Oggi è passato un anno da che sono qui. A guardarmi alle spalle credo di essere arrivato a Roma nel momento peggiore. Tutto sembra andare peggio ogni giorno che passa in questa città così bella che, probabilmente proprio per questo, è presa di mira dalla gente della peggiore specie che vuole approfittarsene.
Forse per i romani, anche se si arrabbiano pure loro, è difficile accorgersene perché sono abituati a vivere in questo modo, venendo privati ogni giorno di un pezzetto di serenità in più, una lenta erosione che sembra non avere mai fine.
Per me che arrivo da una realtà differente invece è piuttosto più evidente.
Nonostante tutto mi sto ancora salvando perché per me continua ad essere una vacanza, anche se a volte faticosa. Sarà per questo che quando vado in posti come la Bolivia e mi capita di dormire in una ghiacciaia mi diverto ugualmente?
Non sono un masochista, ma vivere in una città così, nonostante sia faticosissimo, non ti dà sempre il tempo nemmeno per arrabbiarti o indignarti. Se poi ci mettiamo che la cornice storico culturale è forse la più ricca del mondo, be allora... Insomma, ti distrae un po'.
Ogni settimana, volendo, si ha la possibilità di visitare, gustare, odorare perfino, uno dei duemila strati di storia che dormono sepolti a pochi metri dalla superficie. Per non parlare dei musei, delle ville, dei palazzi o anche solo delle strade. Tutto questo e molto altro sono in grado di far girare la testa, non poco, offuscando per un paio d'ore tutto il resto che non funziona.
A volte, in quei rari momenti di lucidità, mi viene in mente un paragone con il libro di Asimov in cui si parla della lenta caduta dell'impero galattico. Ciò avviene soprattutto quando i mondi periferici dell'impero, ormai troppo lontani e di scarsa importanza, vengono abbandonati a loro stessi. Con la periferia di Roma accade la stessa cosa, nonostante gli abitanti paghino le tasse come chi vive in centro.
La cosa curiosa è che Asimov prese spunto per scrivere la sua storia proprio da un libro che parlava della caduta dell'impero romano.
Se mi chiedessero cosa ho combinato in un anno faticosamente vissuto nella capitale potrei innanzitutto rispondere che sono sopravvissuto, ma che sono anche cresciuto. Ho ammirato tanta di quella storia e cultura in un anno che a Milano mi ci sarebbero voluti dieci anni per eguagliarle. Ho scoperto quanto sia divertente trovare dietro l'angolo sempre nuove cose da imparare sul passato che altro non è se non la somma delle azioni che hanno plasmato la nostra vita contemporanea.
Si dice che si capisca il reale valore delle cose solo quando le si perde. Io so quanto valeva la mia vita passata, ora lo so più di prima, ma non per questo tornerei indietro, anzi gli dò ancora più valore, ringraziando ogni momento per avermi reso la persona che sono e per essere proprio qui, dove ora voglio essere.
Che roba da filosofone! Sarà che ad ogni anno che passa il peso delle proprie azioni e parole aumenta?
Si, si, filosofone, ma dei miei c.....i
Benvenuti sulla pagina di un mezzo scrittore con manie di interezza.... Insomma questo non è altro che il mio back up mentale.
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lunedì 19 settembre 2016
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