venerdì 7 giugno 2019

Alaxsxaq: si parte

Stavolta non so proprio cosa aspettarmi. In realtà qualche informazione sulla destinazione la conosco, ma non so proprio come la vivrò. 
Negli ultimi anni, diciamo pure da quando ho conosciuto Cassandra, ad ogni partenza l’aspettativa aumenta, non tanto perché facciamo viaggi programmati da anni e di cui sappiamo tutto, anzi. Forse è così perché ogni volta viviamo dei sogni ad occhi aperti che nemmeno nei film si possono sperimentare. In realtà sono convinto che tutto questo sia possibile perché vivere e viaggiare con Cassandra rende ogni giorno meraviglioso.
Inoltre credo che questo nostro modo di vivere sia proprio dovuto a quei viaggi, ancora pochi, che abbiamo fatto assieme. Ci hanno trasformato e resi aperti, sempre pronti alla partenza verso nuovi e strani mondi, quasi come in una nuova puntata di Star Trek.
E Alaska sia, finalmente. Confesso che è uno dei luoghi in cima alle mie classifiche di mete da visitare. Un luogo selvaggio, per la maggior parte dell’anno ridotto ad un deserto di ghiaccio, ma che come l’Islanda dovrebbe essere sgelato abbastanza da permetterci di ammirarne i paesaggi.
La speranza è sempre quella, anche perché come ogni volta, inizialmente volevamo andare da un’altra parte, ma evidentemente non era destino. Affidiamoci a lui, ovunque ci ha portato fin’ora è stato bello e divertente, speriamo continui ad esserlo.
Non vedo l’ora di partire, anche se so quanto potrebbe essere dura, specialmente per noi persone abituate alla vita comoda di città, con i confort dell’uomo moderno. Certo Roma non è una città comoda, anzi, è piuttosto faticoso viverci, con tutti i suoi imprevisti, le sue difficoltà e le sue contraddizioni. Quasi come un viaggio in un paese sconosciuto. In pratica ci alleniamo e addestriamo tutto l’anno per i viaggi che potremmo dover affrontare e quindi per non risentire troppo dei problemi che incontreremmo. Vedendola così non è male come prospettiva, un po' come quando mi alleno per la maratona seguendo scrupolosamente la tabella: anche se è molto faticoso e al limite delle mie possibilità, è anche divertente perché ci si sente vivi e soprattutto si possono incontrare persone con la stessa passione per lo sport, per la sfida contro se stessi. Un viaggio del genere cos'altro potrebbe essere se non una sfida? L’Alaska è il posto perfetto per sfidare se stessi con la natura selvaggia che si sveglia dopo un lunghissimo inverno, reclamando con tutta la sua vitalità ciò che è suo di diritto. 
Finalmente oggi si parte, è tutto l'anno che aspettiamo questo momento e sono due mesi che ci prepariamo, più psicologicamente che altro. In questi momenti mi viene da pensare che se potessi viaggiare sempre, per tutto l'anno, forse affronterei la preparazione dei viaggi in modo più sereno, tanto poi ce ne sarà sempre un altro da organizzare senza dover aspettare l'anno prossimo, però non sono certo che me lo godrei a pieno. Purtroppo è un dilemma che non sarò mai in grado di risolvere, anche perché se non torno al lavoro alla fine del viaggio... niente più viaggi!

giovedì 6 giugno 2019

Into the wild?

Non è stato facile.
Negli ultimi due mesi, da quando abbiamo deciso di partire per l'Alaska in data 7 giugno, le nostre speranze, inizialmente alte, sono scemate via via col passare dei giorni.
A metà maggio, da tre partecipanti eravamo scesi a due, oltre al capogruppo Pier, c'eravamo solo io e Cassandra. La solita maledizione della prima destinazione non si era dimenticata di noi. Fino a quel momento c'era stata infatti una piccola possibilità: Stefano e Caterina, già compagni di viaggio in Africa, avevano le ferie nello stesso periodo, ma poi anche loro hanno dovuto rinunciare.
Presi un po' dal panico e dallo sconforto, abbiamo iniziato a scandagliare gli altri viaggi in partenza con Avventure. Non c'era molto, finché un giorno si è presentata l'occasione di andare in Kenya portando dietro Pier come capogruppo. Il viaggio contava già c'erano già 5 iscritti.
Senza pensarci troppo abbiamo fatto il cambio e, incredibile ma vero, tra gli iscritti si è scoperto che c'era già una nostra vecchia conoscenza: Daniele il cuoco - scrittore - fotografo che aveva viaggiato anche lui in Africa con noi. Si vede che era destino. 
Qui si parte!
Ma la maledizione non aveva ancora terminato di colpire. Subito dopo la nostra iscrizione infatti vediamo comparire sul sito di avventure un altro capogruppo al posto di Pier. Vado a controllare e mi accorgo che ce lo siamo lasciati in Alaska. Senza partecipanti.
Questo significa che io e Cassandra riusciamo a partire, assieme a Daniele, ma Pier? 
Giusto per curiosità telefono alla nuova capogruppo, anche per cercare di capire la situazione e sperando che ci fosse stato un errore. Purtroppo nessuno sbaglio, anzi. 
Che facciamo?
Non ce la sentiamo di lasciare solo Pier, così salutiamo Daniele e ricambiamo viaggio.
Alaska, the kids are back!
Sperem...
Siamo sempre e solo noi tre.
Pier comunque è fiducioso che ci lascino partire anche così... Noi non tanto, per cui teniamo d'occhio anche altri viaggi come quello per Creta.
Sarà, ma forse in questo modo abbiamo distratto la maledizione che, convinta di aver svolto il suo lavoro, deve aver rivolto la sua attenzione su altri sfortunati viaggiatori.
A due settimane dalla partenza non c'erano novità, finché, due giorni dopo, si inscrive anche Alessandro, con cui abbiamo viaggiato in Giordania l'anno scorso. Il vento è cambiato e difatti il giorno successivo arriva anche il 5° viaggiatore! 
Ormai è fatta.
Siamo perfino riusciti nell'impresa di sconfiggere la maledizione, anche se da un certo punto di vista il primo viaggio non è andato il porto e il secondo nemmeno.
Ma il terzo si!
Domani si parte per addentrarci Into the wild!