Il
primo giorno in Toscana lo dovremo passare al podere a causa del gara di Rally
che, in mattinata, terrà chiusa la strada che porta verso la civiltà.
Poco
male, ci riposeremo in questo paradiso.
Tanto
per tenermi in allenamento esco per fare una corsetta sulla collina, giusto il
tempo di misurare la distanza dal podere al paesello, e poi salire un pezzo di
collina. In totale correrò circa otto chilometri, metà dei quali in salita.
Verso
le undici inizia la gara di Rally.
Io
e Lucetta ci piazziamo sul curvone davanti al ristorante Archimede e aspettiamo
l'arrivo delle auto.
Il
tutto è rallentato da qualche problemino organizzativo.
Accanto
a noi c'è un ragazzo della protezione civile che tiene la radio accesa.
Impossibile non sentire cosa si dicono tra loro i volontari toscani.
-Diceee,
c'è 'n ciclistha.
-oh
che c'è?!?
-'n
ciclisthaa.
-'n
ciclistha? Abbhatteteloho!
-'gli
è di molto 'nchazzatho.
-Perché?
-
l'è chaduto.
-e
porthatelo viha di pesho.
-l'è
grossho.
-oh
charichatelo sull'hambulanzha. oh sedhatelo!
I
toscani sono simpatici con la loro parlata tutta particolare. Non posso però
riferire, per pudore, ciò che gli altri spettatori presenti hanno commentato
mentre ascoltavano la radiocronaca del ciclista...
Risolto
il problemino, la gara inizia e i primi partecipanti, i più forti e veloci,
iniziano a scaldare la valle.
Sfrecciando
a tutta velocità sotto di noi, passano con i motori che rombando, sembra
sparino petardi ad ogni cambio di marcia, si arrampicano fino alla fine della
lunga salita.
Non
avevo mai assistito ad una rally dal vivo fino ad oggi, ma devo ammettere che è
stato divertente.
Dopo
la gara io e Lucetta torniamo al Casalino a cucinare un pranzetto, vegano
ovviamente, quindi ci facciamo un tuffo in piscina.
In
serata rimaniamo a chiacchierare con Susanna, la gentilissima e simpaticissima
padrona di casa.
Il
tempo scorre tranquillo ed in pace qui in toscana, ci accorgiamo in ritardo che
l'ora di cena è già passata. La pigrizia ci vorrebbe trattenere, l'orario
serale ci spingono verso Archimede, dove oltre a mangiare spaghetti aglio e
olio io, una trota alla livornese Lucetta, conosciamo la proprietaria. Una
simpaticissima signora toscana che somiglia moltissimo alla madre di Lucetta.
Dopo
cena rimaniamo in giardino dove la temperatura è molto fresca. Per stare
all'aperto ci vogliono pantaloni lunghi e felpa con cappuccio. Il cielo è così
nero e pieno di stelle che si intravede anche l'ombra della via lattea. A l'Oca
di Trevi, nonostante sia situata in aperta campagna, non sarebbe possibile a
causa dell'inquinamento luminoso.
Nonostante
la stanchezza e il sonno, andando a dormire mi sento ancora pesante, forse ho
mangiato troppo....
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