Sono
passati tre mesi, e ancora non mi ci sono abituato. Non sono ancora
riuscito a realizzare di essere venuto a vivere qui, in una città
così bella, così grande, confusionale, difficile da vivere, ma
anche piena zeppa dì sorprese nascoste.
Credo
che sarà così ancora per parecchio tempo, tutto da scoprire e da
gustare. Solo il tragitto per andare in ufficio, oltre ad essere
lungo e stancante, ha il pregio di cambiare quasi tutti i giorni. Le
possibilità sembra siano infinite, ogni giorno ne scopro una
diversa. Del resto parto da un capo era arrivo all'altro della
capitale, attraversando il centro storico. Ogni giorno ho la fortuna
di poter ammirare il Colosseo ed i fori imperiali, nonché piazza san
Giovanni. Qualche volta poi mi capita di vedere l'arco di Costantino,
il circo massimo, il palatino, le terme di Caracalla. Come mi giro da
qualche parte vedo secoli di storia volarmi davanti agli occhi.
Certo
l'efficienza dei mezzi pubblici non è comparabile con quella
milanese, ma per il momento non riesco ancora a soffrirla, anzi, ci
sono giornate in cui mi capita di assistere, come un incredulo
spettatore, a scene che prima potevo vedere solo nei film degli anni
settanta di Bombolo & compagniabbella.
Cosa
ho imparato in questi primi mesi di Roma? Che le leggende sulle buche
nelle strade non sono inventate. Qui ci sono strade in cui le auto
sfrecciano tra un cratere e l'altro, rischiando di venire inghiottiti
dall'asfalto affamato di pneumatici e sospensioni.
Il
clima invece è sempre mite, siamo a dicembre e in casa non abbiamo
ancora acceso il riscaldamento. Pare di essere in primavera, proprio
come in California. Solo che loro non hanno il Colosseo.
Temo
per quando arriverà l'estate, anche se fino ad allora c'è tempo,
tutto il tempo per scegliere un pinguino portatile.
La
città è bella, anzi di più (Cassandra non sbagliava a ripeterlo in
continuazione), ma io non ho ancora trovato un mio ritmo, una mia
dimensione. Il weekend è fantastico: ogni volta si torna ad
esplorare, a gustare, ad ammirare, cose che pochi milanesi in un anno
sono riusciti a vedere più di me a Roma. Per fortuna ce ne sono
ancora tantissime da vedere. Altro che New York, Londra o Parigi.
Magari li si vive meglio eh, ma non sono Roma.
In
settimana invece è più difficile, più faticoso, più sfinente.
Faccio molta fatica a trovare uno spazio da ritagliarmi per la corsa,
un po' colpa della mia pigrizia, un po' a causa di fattori esterni.
Lo
scorso weekend ho ricevuto la prima visita famigliare. Mia sorella
con marito, nipotina e sorella del cognato.
Abbiamo
girato Roma come dei pazzi in preda ad una frenesia turistica da far
invidia a certi tour operator.
Strane
sensazioni, strane situazioni. Belle, divertenti. C'è da riflettere,
da pensare.
Sono
lontano da casa, 570 km non mi hanno spostato su un altro pianeta e
nemmeno fatto cambiare continente o nazione, ma non sono più a casa
mia.
Forse
prima lo capisco e prima troverò il mio ritmo, la mia dimensione.
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