È una giornata
incerta per me. Non mi sento benissimo, per via di problemi muscolari che ho
avuto nelle ultime due settimane e anche un altro paio di cosette che mi hanno
condizionato fisicamente per tutta la gara.
Sono un pessimista
per quanto riguarda lo sport, per cui parto senza troppe aspettative, in caso
di necessità è contemplato anche il ritiro durante la gara.
Pure la giornata è
incerta, pioverà, non pioverà?
Io mi vesto
pesante, come sempre, ma forse oggi è stato troppo. Probabilmente le mie
insicurezze hanno pesato su questo aspetto e ho incoscientemente voluto
coprirmi da altri possibili guai.
In linea di
partenza sono con Flavio quando scatta l’ora X e appena ci togliamo
l’impermeabile inizia a piovere. Ci guardiamo in faccia, subodorando quello che
ci aspetta, ma poi smette subito.
Mi sento bene.
Solo ora mi sento bene. Effettivamente è questo il momento che conta.
Subito alla prima
curva mi perdo Flavio che ha deciso di impostare la gara su una marcia tranquilla.
Io invece non so
cosa fare, intanto vado, finché le gambe mi reggono, poi si vedrà.
I primi km volano
e l’orologio mi dà ottime notizie, poi al decimo, in duomo saluto Cassandra che
saltella come un cangurino.
All’undicesimo
accade una cosa che ho sempre ritenuto impossibile: aggancio il mio amico
Rinaldo, compagno di avventure nel GP Avis Locate.
Considerando i suoi
tempi pensavo che una cosa del genere sarebbe accaduta solo quando lui fosse
diventato anziano e avesse corso le maratone con un bastone.
Lo saluto, lo
sento che mi incoraggia e tiro dritto.
Le gambe
continuano a funzionare bene, ma l’orologio mi sembra strano.
A Wagner incrocio
ancora Cassandra, due volte, che tenta di battere il record di salto in alto
stabilito poco prima in duomo.
Sento anche Flavio
chiamarmi dall’altra parte del biscotto, ma non riesco a vederlo.
Al sedicesimo però
inizio a sentire qualcosa che non va.
Nonostante le
gambe rispondano bene, mi sento un po’ troppo stanco per aver fatto così poco.
Vedo i palloncini
delle 3:30, sono alla mia portata, anzi li potrei superare facilmente, ma
decido di rallentare un attimo per capire come va.
Alla mezza scopro
l’arcano: l’orologio è in tilt e non so come sto andando veramente. La cosa mi
disorienta parecchio, come se non sapessi più dove sono. Mi sento anche scoraggiato
perché sono già troppo stanco, quasi spaventato per quello che mi aspetta da lì
in avanti.
Inizio ad avere
visioni e sentire strane voci.
Le gambe vanno ma
la testa no. Non va bene, la testa mi serve, soprattutto per il finale.
Come sempre mi
accade in questi momenti di crisi la musica viene in mio soccorso.
Così inizio un
duetto con il mio amico Freddie.
È questa la
vera vita, questa è solo fantasia?
La vita è
dura, questa è la verità, proprio come una maratona, bisogna essere pronti.
Intrappolato in una frana, nessuna fuga dalla realtà
Apri i tuoi occhi, guarda in alto verso i cieli e guarda
ecco il cartello del 22 esimo chilometro, manca ancora troppo tempo...
Sono solo un povero ragazzo, non ho bisogno di compassione
Non sono un
fenomeno, è vero, ma cerco di fare quello che posso.
Perché mi è facile andare e venire, un po’ alto, un po’ basso
Ogni gara è differente, a volte per fare un passo avanti bisogna farne due
indietro
Da qualsiasi parte il vento spiri, a me veramente non importa
Meglio se il vento non è contrario...
…a me
Sì, sì, a
favore, ti prego...
Mamma, ho appena ucciso un uomo, puntai un’arma alla sua testa
Ho tirato il grilletto, ora è morto
Mi ha tagliato la strada per andare ai ristori, quasi mi fa cadere e in più
mi ha rubato l'acqua... se lo meritava
Mamma, la vita è appena iniziata
E mi manca ancora troppa strada per arrivare al traguardo
Ma ora me ne sono andato e l’ho buttata tutta via
Ho buttato quasi tutta l'acqua... che spreco, un bottiglia solo per fare due
sorsi
Mamma oooh… non volevo farti piangere
Se non sarò di ritorno domani a quest’ora
In quel caso
farei il record negativo mondiale per una maratona
Vai avanti,
vai avanti, come se nulla fosse
Anche se
avrai un figlio sul Guinnes dei primati come peggiore atleta della storia, vai
avanti
Troppo tardi, la mia ora è giunta, ho brividi lungo la schiena
Poi mi gira la testa, i polpacci gridano e inizio a sentire le vesciche
sotto i piedi...
Il corpo continua a farmi male
E mi ero allenato bene anche stavolta... vallo a capire
Addio a tutti, me ne devo andare
Devo lasciarvi tutti indietro e affrontare la verità
Seee, magari
riuscissi a seminare qualcuno.
Mamma oooh (in qualsiasi modo spiri il vento)
Non voglio
morire, alcune volte vorrei non essere mai nato
E perdermi
tutto questo????
Vedo una piccola silhouette di un uomo
Perfino sto
vecchietto mi sta seminando
Smargiasso, smargiasso, vuoi fare il Fandango
fulmini e saette, mi spaventano davvero tanto
Ma intanto lui va più veloce di me
Galileo (Galileo)
Galileo (Galileo)
Senti come lo incita il pubblico! Effettivamente avrà cent’anni e mi sta seminando
tranquillamente
Galileo
Figaro (Magnifico)
A quel l’età altro che magnifico: stupefacente! Sicuramente dopato
Ma io sono solo un povero ragazzo e nessuno mi ama
Nessuno mi dice Magnifico a me
È solo un povero ragazzo di famiglia povera
Va be, adesso stiamo esagerando, lasciamo fuori la famiglia per favore
Salvate la sua vita da questa mostruosità
Raccontategli
la mia storia e sicuramente non correrà più una maratona
Vado e vengo con facilità, mi lascerete andare?
Ma ‘ndo vuoi
che vada?
Nel nome di Allah! No, non ti faremo andare, lasciatelo andare
Oddio, non
bastavano i dolori? Ora ho anche una crisi mistica
Nel nome di Allah! Non ti faremo andare, lasciatelo andare
E pensare che ho fatto il chierichetto per tanti anni
Nel nome di Allah! Non ti faremo andare, lasciatemi andare
Però è pur vero che non pratico da molto tempo ormai
Non ti lasceremo andare, lasciatemi andare
Non ti lasceremo andare, lasciatemi andare
Almeno fatemi finire la gara
No, no, no, no, no, no, no
Ma che vi costa?
Mamma mia, mamma mia, mamma mia lasciatemi andare
Che poi
Flavio chi lo riporta a casa? È forestiero qui a Milano
Belzebù ha
un diavolo da parte per me, per me, per me
Pure lui? Sarà un’amico di quello a cui ho sparato?
Così voi pensate di potermi lapidare e sputarmi in un occhio
È bastata la
maratona di oggi, credetemi
Così voi pensate di potermi amare e lasciarmi morire
Oh piccola, non puoi farmi questo piccola
Anche voi
avete visto Morena?
Devo solo
uscire, devo andarmene proprio via di qui
Sì, sì, devo arrivare a porta Venezia, incolume possibilmente
Niente importa davvero, tutti lo possono vedere
Niente importa davvero, niente mi importa davvero
Il tempo non
è un problema, mi basta arrivare, come sempre
In qualsiasi
modo spiri il vento
Ringraziando
Freddie per il suo accompagnamento sono così arrivato al 35esimo. Vedo la mia
Cassandra che mi saluta e la sua magia mi fa ritornare in me. Purtroppo però lo
stato di trans in cui ero caduto, mi proteggeva in parte dai dolori fisici, che
ora iniziano a farsi sentire. Il piede sinistro mi fa malissimo a causa di un
paio di vesciche. Le braccia mi sembrano pesantissime e mi fa male anche la
schiena. Le gambe, sulla cui dipartita avrei scommesso a occhi chiusi, stanno
quasi bene, oddio, ora che le sento...
Al 37esimo gli AC
DC cercano di distrarmi, poi supero il mio amico Massimo, amico d'infanzia che da
bambino abitava nel mio stesso palazzo, e proseguo.
Al 38 esimo però
devo fermarmi. La calza si è appallottolata sotto il mio piede sinistro.
Sedermi sul marciapiede è un’operazione delicata che richiede la massima
attenzione. Per fortuna le gambe protestano, ma non si rompono. Arriva Massimo
e mi rialzo, faccio un altro chilometro con lui e poi lo semino. Il suo era
solo un allenamento per Londra.
Gli ultimi due
chilometri li vivo come fossi ormai nell’aldilà, con tutti gli angeli che mi
salutano e mi danno il benvenuto. Il sorriso e le lacrime iniziano lentamente a
farsi largo, come un tuffatore che sale la scaletta per arrivare al trampolino.
Al traguardo
scopro di aver fatto comunque 3:33, sono 6 minuti in più di Firenze, ma in
compenso è un tempo palindromo.
Va benissimo così,
perché
Niente importa davvero, niente mi importa davvero
In qualsiasi
modo spiri il vento