Firenze, ancora. Lo so, è la terza volta che faccio la
maratona di Firenze, ma non credo nemmeno che sarà l'ultima.
Anche questa volta mi sono impegnato davvero tanto.
Probabilmente più delle altre volte. Come per l'ultima maratona di Roma, ho
cercato di seguire la tabella al meglio delle mie ancora scarse capacità, ma ce
l'ho messa tutta. Durante la settimana, al parco degli Acquedotti raccattavo
qua e là qualche ora, mezzora, quarto d'ora o anche solo manciate di minuti di
corsa in compagnia degli amici che ho conosciuto e continuo a conoscere nel
parco più bello del mondo. Mi bastava poco per spezzare la noia o la monotonia
dell'allenamento solitario e farmi tornare a casa con un sorriso soddisfatto e
allegro.
La domenica poi c'è sempre il gruppo delle 6 che mi ha
aiuta. Pur non facendo la preparazione per la maratona, questi fantastici amici
mi hanno dato la possibilità di correre con loro quasi due ore per le strade
della città più bella del mondo.
Non contento della tabella, dietro anche suggerimento
del mio fidatissimo e preziosissimo massaggiatore Stefano, mi sono perfino
iscritto in palestra per fare del potenziamento, cercando di sopperire dove
sono più sprovvisto dal punto di vista podistico: questione di culo.
Non nel senso che sono sfortunato eh, anzi, mi ritengo
una persona molto fortunata: ho conosciuto Cassandra ad Istanbul. E ho detto
tutto.
Dicevo questione di sedere perché io sono sprovvisto,
o per lo meno scarsissimamente fornito, di quella parte del corpo.
Così uno o due volte la settimana ho allenato e
potenziato i miei glutei, ma anche le gambe, la schiena e gli addominali. A
quaranta tre anni, pur di minute dimensioni, volevo un fisico da statua, o
quasi.
Fino a tre settimane fa credevo che stesse andando
tutto bene. Poi come sempre, ecco la maledizione pre maratona colpirmi
puntualmente come la nuvola di Fantozzi.
Prima è comparso un problema che sembrava serio e mi ha
fatto preoccupare, poi quello si è risolto ma ne è arrivato un altro che
sembrava uno scherzo, ma che invece è diventato serissimo.
Mancano pochi giorni alla gara e quell'ultimo problema
fisico non è ancora stato completamente debellato. Anche se sembra essere ormai
sotto controllo, io non mi fido. C’è ancora troppo tempo: cinque giorni con gli
ultimi tre allenamenti. Non so cosa aspettarmi, l'imprevisto è sempre dietro
l'angolo.
Firenze mi è sempre piaciuta. Prima che conoscessi
Cassandra era la città che avevo visitato più volte. Ora è passata in seconda
posizione dopo Roma, però conserva ancora un posto speciale nel mio cuore. Sarà
che sin da quando ci andai in gita alle superiori ho sempre respirato un'aria
di accoglienza mista a quell'aura di divertimento che si prova quando si visitano
luoghi meravigliosi e ricchi di storia.
Questa è la terza volta che ci corro. La prima ero
milanese, anche se avevo già conosciuto Cassandra. La seconda mi ero trasferito
da poco, non mi ero ancora integrato benissimo.
Ora sto a Roma da più di due anni e mi sono fatto tanti
nuovi amici. Mi sono integrato un po' meglio: prima Zerocalcare non lo capivo,
ora rido come un matto. Purtroppo appena apro bocca si accorgono tutti che sono
del Nord, che va bene eh, ci tengo a mantenere le mie origini, ma ormai sto
mettendo radici anche qui e la cosa non mi dispiace affatto.
Tornando alla maratona, quei problemini fisici hanno
scombussolato un po' i miei piani per la gara. Temo di non riuscire ad attuare
quelli che erano i miei piani d'attacco, ma ci proverò. Corro per quello, per
provarci. Poi l'importante è arrivare, tagliare il traguardo e riprovare
quell'incredibile sensazione che per qualcuno è meglio della droga.
Per me è così, soprattutto perché oltre a quello, alla
fine c'è sempre Cassandra ad aspettarmi.
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