Finalmente
dopo tanto tempo, si riprende a girovagare per siti archeologici.
Quale migliore occasione se non Ferragosto?
Con
un tempo incerto, cielo quasi coperto e minaccia di pioggia, molto
inusuale per Roma, partiamo alla volta di Tivoli.
Ad
una trentina di chilometri ad est di Roma, sopra una collina da cui
si gode una splendida vista, c'è questa cittadina, un po' turistica,
soprattutto nel centro, un po' da scoprire con quei suoi vicoli, case
antiche, chiese e soprattutto ville.
La
prima tappa del giorno è villa d'Este, la residenza che Ippolito
secondo, figlio di Lucrezia Borgia, si è fatto costruire sui resti
di un vecchio convento.
La
villa è molto grande e sontuoso, soprattutto le stanze che si
affacciano sul giardino, sono affrescate in maniera spettacolare. Ci
sono anche delle pitture grottesche, ovvero affreschi simili a quelli
romani che i pittori dell'epoca tentavano di copiare lo stile
calandosi nelle grotte. Da qui il termine pitture grottesche. Ma
quelle non erano grotte! Erano case romane scoperte quasi per caso,
su cui muri c’erano gli affreschi con il tipico rosso pompeiano che
li incorniciava.
Il
giardino è immenso, per cui lasciamo le stanze per ultime. Solo
quando sono all’aperto inizio a sentire che qualcosa non va. Una
sensazione famigliare, ma spiacevole.
Sono
tornati!
I
calcoli son tornati!
Dopo
due anni di latitanza rieccoli pronti a villeggiare nei mie reni,
nonostante non abbiano prenotato. Avranno preso un last minute.
Molto
lentamente e con la giusta precauzione, inizio a bere tanta acqua ed
esploriamo i vicoli, le scalinate e soprattutto le fontane. C’è la
via delle cento fontane, molto bella con le sue cento bocche di
animali incorniciate dalla vegetazione.
Poi
c’è la fontana di Nettuno, dell’Ovato, del Pegaso, dei quattro
Draghi, della civetta, di Proserpina. Giriamo tra le fontane fino
alla fine delle grandi vasche centrali, poi alle 14:30 torniamo verso
l’alto per l’appuntamento con la fontana dell’organo.
Molto
scenografica.
All’orario
prestabilito le porticine si aprono per lasciar illuminare dal sole
l’organo che inizia a suonare grazie ad un meccanismo ad acqua.
Bello,
nel 1500, ora non fa molta scena, se non che è un meccanismo
automatico del 1500. Archeologicamente parlando è uno spettacolo.
Dopo
il concertino, che ha radunato la piccola folla di turisti presenti
in quel momento nei giardini, andiamo a vedere le ultime fontane che
ci mancano. Arriviamo a quella che secondo me e Cassandra è la più
bella: la fontana della Rometta. Una piccola rappresentazione della
Roma del 1500. Veramente bella.
Terminiamo
la visita con le stanze dell’appartamento nobile, tutte
magnificamente affrescate. Per certi versi sembra di essere tornati
in alcuni appartamenti dei musei vaticani.
La
giornata però è lunga. Sempre con molta calma, e bevendo molta
acqua, ci incamminiamo per la chiesa di San Silvestro. Si trova fuori
della zona turistica, dove i vicoli si restringono cercando di
nascondere degli scorci da borgo medievale, che invece ne sono
impreziositi. Arriviamo a San Silvestro, una chiesa dell'XI secolo e
torniamo a prendere la macchina. Nel frattempo i dolori si sono
attenuati.
Ci
dirigiamo alla meta che sogno da diverso tempo ormai: Villa Adriana.
La
residenza privata dell'imperatore non è una semplice villa, è
praticamente una piccola città.
Costruita
su una superficie di circa 120 ettari, aveva decine di edifici,
giardini, piscine, terme, templi, teatri, e chissà quanto altro.
Tutto magnificamente decorato con tesori artistici e architettonici,
all'avanguardia per l'epoca.
L'ingresso
attraverso il grande muro di spina che ancora oggi resiste, porta
alla grande vasca del Pecile. In realtà le mura, costruite con la
tecnica opus reticolatum come quasi tutti gli edifici della villa,
circondavano la vasca ed erano parte di un edificio rettangolare con
un portico sostenuto da delle colonne che si affacciava sulla vasca.
Girando
sette volte attorno alla vasca, si percorrono due miglia, circa tre
chilometri, ovvero esattamente la misura della passeggiata
postprandiale della medicina romana.
Quattro
passi per digerire.
Poi
dipende da che te magni eh.
Seguendo
il percorso, ci siamo scaricati un audio guida con mappa, tutto
gratuiti eh, arriviamo all'edificio con tre esedre. Da qui ci
spostiamo verso sud, passando accanto alle strade inferiori, ancora
molto ben conservate. Queste giravano attorno alla base del Pecile e
portavano a quelle che sono state definite le Cento Camerelle.
Probabilmente era la strada usata da servitori, fornitori e soldati.
Le Cento Camerelle infatti dovevano essere il magazzino della villa e
stavano al livello inferiore come la strada.
Spostandoci
verso il bordo si vedono ancora molto bene.
Di
fronte ad esse c'è l'Antinoeion, il monumento dedicato ad Antinoo,
che l'imperatore aveva iniziato a far costruire per il suo "compagno"
affogato nelle acque del Nilo, ma che non riuscì a completare.
Continuiamo
e costeggiamo le piccole terme e poi le grandi terme, ma non le
visitiamo e le teniamo per dopo. Saliamo invece dietro all’acquarium
e proseguiamo tra gli ulivi verso la Rocca bruna, un grande edificio
distaccato dalla villa. Il motivo di questa lontananza è presto
detto: veniva utilizzato principalmente come osservatorio stellare.
Non
è rimasto molto dell’edificio originale e, a parte una bella vista
dalla sua sommità, non c’è molto da ammirare.
Torniamo
indietro e arriviamo ad uno dei pezzi forte della villa: il Canopo.
Cassandra mi fa notare che il nome è curiosamente riconducibile
all’Egitto, perfino io ricordo i vasi canopi dove venivano messi
gli organi dei defunti dopo la mummificazione. Difatti il Canopo
dovrebbe rappresentare il canale che collegava Alessandria d’Egitto
all'omonima città sul delta del Nilo.
Come
molti degli edifici costruiti qui, Adriano volle riprodurre,
omaggiare, a modo suo, le conquiste, le culture, che facevano parte
del suo impero. Il Canopo è una grandissima vasca, situata in una
stretta valle sormontata dai tipici pini marittimi, ancora più ampia
e lunga del Pecile.
Nella
parte da dove si arriva ci sono, sotto le colonne, le statue di
Atena, Ares, Hermes e due amazzoni ferite.
Ci
sono anche altre due statue, ma non sono state posizionate attorno
alla vasca, sono le personificazioni dei fiumi Nilo e Tevere.
Circondata
da alcune colonne, vicino al bordo, lungo il camminamento, ci sono le
statue di quattro cariatidi e di due sileni. Le statue sono tutte
riproduzioni, le originali, quelle non saccheggiate nei secoli, sono
in mostra all’acquarium. In ogni caso l’effetto ottenuto è
comunque molto scenografico.
Cassandra,
anche se fa parte di un altro ordine, quello delle Trite cariatidi,
conosce a memoria i nomi e le storie delle quattro statue delle
cariatidi, ma non essendo io parte dell’ordine, non me ne ha
rivelata manco una. Sta ‘mpunita.
In
fondo al canopo c’è una grande struttura a volta detto Serapeo,
dove venivano tenuti i banchetti estivi. Non oso immaginare cosa
doveva essere cenare in questa cornice, forse non c’è mai stato un
luogo così emozionante ed affascinante, almeno per un appassionato
di storia come me. Ho detto appassionato, non esperto eh.
Saliamo
anche ad ammirare il Canopo dall’alto del Serapeo e la vista sembra
perfino migliorare. Che spettacolo, sono passati duemila anni e
ancora incanta.
Scendiamo
e passiamo accanto alla riproduzione della statua del coccodrillo che
fa la guardia alla vasca. Riproduzione in condizioni davvero pessime.
Vorremmo
visitare l'acquarium per ammirare le statue originali e altri reperti
ma lo teniamo per dopo, così ci rechiamo alla destra del Canopo
salendo a vedere il Pretorio: una grande costruzione di tre piani che
ai livelli inferiori dovevo fungere da magazzino, mentre ai livelli
più alti c'erano gli alloggi dei pretoriani e dei servi che lavorano
alla villa.
Li
accanto c'erano le grandi terme, un edificio grandissimo per essere
parte del complesso di una villa. Potevano ospitare, con tutti i suoi
ambienti sudatio, calidarium, tepidarium, frigidarium, piscine per la
natatio e la palestra, fino a duemila persone.
Dal mosaico molto
semplice dai soli colori bianco e nero, si capiva che queste erano le
terme solo per soldati e servitori.
Li vicino c'erano
poi le piccole terme, purtroppo oggi chiuse al pubblico. Dalla
ricchezza e raffinatezza delle decorazioni si pensa che fosse
frequentata dall'entourage dell'imperatore, circa duecento persone.
Sopra le piccole
terme c'è il ninfeo stadio, di cui riusciamo a vedere solo le
fondamenta. Esso confina con l'edificio dalle tre esedre da una parte
e l'edificio con Pescheria dall'altra.
Questo era un
grande palazzo collegato ad un portico sostenuto da colonne che
circondavano una vasca centrale di forma rettangolare.
Pare fosse la
residenza invernale dell'imperatore perché oltre ad avere quaranta
stanze tutte riscaldate, era adornata in modo sontuoso con opus
sectile e mosaici ovunque. È un edificio complesso con piani
inferiori e superiori, criptoportici e una grande sala per i
banchetti. Purtroppo non riesco ad immaginare come doveva essere, ciò
che rimane non solletica la mia immaginazione a sufficienza... Oppure
sto iniziando ad andare in overdose di archeologia?
Subito fuori del
palazzo c'era la caserma dei vigili. Mica piccolo anche questo
edificio eh.
Troviamo anche le
prime terme costruite, quelle Helio Camino.
C'è poi
l'edificio con i pilastri dorici, una grande struttura di
collegamento tra i vari ambienti della villa. Molto bello ciò che
rimane del portico con pilastri scanalati.
Guardandoli bene
mi accorgo che, pur essendo da ammirare, non sono del tutto
originali. Diverse parti sono in cemento. Mi viene in mente una
polemica che in questi giorni sta infiammando l'opinione popolare su
un restauro del foro al centro di Roma: anastilosi. Credo sia proprio
quello che hanno fatto qui con la ricostruzione dei pilastri.
È giusto?
Non è uno
scempio sporcare la storia con il cemento?
Non lo so, ciò
che vedo qui però è molto suggestivo... Forse perché discreto...
Forse perché io sono solo un profano...
Non lo so.
Scendiamo al
limite estremo sud della villa per trovare la piazza d'oro.
Pare fosse uno
dei luoghi più ricchi e magnifici della villa, i mosaici e gli opus
sectile che spuntano qua e la lo testimoniano. Purtroppo a partire
dal 500 è stato uno dei luoghi preferiti per le spoliazioni.
La grande vasca
centrale era circondata da giardini, aiuole e un portico a doppia
navata che rendeva gli ambienti molto ampi. Probabilmente questo era
una struttura dalle funzioni pubbliche, fatta per impressionare gli
ospiti con la ricchezza, i giochi d'acqua e l'atmosfera.
Sotto la piazza
d'oro ci sarebbe anche l'arena dei gladiatori, ma fa parte dell'area
non accessibile.
Ci sono infatti
ancora così tante cose da scavare e scoprire che gli ettari
visitabili sono meno della metà di quella che una volta era la villa
intera. Non oso immaginare cosa potrebbe esserci la sotto, dove
giacciono l'Accademia, il Tempio di Apollo, l'Odeon, gli Inferi, il
tempio di Pluto, il Mausoleo e il Grande trapezio.
Con tutte le
start up di crowdfunding perché non se ne fa una per scavi
archeologici, magari proprio qui a Villa Adriana???
Va be, magari
quando mi sarò trasferito a Roma ci ripenso...
Torniamo allora
indietro, e attraversando l'edificio con i pilastri dorici accediamo
al palazzo imperiale.
Questo doveva
essere il primo nucleo costruito sulla villa precedente della moglie
dell'imperatore, Vibia Sabina. Il palazzo era collegato alla piazza
d'oro, il Ninfeo di palazzo con un piazzale in opus spicatum, e la
sala dai pilastri dorici.
Aveva anche tre
grandi cortili, uno dei quali era quello delle biblioteche: greca e
latina.
A nord est invece
si arrivava all'Hospitalia, un grande edificio riservato agli ospiti
in visita alla Villa.
Infine, collegato
tramite la biblioteca greca c'era il teatro marittimo, il luogo più
intimo ed enigmatico della residenza dell'imperatore, nonché forse
il più bello.
Purtroppo è in
fase di restauro da metà del 2014, per cui non siamo riusciti a
vedere l'isoletta su cui l'imperatore usava rifugiarsi con i due
piccoli ponti levatoi. Pare gli piacesse nuotarci attorno a lungo.
Ragione in più
per tornare a Villa Adriana.
Anche la sala dei
filosofi è chiusa al pubblico, per cui non ci rimane che vedere ciò
che resta del tempio di Venere, la pianta circolare, una statua e
qualche colonna, e la palestra che però non troviamo perché
anch'essa chiusa al pubblico. In realtà non era la palestra ma un
grande complesso, forse tempio del dio egizio Horus.
Torniamo
verso l'ingresso perché ci manca solo il teatro greco... purtroppo
rimane ben poco da vedere... ricordo che i teatri e gli stadi erano
le prime cose ad essere cannibalizzate, e questo ne è un altro
esempio.
Ma la visita non
è finita qui!
Attendiamo solo
mezz'ora e alle 20 rientriamo per ammirare la villa in versione
notturna.
Purtroppo
dobbiamo seguire un percorso specifico e centrale, ma lo spettacolo è
comunque molto bello e varrebbe la pena, se non fosse per il prezzo
intero del biglietto, che secondo me e Cassandra dovrebbe essere
ridotto, come il percorso di visita.
In ogni caso ciò
che possiamo ammirare, illuminato dalle luci notturne, sono le mura
del Pecile, l'edificio con tre esedre, le piccole terme, le grandi
terme. Poi arriviamo all'Acquarium che finalmente troviamo aperto,
solo il secondo piano però. Qui ci sono alcuni reperti e le statue
originali che dovevano adornare il canopo.
Il coccodrillo è
una cosa incredibile per quanto è bello.
Scendiamo fino al
Canopo e lo percorriamo di nuovo, ma tra le fioche luci che lo
illuminano fino al Serapeo. Ancora difficile immaginarsi una cena
imperiale estiva?
Da provare.
Con la speranza
di poter tornare presto ad ammirare le parti mancanti, torniamo verso
casa, soddisfatti di aver vissuto per un giorno assieme ad Adriano.