Invece di continuare
l'esplorazione della città eterna oggi proviamo a fare qualcosa di diverso.
Saltiamo in auto per
dirigerci dalle parti della provincia di Viterbo, ma prima, un pò straniti per
la mancanza di traffico sul sacro GRA, ci fermiamo per una tappa intermedia. A
Capena, sull'antica via Tiberina, c'è un interessantissimo sito archeologico:
la città di Lucus Feroniae. Anche se quello che è emerso oggi dagli scavi sono
i resti di una città romana, pare che prima fosse abitata da Etruschi e poi
Sabini.
Oltre al museo, molto bello
anche se sconosciuto, forse perché nuovissimo, si può camminare su ciò che è
stato riportato alla luce: strade basolate che portano al Foro, alle terme, ai
templi ed all'anfiteatro.
Affacciate sul foro dovevano
esserci diverse botteghe o locande dove ancora oggi si possono ammirare mosaici
colorati molto belli e ben conservati.
La città, che fu saccheggiata
da Annibale durante la sua campagna militare, divenne poi colonia indipendente
dei veterani di Augusto.
Ci sarebbe da visitare anche
la famosa villa dei Volusii, ma il ponte pedonale per raggiungerla è in fase di
restauro. Pare riaprirà fra qualche mese, così dobbiamo proseguire per Bomarzo.
In questa località c'è un posto sperduto nei boschi dove gli Orsini si sono
divertiti a creare qualcosa di unico per la loro epoca. Da ciclopici massi di
cui il giardino della loro villa di campagna era ricchissimo, hanno ricavato
gigantesche sculture, facendole così diventare ornamento e attrazione per i
loro momenti di ozio e festa.
Io e Cassandra ne abbiamo
contate più di trenta e, nonostante fino al secolo scorso fossero state
abbandonate alla foresta che si era riappropriata dello spazio tolto, dopo gli
anni di restauro oggi sono ancora in buone condizioni e una visita vale il
prezzo del biglietto.
È il parco di divertimenti
del '500, ma alcune strutture, come la casa inclinata o il ninfeo e il teatro,
sono belle e interessanti. Anche le sculture continuano a conservare un certo
fascino e alcune come l'elefante o il drago o la grande bocca riescono ancora a
suggestionare non poco.
Ce la prendiamo comoda io e
Cassandra, a metà dell'esplorazione ci fermiamo nei pressi della casa inclinata
a pranzare con il nostro panino e poi ripartiamo alla ricerca dei mostri che ci
mancano.
Alla fine del giro risaliamo
sulla cima della collina dove sorge il borgo e la villa degli Orsini,
dominatrice incontrastata della vallata.
Visitandola scopriamo che
oltre al parco dei mostri nella zona ci sarebbero diverse altre cose da vedere:
pare infatti che questi boschi e colline siano state abitati, in remoti tempi
passati prima di romani ed etruschi, da sconosciute civiltà che hanno lasciato
alcune significative testimonianze come l'utilizzo dei grandi massimi come
colombari.
Esistono ancora città scavate nella roccia e perfino una strana
piramide cerimoniale.
Già solo a Roma c'è così
tanto da vedere che a volte ci si scorda quanto si nasconde nei sui dintorni,
difatti ogni volta che ci è capitato di "sconfinare" non siamo mai
rimasti delusi, tanto che ci toccherà sconfinare ancora qualche altra volta.