giovedì 20 maggio 2021

La Via Sacra

 

Poco fuori Roma, o meglio, poco sopra Roma, ci sono i Castelli Romani. Conosciuti al giorno d'oggi per il vino, la porchetta e il fresco estivo, in tempi remoti erano frequentati dagli antichi romani anche per altri motivi.

Oggi siamo andati a cercare una delle tracce più evidenti della loro presenza, una strada, l'antica via Sacra.

Questa strada basolata portava fino alla cima del Monte Cavo, sulla cui sommità sorgeva il grande tempio di Giove Laziale. In primavera questa veniva percorsa per arrivare al tempio dove si offriva un sacrificio alla divinità.

Inoltre la strada era anche una sorta di via trionfale percorsa dai generali vittoriosi quando ritornavano a casa e, mentre nei secoli il tempio è diventato eremo, poi monastero, quindi albergo e ora centro di trasmissioni radio televisive, la strada è rimasta praticamente la stessa.

Della Via Sacra non rimane molto, però l'ultimo tratto è ancora là, in alcune parti ben conservato. Per raggiungerlo siamo partiti dai pressi del ristorante La Foresta, dove ci sono un paio di sentieri che si inoltrano tra gli alberi. Si potrebbe partire anche dai Campi di Annibale a Rocca di Papa.

Seguendo i sentieri tra gli alberi, prima o poi si finisce per incrociare la via Sacra che, a quell’altezza ha le sembianze di una strada sterrata. Solo dopo aver incrociato un cartello che indica l'ingresso nell'area archeologica, inizieranno a comparire per terra anche i basoli, prima pochi e sconnessi, poi sempre più presenti e compatti. Si sale bene e, sebbene siamo a dicembre e fa molto freddo, l’arrampicata ci scalda abbastanza per non soffrirne.

A circa metà del percorso incrociamo un'altra strada dove forse si poteva arrivare con la macchina. Meglio di no, ci saremmo persi parte della salita e del bosco. Continuiamo ad avanzare. Di tanto in tanto si intravede un bel panorama su Roma e il lago di Albano. Bellissimo camminare in questo contesto, non ci fa sentire la fatica della salita, che alla fine del percorso ammonterà ad un dislivello di poco superiore ai quattrocento metri.

Saliamo sempre di più. Ci troviamo in una zona molto coperta dagli alberi. Il basolato sembra non essere più quello di una volta, o meglio, le pietre lo sono, ma non più nella sua posizione originale. Probabilmente le piogge hanno causato qualche smottamento ed è più difficile salirci senza rischiare di scivolare, così rimaniamo sul terreno a lato e finalmente arriviamo al bivio della roccia a forma di gorilla.

Non so se sia stata scolpita volontariamente per assomigliare ad un gorilla, anche perché non è che si veda in modo chiarissimo l'animale. Forse è solo la luce di oggi a confonderne un po’ le forme. In ogni caso la mano dell'uomo sembra esserci.

Dal gorilla alla cima la strada è brevissima. La vista dei due laghi, Nemi e Albano, ci aspetta e oggi dovrebbero vedersi chiaramente entrambi.

Purtroppo al piccolo spiazzo che sia affaccia sul panorama ci sono troppe persone che si accalcano per farsi una selfie con i due laghi. Attendiamo il nostro turno. Per ingannare il tempo saliamo ancora un pochino per ritrovarci sotto le antenne. Attraversando un brevissimo tratto di zona militare, a cui è vietato l'accesso, si arriva infatti ad un tunnel murato, dove un tempo doveva esserci il tempio di Giove Laziale. Oltre non si può andare. Torniamo sui nostri passi a vedere se la terrazza si è liberata.

Niente, i selfisti sono sempre lì...

Ci accomodiamo un momento sul bordo della strada basolata e mangiamo. Ora che la salita è terminata, il freddo inizia a farsi sentire, anzi, ci assale.

Terminiamo in fretta il panino e prendiamo coraggio per occupare un posto anche noi sulla terrazza. Colto l'attimo fuggente ci affacciamo sullo splendido panorama per immortalarlo, quindi ridiscendiamo verso l'auto.

Cerchiamo di fare il più in fretta possibile perché fa sempre più freddo. Nonostante la temperatura rigida riusciamo a goderci comunque il percorso. Arrivati a destinazione, siamo più che soddisfatti, soprattutto perché abbiamo intravisto la possibilità di fare diversi altri trekking in questa zona che merita moltissimo.

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