lunedì 4 gennaio 2016

Assestamento in corso

Sono passati tre mesi, e ancora non mi ci sono abituato. Non sono ancora riuscito a realizzare di essere venuto a vivere qui, in una città così bella, così grande, confusionale, difficile da vivere, ma anche piena zeppa dì sorprese nascoste.
Credo che sarà così ancora per parecchio tempo, tutto da scoprire e da gustare. Solo il tragitto per andare in ufficio, oltre ad essere lungo e stancante, ha il pregio di cambiare quasi tutti i giorni. Le possibilità sembra siano infinite, ogni giorno ne scopro una diversa. Del resto parto da un capo era arrivo all'altro della capitale, attraversando il centro storico. Ogni giorno ho la fortuna di poter ammirare il Colosseo ed i fori imperiali, nonché piazza san Giovanni. Qualche volta poi mi capita di vedere l'arco di Costantino, il circo massimo, il palatino, le terme di Caracalla. Come mi giro da qualche parte vedo secoli di storia volarmi davanti agli occhi.
Certo l'efficienza dei mezzi pubblici non è comparabile con quella milanese, ma per il momento non riesco ancora a soffrirla, anzi, ci sono giornate in cui mi capita di assistere, come un incredulo spettatore, a scene che prima potevo vedere solo nei film degli anni settanta di Bombolo & compagniabbella.
Cosa ho imparato in questi primi mesi di Roma? Che le leggende sulle buche nelle strade non sono inventate. Qui ci sono strade in cui le auto sfrecciano tra un cratere e l'altro, rischiando di venire inghiottiti dall'asfalto affamato di pneumatici e sospensioni.
Il clima invece è sempre mite, siamo a dicembre e in casa non abbiamo ancora acceso il riscaldamento. Pare di essere in primavera, proprio come in California. Solo che loro non hanno il Colosseo.
Temo per quando arriverà l'estate, anche se fino ad allora c'è tempo, tutto il tempo per scegliere un pinguino portatile.
La città è bella, anzi di più (Cassandra non sbagliava a ripeterlo in continuazione), ma io non ho ancora trovato un mio ritmo, una mia dimensione. Il weekend è fantastico: ogni volta si torna ad esplorare, a gustare, ad ammirare, cose che pochi milanesi in un anno sono riusciti a vedere più di me a Roma. Per fortuna ce ne sono ancora tantissime da vedere. Altro che New York, Londra o Parigi. Magari li si vive meglio eh, ma non sono Roma.
In settimana invece è più difficile, più faticoso, più sfinente. Faccio molta fatica a trovare uno spazio da ritagliarmi per la corsa, un po' colpa della mia pigrizia, un po' a causa di fattori esterni.
Lo scorso weekend ho ricevuto la prima visita famigliare. Mia sorella con marito, nipotina e sorella del cognato.
Abbiamo girato Roma come dei pazzi in preda ad una frenesia turistica da far invidia a certi tour operator.
Strane sensazioni, strane situazioni. Belle, divertenti. C'è da riflettere, da pensare.
Sono lontano da casa, 570 km non mi hanno spostato su un altro pianeta e nemmeno fatto cambiare continente o nazione, ma non sono più a casa mia.
Forse prima lo capisco e prima troverò il mio ritmo, la mia dimensione.

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