venerdì 14 febbraio 2025

Sabato 9 novembre

 

Oggi è l’ultimo giorno per questa avventura. Qualcosa mi dice non sarà l’ultimo giorno a New York. Prima o poi torneremo. Di film in questa città ne hanno fatti molti, ne faranno ancora tantissimi.

Lasciata la stanza dell’appartamento facciamo una rapida capatina sulla 5th Avenue per prendere la metropolitana. Troviamo la strada transennata e molta polizia. Probabilmente è prevista una manifestazione, non credo la vedremo perché siamo diretti alla nostra ultima tappa, il Museo di Storia Naturale.

Questo fa parte dell’ultimo biglietto compreso nel New York CityPass, biglietto multiplo che comprende più attrazioni e dovrebbe consentire di risparmiare un pochino. A questo proposito vorrei precisare che per avere un vero risparmio si devono avere diversi giorni a disposizione. Per noi stato è perfetto perché ci ha consentito di sfruttare il Pass senza dover correre da un capo all’altro della città senza fretta e lasciando spazio alla possibilità di scegliere all’ultimo momento come organizzare le nostre giornate al di fuori del Pass.

Nel nostro caso abbiamo scelto di vedere l’Empire, l’Intrepid, il Top of the Rock, il Gugghenheim e il Museo di Storia Naturale, ma avremmo potuto scegliere altre attrazioni come il museo dell’11 settembre, la visita alla Statua della Libertà o una crociera sulla Circle Line.

 

Nota per i viaggiatori: vorrei precisare un paio di cose sul Pass: ci sono molti tipi di Pass. Alcuni con un centinaio di scelte, altre meno. Secondo me questi promettono troppo per il tempo necessario ad utilizzarli. Considerando la complessità e la vastità di New York, anche solo riuscire a completare quattro attrazioni in un giorno non è facile, soprattutto non ti consente di vivere e godere dell’incredibile location in cui ci si trova. Le recensioni di molte di queste attrazioni mordi e fuggi mi hanno fatto suonare un campanello d’allarme. Ora che sono stato a New York, posso dirlo: le fregature sono sempre dietro l’angolo. Ho già parlato dei personaggi mascherati che si infilano nelle vostre foto per farsi pagare a Times Square. I peggiori sono i risciò. Con la loro musica assordante e le loro luci coloratissime sono delle discoteche ambulanti in grado di attrarre turisti come falene. Peccato se non si fa attenzione a quello che si prende, possono arrivare a costare anche 400 dollari per dieci minuti! Per legge devono esporre il prezzo, ma capita che mettano in un cartello piccolo che il prezzo indicato sia per un minuto di trasporto: quindi con 40 dollari al minuto… Anche no.

Tornando a parlare dei Pass, vorrei consigliare una cosa: a New York scegliete bene cosa fare. Soprattutto valutate quanto tempo avete e quanto ne serve per arrivare a destinazione, perché se dovete risparmiare un pochino solo per andare in un museo e farlo di corsa altrimenti non riuscite ad andare da un’altra parte… Secondo me non ne vale la pena.

 

Il Museo di Storia Naturale sinceramente non lo avrei scelto. Era una delle due possibilità obbligate del nostro Pass assieme all’Empire, tutto sommato è andata bene.

Sebbene si tratti di un museo grandissimo, so che non avremo grossi problemi come con il Moma e il Metropolitan. I nostri interessi in questo caso sono più limitati ad alcune aree specifiche.

Per quanto mi riguarda sono qui per il discorso geologico ed i dinosauri. C’è un’area sull’astronomia, interessante ma molto limitata.

Veniamo subito al piatto forte: i dinosauri. I fossili esposti sono molti e vari come specie. Molto bello per me, per Cassandra un po' meno, soprattutto perché nonostante la giornata fredda, all’interno del museo c’era un’aria condizionata fortissima! Sembrava di stare in una cella frigorifera…

 

Non starò qui ad elencare tutte le specie di dinosauri, alcune davvero rare per me. Posso dire se si ha una passione per la paleontologia, questo è un bel posto. C’è altro: pesci e animali precedenti oppure successivi ai dinosauri, comunque estinti come minimo da decine di milioni di anni.

Certo l’aria condizionata è davvero disturbante e l’esposizione potrebbe essere migliorata perché i fossili sono raggruppati in alcune sale un po' troppo piccole per contenerli tutti, però meritano ugualmente.

La sala dei minerali davvero molto interessante. Decine e decine di tipi di pietre e minerali differenti, alcuni molto belli. La sala dei meteoriti, quelli veri, sebbene rispetto a quello visto in Namibia, era molto più piccolo. Questi però hanno una forma a groviera che sembra uscita dall’immaginazione di Grommit.

 

Il resto del museo lo facciamo molto, ma molto velocemente, un po' per il minor interesse, un po' per il freddo che si respira.

È quasi conclusa l’avventura newyorkese. Prima di andarcene abbiamo ancora un’ora a disposizione. Per riempirla andiamo a cercare un altro pezzo di storia del cinema della nostra infanzia.

Saliamo sulla metropolitana che va a Downtown, in direzione Chinatown. Come sempre in questi giorni i treni non sono molto affollati. Ne passano davvero moltissimi. Notiamo che oggi non ci sono poliziotti. Probabilmente sono a quella manifestazione sulla 5th Avenue.

Senza il gatto i topi ballano. Difatti sulla metro incontriamo un tipo di personaggio di cui non avevamo ancora fatto conoscenza: un attrezzo newyorkese. Un ubriaco in canottiera che sembra ridere e scherzare con i suoi amici. Ben presto capiremo che non aveva amici sul vagone.

Come una palla da flipper si sposta accanto ai diversi viaggiatori fino ad arrivare a noi, non sembra pericoloso, è molesto. Si siede tra Cassandra ed un’altra ragazza che sta leggendo un libro, rivolge le sue attenzioni alla lettrice. Questa contrariata lo avverte che sta per scoprire chi è l’assassino, gliene dice quattro e viene a sedersi vicino a me… Attrezzo avvisato…

Io faccio segno a Cassandra che dobbiamo scendere alla prossima, una fermata prima di quello che dovevamo. Poco male, anzi, alla fine arriviamo a destinazione anche prima.

 

La caserma degli acchiappa fantasmi!

È ancora lì in perfetto stato di conservazione, non solo perché ci hanno appena girato un altro film, anche per esser diventata una vera caserma dei vigili del fuoco.

Concludiamo il giro recuperando i bagagli e imbarcandoci sulla metro che ci riporta in aeroporto. Ah, quasi dimenticavo: i biglietti della metropolitana! Si possono pagare con la carta di credito direttamente ai tornelli. Per sfruttare il Fare Cap, ovvero il premio fedeltà: dopo i primi dodici viaggi, gli altri sono gratuiti se nell’arco di sette giorni. La condizione fondamentale è che si deve registrare la propria carta di credito sul sito delle metropolitane di NY, altrimenti il Fare Cap ve lo fanno col coso lì, col cavolo.

Ci imbarchiamo senza problemi, volo liscio, esattamente come nei titoli di coda di un film, forse un po' distopico rispetto alla nostra realtà, ma sempre un film.

In conclusione una piccola riflessione: come anticipato ogni volta che faccio un viaggio e vedo un nuovo posto per me è tutto così bello che non riesco a resistere alla tentazione di pensare a come sarebbe mollare tutto e andare a viverci.

Questa volta ho assaporato la bellezza di Central Park, la grandezza dei grattacieli di Manhattan, dei suoi musei e l’atmosfera dei film di Woody Allen, dove le persone sembra si prendano tutto il tempo di cui hanno bisogno per staccare dai problemi e rilassarsi. Proprio in quei film visitano musei, fanno jogging, passeggiano sotto il ponte di Brooklyn, magari a Pebble beach, mentre il tramonto arrossa il cielo e le luci accendono i grattacieli. Ho fatto alcune di queste cose alla luce del sole. Con le luci artificiali diventa evidente tutto il resto, ovvero siamo in un luogo così vicino e così lontano da quello che vediamo veramente. Come quando guardi un film, ti lasci trasportare in quel mondo, quando poi il film finisce, torni al tuo mondo.

In genere le distrazioni e i tempi dei viaggi non mi consentono di vedere la polvere nascosta sotto lo zerbino. Qui la polvere è così tanta che lo zerbino è curvo.

 

Il cibo, le differenze sociali, i molti soldi necessari per qualunque minima cosa, le regole di vita così diverse dalle nostre. Tutto trasforma New York in una distopia, bella e amara, lontana, quasi irreale, proprio come in un film resta bello, ma irreale.



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