Per questo motivo abbiamo rivolto il nostro sguardo all’esterno e, come l'estate scorsa, abbiamo trovato tantissime cose incredibili da vedere. Alcune sono talmente belle che non posso fare a meno di parlarne qui. Eh sì, anche stavolta mi scappa proprio da scrivere!
Quello di oggi è un giro bellissimo, più impegnativo di quello che
sembra. Non tanto per la fatica, quanto per il tempo che richiede.
Partendo da Barbarano Romano si scende nella gola sottostante che qui
chiamano forra. Sul fondo scorre il torrente Biedano che nel corso del tempo
l’ha scavata pazientemente.
Appena vi entriamo si vede un bivio che da una parte porta alla
bellissima necropoli di San Giuliano, dall’altra invece va a Blera, nostra meta
di oggi.
Sembra di camminare in un bosco fatato, ricco di felci, una delle piante
più antiche esistenti, e alberi ricoperti di muschio verde scintillante.
Il sottofondo del torrente ci accompagna mentre chiacchieriamo. Le
tracce di cinghiali a terra sono lampanti, ma evidentemente si tengono alla
larga da noi come se fossimo dei rivenditori di enciclopedie.
Lungo la forra incontriamo pochissime persone per cui, quando sentiamo
delle voci, rimettiamo le mascherine incrociando dita e bastoncini.
Volendo ci si può anche camminare sopra per arrivare dall’altra parte
del torrente, ma bisogna fare molta attenzione perché sono un po’ scivolose.
Proseguiamo su e giù per il sentiero indicato dai segnali bianchi e rossi, è quasi impossibile perdersi, quasi. In un paio di occasioni infatti seguiamo la pista sbagliata, soprattutto quando iniziamo ad arrivare nei pressi dello sperone su cui sorge Blera. Attorno ad essa infatti ci sono moltissimi sentieri e noi ne sentiamo il richiamo.
Ecco perché dicevo che è impegnativa: ci si ferma spesso per fare delle foto bellissime e poi ritornare sui propri passi quando si sbaglia direzione.
Anestetizzati dal percorso bellissimo non ci siamo resi conto del
trascorrere del tempo e della fame, così divoriamo solo ora il panino.
Iniziamo il percorso di rientro, che però non sarà lo stesso: prenderemo
il treno.
A Blera infatti c’è una vecchia ferrovia la cui linea passa proprio per
Barbarano Romano, dove abbiamo parcheggiato.
Ci sarebbe da vedere ancora molto altro solo nei pressi di Blera, ma
l'oscurità incombe e decidiamo di tenerlo in serbo per la prossima volta.
Risaliamo dalla gola. Attraversiamo l'alto ponte sotto cui si intravede quello del Diavolo a fondovalle e ci incamminiamo verso la stazione.
Niente, per oggi non passano treni. Ci tocca andare a piedi.
Si tratta di una strada praticamente in piano e quasi in linea retta. Il
primo tratto è all'interno di massicciate che contenevano il binario e il
treno. Siamo praticamente in un canale che scompare gradualmente per lasciare
spazio ai campi che separano le due località.
Soddisfattissimi del giro, ma incuriositi da ciò che non abbiamo ancora
visto, torniamo a casa un po’ come quelli a cui è stato stuzzicato l'appetito
con un assaggino, risvegliando così la vera fame...
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