giovedì 2 febbraio 2012

La banda del buco...



Il titolo richiama un vecchissimo, quanto bello, film in cui Totò e Peppino De Filippo organizzano una banda di falsari per poter finalmente sbarcare il lunario, per cui non è proprio azzeccato con quanto accaduto alla Barona lo scorso giovedì... Forse sarebbe meglio intitolarlo “ I soliti ignoti”...
In ogni caso mentre sul campo si stava disputando un'accesa gara che vedeva impegnate due tra le formazioni più povere di punti del girone D, a pochi metri di distanza, negli spogliatoi veniva consumato un infame e subdolo crimine che lasciava tutti gli Scipione, con poche eccezioni, impoveriti di una discreta fetta del proprio patrimonio oltre che economico affettivo ed emotivo, visto le reazioni generate in ogni presente
Per la cronaca oggi non esporrò il resoconto di quella partita che è stata persa dagli Scipione per 9 – 6 nonostante il disperato tentativo di recupero che alla fine non si è concretizzato. Le cause della sconfitta sono semplici: l'assenza di un adeguata formazione con i dovuti rincalzi visto i rientri da lunghi infortuni di un paio di pedine che hanno evidentemente finito subito la benzina.
Da segnalare però lo strepitoso momento di forma di Stefano che mette a segno quello che a Milito non è riuscito in Inter – Palermo, ovvero segna 5 gol uno dietro l'altro.
Di cosa scrivo allora?
Visto che in un certo senso sul campo si è consumato un furto, come spesso purtroppo accade da qualche tempo, è però la prima volta che mi capita di essere derubato contemporaneamente anche fuori dal campo... Infatti quasi tutto quello che avevamo lasciato negli spogliatoi è stato portato via, pantaloni compresi...
Vorrei quindi provare a raccontare, e soprattutto a sdrammatizzare, ciò che è successo negli spogliatoi mentre gli Scipione si battevano sul rettangolo di gioco.

La formazione dei ladri di questa sera è così scesa dalle mura di cinta del centro sportivo:
La vedetta è un tipo furtivo che, per proteggersi il volto dal freddo e sguardi dei possibili testimoni, indossa un foulard di raso nero, in testa porta un turbante, anch'esso nero e ha le mani ricoperte da sottili guanti di pelle, rigorosamente neri. Per essere sicuro si è anche cerchiato gli occhi con del trucco nero.
Subito dopo di lui scende in tenuta mimetica, solo per un campo di calcio, il secondo membro dei Bassotti: indossa una tenuta della Roma completa di calzettoni giallorossi e scarpette Rutilius. La linea del modello è un po' retrò, classe 1982, con il numero nove allungato come si portavano a quel tempo.
-Aho. -dice il romano -me so scordato de magnà a coratella!
-La cora che? -dice spaventato il nero convinto di essere stato avvistato da qualcuno.
-La coratella! -dice il romano cercando di essere ovvio -Me porta bbene!
-Ah -dice il nero tirando un sospiro di sollievo. -Non è un problema, con le mie arti riusciremo ad aprire la porta degli spogliatoi e compiere il lavoro prima che qualcuno possa vederci.
Il romano allora fa la domanda più ovvia.
-Quali so?
Il nero ci pensa su un attimo e dopo aver inteso il senso della domanda si dirige all'ultimo spogliatoio della fila, quello con il numero 1 stampato in rosso sulla porta
-E' questo!
-Sicuro?
Il nero neanche gli risponde e già inizia a muovere le mani per aprire il pesante lucchetto da cinque chili che li separa dall'interno degli spogliatoi.
Il romano nota che il nero non sta nemmeno sfiorando la serratura ma si tiene a debita distanza.
-Che stai a fa? -dice il romano che ingobbito inizia a saltellare sugli scarpini per scaldarsi.
Il nero non risponde e si concentra ancora di più emettendo strani suoni gutturali.
-Aho? -chiede il romano preoccupato -Te sta a venì la cacarella?
Il nero continua a non rispondere e dopo alcuni minuti il lucchetto si sblocca magicamente da solo.
-Ammazza quanto sei forte! -Esulta il romano penetrando nel buio degli spogliatoi in cerca della refurtiva.
Il nero però non entra e rimanendo sulla soglia dice.
-Ho sbagliato, non sono questi gli spogliatoi. Esci subito.
Il romano scatta così veloce che sul campo non lo si è mai visto richiudendo dietro di se il pesante portone di metallo.
-E adesso?
-Apriamo questo -dice il nero riprendendo a muovere le mani sopra il secondo lucchetto.
Passano altri cinque minuti e la porta si apre.
Anche stavolta lo spogliatoio non è quello giusto.
I due ladri vanno avanti così fino al numero 7, poi il romano spazientito estrae dai calzettoni un grosso piede di porco e si dirige verso l'ultimo spogliatoio, quello più isolato con il numero 10
-Cosa fai? -gli urla sottovoce il nero.
-Me sto a gelà r'culo!!! Io entro in questo, o la va o la spacca, tu continua a fà i tua ghirigori che qui ce penzo io.
Il nero volge gli occhi al cielo chiedendosi cosa gli era venuto in mente quando aveva deciso di fare quel colpo assieme ad un individuo simile.
Mentre il nero sta ancora utilizzando le sue arti magiche per scardinare l'ottavo pesante chiavistello, il romano sta già uscendo con tutto quello che si è potuto caricare sulle spalle e lo getta al di là del muro.
Quando l'ultimo lucchetto sta per cedere il romano gli piomba addosso e usando il piede di porco spezza la sbarra, poi con sguardo indagatore lo scruta e il nero risponde.
-E' questo.
-Esticazzi! A ppartita è quasi finita. Poco poco se li ritrovamo qua se nun se sbrigamo.
In men che non si dica il nero e il romano entrano raccogliendo quasi tutto quello che giace sui sette appendini ed escono in fretta e furia gettando tutto al di là del muro.
Dal campo giunge il triplice fischio che sancisce la conclusione della gara degli Scipione.
Il romano si arrampica sul muro di cemento e sparisce dietro di esso. Il nero invece appoggia un piccolo bigliettino sulla maniglia dello spogliatoio numero otto e si volatilizza con un colpo di vento.
La sua elegante e teatrale uscita di scena però oltre al nero soffia via anche il bigliettino.
Nessuno, in special modo i derubati giocatori della Scipione Scapula, potrà mai leggere quanto c'era scritto sopra:

Se rivolete indietro i vostri averi
sapete cosa fare...
Basta che ci facciate ritornare



2 commenti: