Oggi
infatti ci siamo fermati a Salerno, da dove inizieremo la nostra esplorazione primaverile
(essendo ancora maggio), della Costiera Amalfitana.
Sostiamo
nel capoluogo per dare uno sguardo a questa cittadina di cui non conoscevo
nulla prima di oggi, e Cassandra mi dice essere carina.
Il
rudere è visitabile, sebbene non ci sia molto da vedere. I biglietti sono
acquistabili al bar, rigorosamente in cash. L’interno ospita un piccolo museo
con reperti ritrovati negli scavi.
Quando
arriviamo però scopriamo che c'è un evento con pranzo all'ingresso. Agghindati
come due esploratori del Borneo, entriamo passando in mezzo ai tavoli dove c’è
gente vestita da matrimonio.
Ci
sentiamo un pochino fuori posto. Non come degli imbucati, più come quelli che
arrivano ad una festa pensando che fosse in maschera.
Scendiamo
la scalinata in mezzo ai tavoli apparecchiati come
ospiti sciatti d'onore e facciamo il giro da
fuori del castello per andare sulla collina di fronte, dove c'è un altro rudere
detto La Bastiglia.
Ci
giriamo attorno e scendiamo a cercare un posticino all'ombra per mangiare.
La
città è ancora in festa per la recente promozione in serie A, è domenica e non
c'è molta gente in giro, anzi, il centro è praticamente vuoto. Purtroppo di
musei aperti non ve ne è traccia, riusciamo ad entrare nella cattedrale solo
alle 16 quando riapre e andiamo verso il complesso monumentale di San Pietro a
Corte: ovviamente chiuso. Peccato perché risalente all'800 d.c. sembrava
davvero notevole.
Non
mi esprimo per non dire cavolate, essendo totalmente ignorante in materia di
arte contemporanea...
La
faccia di Cassandra era anch’essa un’opera celata dalla mascherina. Però almeno
c'era il bagno.
Una
volta tirata l'acqua, usciamo per vedere il lungo mare, dove troviamo i
salernitani. Ecco dove erano finiti!
Visto
che a Salerno è praticamente tutto chiuso senza uno straccio di cartello che
informi delle chiusure, non resta molto da vedere. Si prosegue finalmente verso
la Costiera Amalfitana.
Prima
tappa Vietri sul Mare. Famosa per la produzione di ceramiche, la troviamo
incredibilmente affollata e trafficata. Sembra di stare ad una fiera di paese,
quando tutta la provincia si riversa in un minuscolo borgo per chissà quale
sagra culinaria. Invece è in queste condizioni solo perché è domenica. Siamo solo a maggio, chissà luglio e agosto
che delirio... Nonostante il caldo mi son venuti i brividi.
Il
paesino è piccolo, così usciamo e parcheggiamo dopo un ponte, in una via che si
infila tra le montagne. Ovviamente in chiaro divieto di sosta, ma siamo in
buona e numerosa compagnia. Camminiamo lungo il ponte e saliamo a vedere Vietri,
affollatissimo. Ci perdiamo nei vicoli in cerca di una strada che ci faccia
sbucare sul mare nella speranza di rimediare un bagno in mare.
Non
conoscendo la zona ci perdiamo facilmente. Trovare una strada pedonale che
porta al mare diventa un'impresa. L'unica possibilità sembra quella di seguire
il serpentone di macchine che risale dal porto in una lunghissima via che pare
quasi voler tornare a Salerno prima di svoltare verso il porto.
Mentre
scendiamo tra le auto incolonnate penso a chi me l'ha fatto fare...Non tanto
per quanto sia lunga la strada, quanto per lo smog respirato tra andata e
ritorno.
Arriviamo
finalmente sulla spiaggia. Un’aria poco incoraggiante ci fa desistere
dall'inaugurare la stagione balneare. Vietri è tutta qui, raccolta in una minuscola
spiaggia che sembra un fazzoletto di sassi incapace di contenere tutta la gente
che si ostina a cercare di scendere fin qui in auto.
Fortunatamente
per tornare troviamo un'altra strada, non meno trafficata, ma più breve che ci
fa arrivare alla macchina.
Stasera
si dorme a Maiori!
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