giovedì 26 gennaio 2017

PALAZZO BARBERINI



Ormai non so quante volte ho citato il detto "quello che non hanno fatto i barbari lo hanno fatto i Barberini ".
Oggi in occasione dell'apertura dei musei nazionali gratis, andiamo a visitare proprio la casa di questa importante famiglia che fece la storia della Roma rinascimentale. Recentemente uno degli eredi ancora in vita ha dichiarato che la sua famiglia ha si distrutto imponenti pezzi della Roma antica, rivendicando che grazie ad essi si è potuta costruire la Roma che ancora oggi vediamo, ammiriamo e visitiamo.

Vero, oggi vediamo una Roma sempre bella e ammirata, ma mi sarebbe piaciuto vedere come la vecchia città oggi, se l'impero non fosse caduto, o anche se solo non si fosse cannibalizzato tutto il materiale pregiato, solo perché era a portata di mano. Comunque il mio è un discorso inutile, oggi siamo qui per ammirare le opere che arricchiscono questo grande palazzo.
Dopo tanto tempo torniamo a fare i turisti fai da te, quindi non avremo la guida. Ci sta dai, è anche bello girovagare per le sale in totale libertà.

Le opere da vedere sono tante ma senza dubbio spiccano la Fornarina di Raffaello e il Giuditta e Oloferne di Caravaggio.
Non sapevo che in questo palazzo fossero custodite queste opere, ma comunque è stata una piacevolissima sorpresa. Ciò che principalmente mi aveva attirato qui era la possibilità di vedere la famosa scala del Borromini e Bernini. Purtroppo i Barberini ne hanno combinata un'altra: oggi l'area della scala non è visitabile. Va bene lo stesso, ci sarà un'altra occasione per vederla. Non me la prendo perché sono contento. Ultimamente ho ripreso a correre bene e ho fatto anche due gare, una più bella dell'altra. La prima è l'Appia Run, dove ho corso 13 chilometri tra Appia antica e parco della Caffarella in un ora e sei minuti. Quando sono arrivato allo stadio delle terme di Caracalla non ci volevo credere di aver corso così. Sarà stato il contesto storico, la cornice da maratona olimpica del '60, ma è stato fantastico. Qualche settimana più tardi ho corso la gara di Ostia antica, passando attraverso gli scavi del sito archeologico, indescrivibilmente bello, per proseguire poi nei campi della campagna romana. Sembrava di essere tornato nelle mie campagne del milanese e pavese. Fatto sta che anche qui sono andato velocissimo, per i miei bassi standard eh. 48 minuti. E ho detto tutto.
La cosa mi fa ben sperare per la maratona di Firenze.
Speriamo di arrivarci sani più che altro.