realtà sopravvive solo perché inglobata nelle mura aureliane.


Conquistato l'Egitto, a Roma si venne a verificare lo stesso fenomeno che già avvenne con la Grecia: una sorta di moda nel ricercare e nell'emulare la cultura egiziana. Simbolo di tale nazione erano le piramidi, come gli obelischi, ed ecco che a Roma iniziano a comparire obelischi e piramidi.
Sappiamo molto della costruzione in stile egiziano: venne costruita tra il 15 e il 18 a c. Caio Cestio inoltre si presenta con l'iscrizione che fa scolpire sulla parete della piramide: console, tribuno della plebe e membro del collegio degli epuloni.
Gli epuloni erano un collegio sacerdotale che aveva a che fare con l'epulo, ovvero il banchetto che si organizzava in onore delle varie divinità. Il banchetto annuale più importante era quello in onore di Giove, il padre di tutti gli Dei.


Inizialmente Caio Cestio voleva farsi seppellire nella piramide con i suoi oggetti più preziosi, ovvero degli arazzi di Attalica, derivanti da Attalo primo, re di Pergamo. Erano arazzi pregiatissimi e preziosissimi perché interamente intessuti con filamenti d'oro.
Purtroppo Augusto vietò proprio nel 18 a c il lusso nelle celebrazioni pubbliche, quindi anche nelle sepolture. Caio Cestio non poté portarsi nella tomba le sue copertine dorate. Il figlio allora vendette questi arazzi e con il ricavato riuscì a fare realizzare due grandissime statue di bronzo dorato che avrebbero decorato i lati della piramide, vicino all'ingresso.
Tutto questo lo sappiamo grazie al dettagliato testamento che Caio Cestio scrisse alla base di queste statue, le cui basi stanno oggi ai musei capitolini.
Nel testamento Caio Cestio comanda che la piramide, che misura alla base 30 metri e in altezza 37, venga realizzata in 330 giorni. Il figlio, che dovette occuparsi di terminare i lavori in tempo, che lo accontentò. Nel testamento Caio menziona anche i suoi eredi e tra questi c'è Agrippa, il genero di Augusto, futuro imperatore.

La piramide non era un monumento isolato come oggi, attorno ad essa c'era un grande recinto costituito da un muraglione di tufo, di cui rimangono pochi blocchi della base.
Nel recinto venivano celebrate le pratiche funerarie, come i banchetti nei giorni di festa.
La piramide è giunta a noi dopo duemila anni, ma venne ristrutturata nel 1600 da Papa Alessandro VI Chigi. Fu lui che scavò il cunicolo che oggi ci permette di accedere all'interno. Al contrario delle piramidi egizie questa è rivestita di marmo e cemento, ma all'interno per costruirla vennero usati i mattoni.
Come dicevo si conoscono tante cose di Caio Cestio, ma non si sa se fu cremato o meno, questo perché nella piramide non è stato trovato nulla.
Venne costruita partendo dalla stanza di sepoltura, che una volta chiusa non doveva più avere contatti con l'esterno. Dopo di che la Piramide venne eretta sopra la stanza.
All'interno si notano però, oltre al corridoio scavato dal Papa, delle aperture fatte dai tombaroli alla ricerca di stanze segrete e tesori.
C'è perfino un altro cunicolo in cui furono scavati degli scalini, in previsione dei grandi tesori che si sarebbero dovuti trasportare. Chissà come ci sono rimasti male i ladri quando non hanno trovato nulla a causa di quella legge che impediva di farsi seppellire con beni preziosi.
Quello che vediamo ancora oggi però sono dei magnifici affreschi, trai più intatti che si possano ammirare, anche se minimali. Su sfondo bianco, si vedono in ogni parete dei riquadri con elementi decorativi, all'interno delle figure femminili, raffigurate nell'atto di fare offerte, come bruciare incenso.
Sulla volta ci sono quattro Nike, le dee della vittoria, che in questo caso celebrano la vittoria della vita sulla morte.

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