Di buon mattino ci incamminiamo per il porto di Sorrento. Quasi arrivati, Cassandra si accorge di aver dimenticato una borsa in camera... Mi tocca tornare indietro... Va be’ dai, in queste vacanze non mi ero ancora allenato.
Recuperato tutto e ricongiuntomi con la mia metà, scendiamo con l'ascensore che porta alle spiagge. Il centro storico di Sorrento infatti sorge molto in alto rispetto al mare. Solo pochi sbocchi scendono con la strada fino al mare. Seguendo le passerelle andiamo a cercare un mezzo per raggiungere l'isola di Capri. Alla biglietteria, deserta, ci sono diverse possibilità. Optiamo per l’aliscafo, più costoso ma più veloce.
In realtà si rivela essere il venditore dei biglietti per il giro di Capri in barca. Non abbiamo molto da fare, così ascoltiamo, anche perché l’assalitore non ci dà altra possibilità (praticamente ci blocca).
Secondo lui, il suo biglietto è l'unico modo che abbiamo per fare il giro dell'isola in barca alla modica cifra di 18 euro cadauno (ma a Capri non si può acquistare il biglietto? Mi sembra strano visto il turismo che ha). Quando finalmente arrivano altre persone, lasciamo che Angelo si avventi su di loro e ci defiliamo.
Sbarcati, sembra di essere in un’isola molto affollata e indaffaratissima, però Cassandra mi dice che per essere Capri non c'è nessuno. Mi fido.
Prendiamo subito i biglietti per la teleferica e in un paio di minuti siamo affacciati sulla terrazza della Piazzetta. Si vede quasi tutta la parte dell'isola, da Villa Jovis al Monte Solaro. Non fa caldo e non c'è così tanta gente. Passiamo in mezzo alla Piazzetta e ci dirigiamo verso il b&b, che raggiungiamo in meno di cinque minuti. La camera è bella, ma il bagno ha le pareti in vetro. È quindi completamente trasparente. La doccia si trova praticamente accanto al letto. Anche se ha delle persiane al suo interno, non è il massimo dell'eleganza vedere qualcuno mentre fa i propri bisogni... Terremo sempre le persiane della doccia abbassate per sicurezza.
Usciamo subito e ci dirigiamo in centro, dove c'è il piccolo Museo Ignazio Cerio sulla storia di Capri, dalla preistoria ad oggi. Sono solo quattro sale ma è carino.
Visto che ci siamo, chiediamo informazioni alla ragazza del museo. Ci informa che sia Villa Lysis che Villa Jovis sono chiuse. Però, se vogliamo, c'è un sentiero nel bosco che unisce le due ville e in un tratto si potrebbe scavalcare la recinzione ed entrare. Dice che lo fanno tutti. Andiamo quindi verso Villa Jovis.
Inoltre, per spostare qualunque cosa sulle stradine dell'isola, l'unico mezzo utilizzabile era l'Apecar, altro super inquinante.
Quindi ora è diventata un'isola ecologica, o meglio, non quel tipo di isola ecologica.
Finalmente siamo dentro il sito. Ci troviamo su una terrazza fantastica che si affaccia sulla penisola sorrentina, quindi andiamo a esplorare la villa, o quel pochissimo che ne resta.
Sulla sommità è stata costruita una chiesetta. Proprio quando siamo nel punto più alto e guardiamo verso il resto della villa in basso, sentiamo delle voci. Sono altri turisti che hanno faticato per arrivare fin qui, ma si sono trovati i cancelli ufficiali sbarrati. Proseguiamo la nostra esplorazione senza però alzare troppo la testa per non correre il rischio di essere visti.
Terminata la visita ritorniamo indietro dal passaggio segreto. Mentre scendiamo tra i cespugli incontriamo uno strano tizio con un grande zaino che si stava godendo il panorama da sdraiato.
- Com'è la villa?
- Spoglia, ma chiusa al pubblico.
- Ah sì? Allora stanotte ci dormo dentro.
- Beh, così puoi dire di aver dormito in una villa imperiale!
Lo salutiamo e proseguiamo per il sentiero che ci porta all'ingresso ufficiale della villa. Sembra esserci un altro passaggio nella rete, ma c'è anche il custode.
Facciamo finta di niente e chiediamo se la villa è aperta. Lui ci guarda e si impietosisce.
- La villa è chiusa, ma se volete potete entrare due minuti nella parte qui sotto, giusto per fare qualche foto.
Accettiamo con gratitudine e salutiamo il gentil custode quando se ne va. Rimasti da soli ci mettiamo all'ombra e mangiamo. Quindi, mentre Cassandra resta di guardia, scavalco ancora e vado a vedere il Salto di Tiberio, da dove l'imperatore si dice facesse gettare i suoi nemici. Un gran bel salto.
Riscendiamo la collina incontrando anche un gruppo di caprette, simbolo dell'isola, quindi arriviamo ad un bivio dove un cartello ci indica la strada per l'Arco Naturale e la passeggiata panoramica del Pizzolungo.
All'imbocco delle scale della passeggiata incrociamo una coppia di ragazzi di Napoli che sta risalendo. Sono stremati per la moltitudine di gradini che si sono dovuti fare in salita. Scambiamo volentieri due chiacchiere con loro, probabilmente hanno bisogno di riprendere fiato. Le chiacchiere diventano quattro, poi otto, poi sedici... Abbiamo fatto un paio di volte le tabelline e infine ci siamo accorti che siamo fermi da circa mezzora. Cassandra già scalpita come i tori quando devono puntare un bersaglio da abbattere e così salutiamo e andiamo all'Arco Naturale.
Molto bello e pittoresco. Sembra una cornice gigantesca in cui viene proiettato il mare, un po’ come in quel film di Paolo Villaggio naufrago su un'isola deserta, ma legato alle comodità della vita moderna, si costruisce un cinema sulla spiaggia dove danno però solo uno spettacolo: il mare.
I due ragazzi napoletani ci hanno seguito ma Cassandra è già partita per non rimanere invischiata in un'altra tabellina. Così iniziamo la lunga discesa verso il mare sul Pizzolungo.
A metà scalinata ci imbattiamo in una grande grotta con all'interno dei resti archeologici, quindi riprendiamo gli scalini.
In realtà anche la Passeggiata del Pizzolungo sarebbe chiusa per ristrutturazione, ma siamo a maggio e non c'è in giro nessuno, inoltre i due chiacchieroni che l'hanno appena fatta, assicurano non ci sono problemi di sicurezza nel percorrerla.
Finiti gli scalini infatti il sentiero rimane più o meno alla stessa altezza e costeggia l'isola, passando sopra la Villa di Curzio Malaparte, dove Cassandra mi racconta hanno girato il film Il disprezzo, in cui Brigitte Bardot scende la scalinata fino al mare per poi farsi un bagno nuda nelle acque blu.
Proseguiamo e finalmente arriviamo ai famosissimi Faraglioni che ammiriamo dall'alto da diverse angolazioni fino ad arrivare alla fine del sentiero, dove ci ritroviamo su una delle piccole strade pedonali dell'isola. Essendo vicini alla Certosa di San Giacomo vorremmo vederla. La troviamo chiusa: apre la mattina per cui teniamo da conto per domani o dopodomani.
Ovviamente la strada è chiusa. Stavolta non solo per noi che siamo in anticipo sul periodo delle ferie, è chiusa da tempo e chissà per quando lo sarà ancora. Si tratta di una strada panoramica fatta costruire dal magnate tedesco Friedrich Alfred Krupp che abitava nella suite del Grand Hotel Quisisana. Non potendo raggiungere la spiaggia agilmente, il teutone si comprò l'intera area tra la Certosa di San Giacomo e Il Castiglione. Quindi vi fece costruire la strada che scendeva alla spiaggia. I lavori furono ultimati nel 1902 ma già dagli anni sessanta iniziarono i problemi di crolli che ne compromisero la sicurezza facendola chiudere e riaprire più volte, sempre per breve tempo. L'ultimo tentativo è stato fatto nel 2008, poi dal 2016 è stata richiusa a tempo indeterminato.
In pratica Via Krupp la si può vedere solo dalle terrazze dei Giardini di Augusto, mentre scende con tutti i suoi tornanti verso il mare.
Ormai per oggi abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare e, anche se Cassandra cerca di perdersi nelle stradine per vedere se scopriamo qualcosa di nuovo, alla fine l'isola è piccola e ci ritroviamo alla Piazzetta.