Lasciata la stanza dell’appartamento facciamo una rapida capatina sulla 5th Avenue per prendere la metropolitana. Troviamo la strada transennata e molta polizia. Probabilmente è prevista una manifestazione, non credo la vedremo perché siamo diretti alla nostra ultima tappa, il Museo di Storia Naturale.
Questo fa parte dell’ultimo biglietto compreso nel New York CityPass,
biglietto multiplo che comprende più attrazioni e dovrebbe consentire di
risparmiare un pochino. A questo proposito vorrei precisare che per avere un
vero risparmio si devono avere diversi giorni a disposizione.
Per noi stato è perfetto perché ci ha consentito di sfruttare il Pass senza
dover correre da un capo all’altro della città senza fretta e lasciando spazio
alla possibilità di scegliere all’ultimo momento come organizzare le
nostre giornate al di fuori del Pass.
Nel nostro caso abbiamo scelto di vedere l’Empire, l’Intrepid, il Top of the Rock, il Gugghenheim e il Museo di Storia Naturale, ma avremmo potuto scegliere altre attrazioni come il museo dell’11 settembre, la visita alla Statua della Libertà o una crociera sulla Circle Line.
Nota per i
viaggiatori: vorrei precisare un paio di cose sul Pass: ci sono molti tipi di
Pass. Alcuni con un centinaio di scelte, altre meno.
Secondo me questi promettono troppo per il tempo necessario ad utilizzarli.
Considerando la complessità e la vastità di New York, anche solo riuscire a
completare quattro attrazioni in un giorno non
è facile, soprattutto non ti consente di vivere e godere dell’incredibile
location in cui ci si trova. Le recensioni di molte di queste attrazioni mordi
e fuggi mi hanno fatto suonare un campanello d’allarme. Ora che sono stato a
New York, posso dirlo: le fregature sono sempre dietro l’angolo. Ho già parlato
dei personaggi mascherati che si infilano nelle vostre foto per farsi pagare a
Times Square. I peggiori sono i risciò. Con la loro musica assordante e le loro
luci coloratissime sono delle discoteche ambulanti in grado di attrarre turisti
come falene. Peccato se non si fa attenzione a quello che si prende, possono
arrivare a costare anche 400 dollari per dieci minuti! Per legge devono
esporre il prezzo, ma capita che mettano in un cartello piccolo che il prezzo
indicato sia per un minuto di trasporto: quindi con 40 dollari al minuto… Anche
no.
Tornando a
parlare dei Pass, vorrei consigliare una cosa: a New
York scegliete bene cosa fare. Soprattutto valutate quanto tempo avete e quanto
ne serve per arrivare a destinazione, perché se dovete risparmiare un pochino
solo per andare in un museo e farlo di corsa altrimenti non riuscite ad andare
da un’altra parte… Secondo me non ne vale la pena.
Il Museo di Storia Naturale sinceramente non lo avrei
scelto. Era una delle due possibilità obbligate del nostro Pass assieme all’Empire, tutto sommato è andata bene.
Sebbene
si tratti di un museo grandissimo, so che non avremo grossi problemi come con
il Moma e il Metropolitan. I nostri interessi in questo
caso sono più limitati ad alcune aree specifiche.
Per quanto mi riguarda sono qui per il discorso geologico ed i
dinosauri. C’è un’area sull’astronomia, interessante ma molto limitata.
Veniamo subito al piatto forte: i dinosauri. I fossili esposti sono molti e vari come specie. Molto bello per me, per Cassandra un po' meno, soprattutto perché nonostante la giornata fredda, all’interno del museo c’era un’aria condizionata fortissima! Sembrava di stare in una cella frigorifera…
Non starò qui
ad elencare tutte le specie di dinosauri, alcune
davvero rare per me. Posso dire se si ha una passione per la paleontologia,
questo è un bel posto. C’è altro: pesci e animali precedenti oppure successivi
ai dinosauri, comunque estinti come minimo da decine di milioni di anni.
Certo
l’aria condizionata è davvero disturbante e l’esposizione potrebbe essere
migliorata perché i fossili sono raggruppati in alcune sale un po' troppo
piccole per contenerli tutti, però meritano ugualmente.
La
sala dei minerali davvero molto interessante. Decine e decine di tipi di pietre
e minerali differenti, alcuni molto belli. La sala dei meteoriti, quelli veri,
sebbene rispetto a quello visto in Namibia, era molto più piccolo. Questi però
hanno una forma a groviera che sembra uscita dall’immaginazione di Grommit.
Il resto del
museo lo facciamo molto, ma molto velocemente, un po' per il minor interesse,
un po' per il freddo che si respira.
È
quasi conclusa l’avventura newyorkese. Prima di andarcene abbiamo ancora un’ora
a disposizione. Per riempirla andiamo a cercare un altro pezzo di storia del
cinema della nostra infanzia.
Saliamo
sulla metropolitana che va a Downtown, in direzione Chinatown. Come sempre in
questi giorni i treni non sono molto affollati. Ne passano
davvero moltissimi. Notiamo che oggi non ci sono
poliziotti. Probabilmente sono a quella manifestazione sulla 5th Avenue.
Senza
il gatto i topi ballano. Difatti sulla metro incontriamo un tipo di personaggio
di cui non avevamo ancora fatto conoscenza: un attrezzo newyorkese. Un ubriaco
in canottiera che sembra ridere e scherzare con i suoi amici. Ben presto
capiremo che non aveva amici sul vagone.
Come
una palla da flipper si sposta accanto ai diversi viaggiatori fino ad arrivare
a noi, non sembra pericoloso, è molesto. Si siede tra Cassandra ed un’altra
ragazza che sta leggendo un libro, rivolge le sue attenzioni
alla lettrice. Questa contrariata lo avverte che sta per scoprire chi è
l’assassino, gliene dice quattro e viene a sedersi vicino a me… Attrezzo
avvisato…
Io faccio segno a Cassandra che dobbiamo scendere alla prossima, una fermata prima di quello che dovevamo. Poco male, anzi, alla fine arriviamo a destinazione anche prima.
La caserma
degli acchiappa fantasmi!
È
ancora lì in perfetto stato di conservazione, non solo perché ci hanno appena
girato un altro film, anche per esser diventata una vera caserma dei vigili del
fuoco.
Concludiamo
il giro recuperando i bagagli e imbarcandoci sulla metro che ci riporta in
aeroporto. Ah, quasi dimenticavo: i biglietti della metropolitana! Si possono
pagare con la carta di credito direttamente ai tornelli. Per sfruttare il Fare
Cap, ovvero il premio fedeltà: dopo i primi dodici viaggi, gli altri sono
gratuiti se nell’arco di sette giorni. La condizione fondamentale è che si
deve registrare la propria carta di credito sul sito
delle metropolitane di NY, altrimenti il Fare Cap ve lo fanno col coso lì, col
cavolo.
Ci
imbarchiamo senza problemi, volo liscio, esattamente come nei titoli di coda di
un film, forse un po' distopico rispetto alla nostra realtà, ma sempre un film.
In
conclusione una piccola riflessione: come anticipato ogni volta che faccio un
viaggio e vedo un nuovo posto per me è tutto così bello che non riesco a
resistere alla tentazione di pensare a come sarebbe mollare tutto e andare a
viverci.
Questa
volta ho assaporato la bellezza di Central Park, la grandezza dei grattacieli
di Manhattan, dei suoi musei e l’atmosfera dei film di Woody Allen, dove le
persone sembra si prendano tutto il tempo di cui hanno bisogno per staccare dai
problemi e rilassarsi. Proprio in quei film visitano musei, fanno jogging,
passeggiano sotto il ponte di Brooklyn, magari a Pebble beach, mentre il
tramonto arrossa il cielo e le luci accendono i grattacieli. Ho fatto alcune di
queste cose alla luce del sole. Con le luci artificiali diventa evidente tutto
il resto, ovvero siamo in un luogo così vicino e così lontano da quello che
vediamo veramente. Come quando guardi un film, ti lasci trasportare in quel
mondo, quando poi il film finisce, torni al tuo mondo.
In genere le
distrazioni e i tempi dei viaggi non mi consentono di
vedere la polvere nascosta sotto lo zerbino. Qui la polvere è così tanta che lo
zerbino è curvo.
Il
cibo, le differenze sociali, i molti soldi necessari per qualunque minima cosa,
le regole di vita così diverse dalle nostre. Tutto trasforma New York in una
distopia, bella e amara, lontana, quasi irreale, proprio come in un film resta
bello, ma irreale.

