mercoledì 4 aprile 2018

Pregara Maratona di Milano 2018

Maledizione! Maledizione! Maledizione!
Non è un imprecazione. No anzi, lo è.
Ciò che però mi preme dire è che ad ogni vigilia di Maratona me ne capita sempre una, di maledizione.
Stavolta sembra la peggiore delle precedenti 6 esperienze.
Sto parlando di un problema muscolare, fastidioso anche se apparentemente di poco conto, che mi sta torturando mentalmente: come se una goccia d'acqua continuasse a cadermi sulla crapa pelata all'infinito, diventando sempre più pesante e dolorosa.
Starò a riposo il più possibile, accenderò un cero a San Voltaren e imprecherò tutte le notti finché non mi addormento.
Fatto sta che probabilmente inizierò la maratona, ma quasi sicuramente non la porterò a termine...
Ci tenevo parecchio a correre questa gara, ma ci tenevo soprattutto a correrla bene, almeno come le ultime due. Avevo perfino la speranza di riuscire a migliorare il personale assoluto.
Ci tenevo anche perché torno a Milano, dove ho fatto la mia primissima maratona, con un tempo di 4 ore e 26 minuti... Roba che fino ad una settimana fa mi pareva impossibile non riuscire a raggiungere... Ora invece...
Ma Milàn lè un gran Milàn. Mi godrò la corsa più che potrò, lasciando purtroppo da solo il mio amico Flavio che è venuto da Roma per sperimentare l'ebrezza di vivere la sua prima maratona in trasferta. Prima di conoscere lui e il G6 (domenica scorsa ho visto tutti in grandissima forma e mi aspetto i soliti temponi alla maratona di Roma), vivevo qui, lavoravo qui, correvo qui, ( va be questa si fa per dire).
Su queste strade di Milano ho iniziato a correre, quando ero piccolo. La prima stramilano credo di averla fatta a sei anni con mio papà, forse allora si chiamava la corsa di topolino.
Poi però il nulla fino a pochi anni fa, quando ho fatto la mia prima mezza, poi la seconda, la terza e la prima maratona.
Fu bellissimo correrla tutta con il gruppo dell'Avis Locate, e in parte con il mio amico Sandro, ma anche molto, molto, molto faticoso.
Da allora sono stato a Firenze tre volte e a Roma.
Torno finalmente a casa, forse per nostalgia, forse per dimostrare qualcosa, forse solo per correre un'altra maratona, o più probabilmente, per rivivere quella fantastica sensazione di libertà e di leggerezza che si sperimenta correndo, soprattutto sui 42 chilometri, con la testa che vola, genera pensieri strani, a volte fantastici, a volte inquietanti, ma pur sempre libera di viaggiare e farci sognare ad occhi aperti.
Probabilmente non vedrò il traguardo, e non sarò travolto dal mare di emozioni che di solito trattengo dentro di me fino all'ultimo metro per caricarmi, per incoraggiarmi e darmi la forza necessaria a concludere, ma nonostante la maledizione correrò. Arriverò più in là possibile, spero vicino a qualche metropolitana, così da ricongiungermi anzitempo a Cassandra, che mi rincuorerà con la solita frase, sempre più azzeccata:
Ma chi cazzo te lo fa fare???

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